Il restauro del Teatro comunale di Atina ad opera di Giuseppe Visocchi

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Studi Cassinati, anno 2008, n. 1

di Palma Nardone

Sul lato sinistro della targa, in bassorilievo, emerge la mitica figura di Erato, la musa che nella mitologia greca presiedeva alla poesia lirica, in particolare a quella erotica. Veniva rappresentata con ampie vesti e con in mano una lira o una cetra. La dedica con la quale il popolo volle esprimere perennemente la propria gratitudine recita: “A Giuseppe Visocchi / primo magistrato cittadino / magnifico restauratore / del teatro comunale / gli atinati riconoscenti / maggio 1912 – 1786-1912”.

Nei locali della Biblioteca Comunale di Atina si puó ammirare una grande targa in bronzo che nel 1912 tutta la cittadinanza offrì, con pubblica sottoscrizione, al benemerito restauratore del teatro comunale di Atina, Giuseppe Visocchi.
Discendente da una famiglia ricca di nobili tradizioni dalla quale ereditò la dedizione al lavoro e al bene, Sindaco della città per un trentennio, dal 1894 al 1930, egli riconobbe giustificata la richiesta degli atinati che desideravano una sala adatta a pubbliche conferenze, a teatro, a scopo educativo e ad altro.
Considerato che avevano soltanto l’aula consiliare e l’aula destinata alle classi IV e V elementare che per le disposizioni in corso non poteva essere adibita ad usi estranei al pubblico insegnamento e che le ristrette condizioni finanziarie del Municipio impedivano la realizzazione dei lavori di restauro della sala del teatro comunale sita nel palazzo ducale , egli, per soddisfare questi legittimi desideri, decise di eseguire a proprie spese l’opera rifacendo la tettoia, il soffitto, il pavimento e fornendo i locali di luce elettrica con sistemi moderni.
Il palcoscenico fu ampliato, come pure il foyer e gli scenari furono dipinti, assieme al telone, da artisti napoletani.
Per l’esecuzione dell’opera di abbellimento e restauro, il Visocchi fece eseguire i lavori previsti nel progetto per la “riduzione” del Palazzo Ducale che il municipio di Atina aveva fatto comperare nel 1897, per la somma di L. 2000, per poterlo adibire anche a sede di uffici comunali e di pretura.
Il palazzo, dopo aver conosciuto il fasto della potenza medievale, era decaduto sotto il principe di Maddaloni Diomede Carafa che lo aveva spogliato delle sue opere più belle. Così deturpato servì da abitazione per maestri di campo, luogotenenti e capitani della casa ducale.
In Italia la graduale trasformazione del pensiero e una nuova cultura segnarono, dal XVI sec., l’affermazione di un teatro professionistico che trovò spazio in sale attrezzate aperte al pubblico.
“Si faceva a gara anche tra i mediocri letterati per comporre drammi e darli alle scene. Così nel 1655 troviamo, senza alcun dubbio, trasformata a teatro l’ampia sala di giustizia dei Cantelmi, tanto che nelle memorie storiche cittadine è ricordato che Pietro Antonio Bologna, versatissimo nelle leggi, ma molto di più nelle belle lettere, oltre a molte sue eroiche composizioni formò ‘L’Opera della Cilinda’ che poi con soddisfazione generale fece rappresentare nel teatro di Atina” (trascrizione dall’archivio storico comunale).
Nel 1786 fu sicuramente restaurato per la prima volta. Questo periodo coincide con le rappresentazioni dei pregevoli melodrammi del concittadino Giovanni Sabatini, tanto lodato come suo imitatore dal poeta e drammaturgo Metastasio.
Nel periodo successivo al restauro del 1912, alcune compagnie note in Italia vi diedero delle pubbliche rappresentazioni e perfino il grande commediografo Scarpetta calcò la scena di questo teatro.
Molti giovani del tempo diretti dal parroco Massimino Corsi si esibirono recitando assieme ad attori affermati preparandosi presso il Circolo Cattolico dove c’era una biblioteca fornita di numerosi volumi di tragedie, commedie e satire.
L’ultima opera , rappresentata nel 1939 dalla Filodrammatica di Atina, si intitolava “Borghese e Sparadozzi” ed era una tragedia ambientata nella Venezia del Rinascimento.

Bibliografia
– Archivio Storico Comunale di Atina.
– Flavio Pagano, Samuele Pagano: l’artista e l’uomo, Arte Tipografica Editrice, Napoli 2006.
– Rizzoli Larousse – Enciclopedia Universale, Rizzoli Editore, Milano.

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