Pier Carlo Restagno e la Banca Popolare del Cassinate

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Studi Cassinati, anno 2008, n. 1

di Emilio Pistilli

La Banca Popolare del Cassinate si appresta a celebrare mezzo secolo di attività a Cassino. A dire il vero il 50° anniversario si sarebbe dovuto ricordare due anni fa, ma l’attesa per la sistemazione della nuova sede in Corso della Repubblica (ex cinema “Moderno”) ha fatto slittare le cerimonie ufficiali.
Perché ne parliamo su Studi Cassinati? Per due buoni motivi: l’istituto ha favorito ed accompagnato la rinascita e lo sviluppo economico di Cassino e del Cassinate dopo il disastro della seconda guerra mondiale, senza trascurare, con le sue – a volte decisive – sponsorizzazioni, le attività culturali, sportive e sociali in genere. L’altro motivo è legato ad una figura anch’essa fondamentale nel quadro della ricostruzione di Cassino e del suo territorio, il senatore Pier Carlo Restagno, che, oltre ad essere stato sindaco della Città Martire per un decennio, fu il fondatore della Banca Popolare.

Pier Carlo Restagno: l’uomo della ricostruzione
Riportiamo qui, per ragioni di economia di spazi, una breve scheda del personaggio tratta da una ricerca del dott. Massimo Ferri, di Villa Latina, del 20031.
“Nato a Torino il 28 marzo 1898, fu tra i fondatori, nel 1920, del Partito Popolare Italiano a Torino2. Fu, a soli 22 anni, nel 1920, eletto Consigliere Comunale di Torino, e nel 1921 fondó, prima a livello locale e poi, con altri esponenti politici, a livello nazionale, l’Unione Uomini di Azione Cattolica. Ebbe anche esperienza nel giornalismo, infatti fu Redattore del giornale quotidiano “Il Momento” di Torino, fino all’avvento del fascismo. In quel periodo, lasció il giornalismo ed intraprese la carriera bancaria, diventando prima Direttore di varie agenzie e, successivamente, Ispettore Superiore presso l’Istituto Bancario San Paolo di Torino. Prima e dopo l’8 settembre 1943, partecipó attivamente a Roma con De Gasperi, Gronchi, Scelba ed altri, alla lotta clandestina coprendo la carica di Amministratore della D.C., anche durante l’occupazione tedesca. Nel 1945 rinuncia all’offerta di diventare Direttore Generale dell’Istituto San Paolo per contribuire allo sviluppo della Democrazia Cristiana. Nello stesso anno diventa membro dell’Esecutivo Nazionale della Direzione Centrale della D.C. e assume l’incarico di Segretario Amministrativo del Partito; che conserva per 10 anni. Nel 1946 fu eletto Deputato alla Costituente e fu nominato Sottosegretario al Ministero dei Lavori Pubblici nel secondo e nel terzo Ministero De Gasperi [dal 3 luglio 1946 al 28 giugno 1947]. Il 18 aprile 1948 fu eletto sia Deputato al Parlamento nel Collegio Unico Nazionale, sia Senatore nel Collegio di Sora-Cassino. Opta per il Senato, per “dedicarsi alla ricostruzione delle zone del Cassinate e del Sorano”. Successivamente fu eletto Senatore per altre tre volte [nel 1948, nel 1953, poi nel 1958 e 1963] e, contemporaneamente, fu Sindaco di Cassino dal 1949 al 1958 e diventó Sindaco di Sora nel 1960. Inoltre fu componente della V Commissione del Senato (Finanze e Tesoro), della XI (Igiene e Sanità) e della VII (LL.PP. Trasporti, Marina Mercantile e Poste e Telecomunicazioni); relatore ai Bilanci del Ministero dei Trasporti, delle PP.TT. e della Marina Mercantile; membro effettivo del Consiglio d’Europa, in rappresentanza del Senato, e Presidente del Gruppo interparlamentare Italo-Ungherese; membro del Consiglio Nazionale D.C. in rappresentanza del Senato”.
Il senatore Restagno si spense a Roma l’11 novembre 1966, quando la “sua” Banca celebrava il primo decennale. Ecco come ne ricorda la scomparsa il dott. Mario Alberigo, anch’egli sindaco di Cassino dal 1966 al 1968.
“Novembre 1966. Si spegne a Roma il Senatore Pier Carlo Restagno. Giunge la triste notizia durante una riunione di giunta dell’Amm.Comunale, io Sindaco in carica.
Sospendo immediatamente la seduta per un minuto di raccoglimento e d’intesa con tutti i membri della giunta stessa, decido e delibero di intitolare la sala di rappresentanza del Palazzo municipale al nome dell’Illustre personaggio scomparso.
Si decide che sull’epigrafe venga incisa, senza retorica, una frase lapidaria: Al Senatore Pier Carlo Restagno ricostruttore della città martire. La targa esistente in quella sala è quella di 41 anni or sono. Così ricordai la figura dello scomparso.
‘In questa sala qualche giorno prima della Sua morte, il Senatore Restagno s’incontrò per l’ultima volta con noi per la celebrazione del decimo anno di attività di una benemerita istituzione [la Banca Popolare del Cassinate, n.d.r.], anche questa frutto del Suo inesauribile spirito di iniziativa.
E fu un incontro affettuoso, come sempre, in cui avemmo la fortuna di potergli esternare, ancora una volta, per l’ultima volta, la nostra riconoscenza per quello che aveva fatto per Cassino, per noi, per i nostri figli. E credetemi, fu un commiato ideale che il Senatore Restagno ebbe con la città.
Penso che qui Egli abbia trascorso le ultime ore felici della Sua operosa esistenza, felici perché quando poteva celebrare una tappa della rinascita della Sua Cassino, non v’era per lui maggior premio al Suo spassionato lavoro. E la manifestazione di quel giorno concludeva tutta la Sua opera, la sintetizzava così come sintetizzava tutto il Suo lavoro svolto. A Torino da giovane, a Roma da uomo politico, da uomo di governo e qui da artefice della ricostruzione.
Veramente qui Restagno, per un disegno della Provvidenza venne a raccogliere l’ultimo slancio di affetto e di gratitudine che la città gli donava da vivo.
Ricordo che quel giorno, a chiusura della cerimonia, prima di ripartire per Roma, mi incaricò di accompagnare il sottosegretario Gatto, che rappresentava il Governo in quella manifestazione, a visitare Montecassino.
Si celebrava il decimo Anniversario della fondazione della Banca Popolare del Cassinate.
Mi dava quell’incarico però a malincuore, perché mi disse che non si sentiva bene.
Mi avviai così verso Montecassino in macchina con il Senatore Gatto, ma dopo pochi minuti fummo di nuovo raggiunti da Lui, disse che non aveva voluto privarsi della gioia e dell’orgoglio (testuali parole) d’illustrare all’ospite le fasi della ricostruzione della Città. Ci fermammo così al Belvedere e qui Egli riabbracciò la Città con il Suo sguardo limpido, cristianamente lieto.
Ecco perché qui oggi scopriamo questa lapide dalla scritta semplice, senza retorica, adatta al carattere dell’uomo che ricordiamo con animo profondamente commosso.
Nella Chiesa del Gesù, a Roma, ai funerali partecipai con l’intera giunta e col gonfalone della Città. Fu un doveroso omaggio’ ”.
La lapide fu scoperta nel trigesimo della morte (13.12.66) nella sala congressi del Comune (la sala Restagno, appunto); il prof. Angelo Gaetani tenne la commemorazione ufficiale presso il cinema teatro Arcobaleno.

La Banca Popolare del Cassinate e la ricostruzione
La Banca Popolare del Cassinate sorse con l’intento precipuo di favorire e sostenere lo sviluppo economico del territorio. Al tempo della sua istituzione, avvenuta nel 1955, sulla piazza operavano due importanti istituti bancari nazionali, il Banco di Santo Spirito e il Banco di Napoli.
L’iniziativa era stata presa da un comitato promotore formato da Pier Carlo Restagno, presidente, e da sei membri: ing. Angelo Casaluce, avv. Emilio Di Giovanni, avv. Silvio Chianese, Antonio Angrisani, Giuseppe Morra e dott. Mario Picano con la funzione di segretario. 58 soci sottoscrissero un capitale di 15 milioni di lire. Il comitato aveva chiesto l’autorizzazione alla Banca d’Italia per la costituzione della banca nella primavera del 1954.
L’atto costitutivo fu redatto dal notaio Osvaldo Violo il 5 febbraio 1955 con la firma di 49 soci presieduti dal sindaco di Cassino, sen. Restagno; fu registrato a Cassino il 14 febbraio col n. 1466. Il 3 marzo successivo il Tribunale di Cassino emise il decreto di omologazione.
Nell’ottobre 1957 la banca contava 66 soci con un capitale di 16 milioni e 775.000 lire; tra i soci figuravano 18 professionisti, 10 impiegati, 13 commercianti, 3 agricoltori, 16 industriali; la loro provenienza: 51 da Cassino e dal Cassinate, 7 da Roma, 3 da Caserta, 1 da Latina, 1 da Isernia e 3 da Torino.
Il 9 giugno 1956 l’incarico di direttore fu affidato al sig. Giovanni Battelli, messo gratuitamente a disposizione dalla Banca Nazionale del Lavoro; vice direttore fu il dott. Mario Picano.
“L’attività aziendale ebbe inizio il 25 giugno 1956 e il 21 luglio 1956 ci fu la prima convocazione dell’assemblea ordinaria dei soci in cui il Presidente illustró ai convenuti l’attività bancaria svolta nel primo mese di vita.
Successivamente, dal verbale dell’assemblea del 13 aprile 1957, si evidenziava che i risultati, dopo appena sei mesi di attività, erano soddisfacenti e che lo sviluppo dell’attività aziendale era lento ma costante.
Il Consiglio di Amministrazione era composto da 12 membri eletti fra i soci e questa carica aveva la durata di 3 anni.
Esso era formato, alla data del 2 ottobre 1957, dal Presidente, rag. Pier Carlo Restagno; dal comm. Pio Capogna, vice Presidente, residente a Monte S. Giovanni Campano (FR), Amministratore Unico della Soc. S.A.C.S.A., trasporti automobilistici con sede in Sora, e della F.A.C.E.M., sempre riguardanti trasporti automobilistici ma con sede in Capua (CE) e, inoltre Consigliere Provinciale; dall’avv. Silvio Chianese, Sindaco di Esperia, e, in quanto tale, Presidente del Consorzio Acquedotto degli Aurunci; dall’avv. Vittorio Casaburi, residente a Cervaro, possidente e professionista; dall’avv. Renato D’Ambrosio, residente a Cassino, proprietario e professionista e membro della G.P.A.; dall’avv. Gabriele Ferdinandi, residente a Pontecorvo, proprietario e professionista e vice Presidente dell’ “Associazione dei Comuni della Battaglia di Cassino, dalle Mainarde al mare” e, inoltre, Commissario dell’Ospedale di Pontecorvo; dal dr. Nicola Giangrande, medico chirurgo residente a Cassino; da Giuseppe Lanni, insegnante elementare residente in S. Elia Fiumerapido; dal prof. Pietro Malatesta, vice Sindaco di Cassino e professore di lettere e vice Commissario del Consorzio di Bonifica Valle del Liri; dall’avv. Giuseppe Margiotta, benestante e professionista residente a Cassino; dal comm. Pier Cesare Ochetto, residente a Torino e Amministratore Unico della S.A.L.V.E.I. (immobiliare), con sede in Roma, della S.R.L. “OMA”, sempre immobiliare, con sede in Cassino, e consigliere della P.A.F.E.S. (Soc. articoli fluorescenti), con sede in Cassino; ed, infine, dall’ing. Roberto Tamburrini, possidente e professionista residente a Cassino”3.
Nello stesso anno il Collegio sindacale era formato da: Giuseppe Di Zenzo, presidente, di Cassino; Bruno Pagliacci, di Torino; Giovanni Pontone, di Cassino; Giuseppe Coccarelli, di Pontecorvo; Enzo Franchini, di Arce. Il personale era composto da cinque unità: Giovanni Antonio Battelli, direttore; Mario Picano, vice presidente e futuro direttore della Banca; Antonio Langiano, riscontrista contabile; Pietro Di Palma, cassiere; Antonio Marino Cavaliere, commesso dattilografo.
L’evoluzione territoriale della Banca fu costante con l’apertura di nuove dipendenze: Atina, 1963; S. Giorgio a Liri, 1967; Roccasecca, 1971; Aquino, 1973; Cervaro, 1975; Esperia, 1982; S. Donato V. C., 1984; Frosinone, 1987; S. Elia F. R., 1989; S. Giovanni Incarico, 1990; Arce, 1991; Villa Latina, 1992; Sora, 1994; Pontecorvo, 1995; Sant’Apollinare, 1996; Carnello di Isola Liri, 2003; Arpino, 2007; altre sono previste a breve.
I successori di Restagno alla presidenza della Banca sono stati: ing. Roberto Tamburrini, dal 26.11.1966 al 20.01.1973; geom. Raffaele Varlese, dal 20.01.1973 all’8.03.1983; prof. Pietro Malatesta, dall’8.03.1983 al 14.05.1986; il dott. Donato Formisano, dal 14.05.1986, attualmente in carica. Con quest’ultimo presidente l’istituto è cresciuto in maniera notevole, per numero di soci, di agenzie e sotto l’aspetto patrimoniale ed economico.

1 Da Massimo Ferri, Lo sviluppo economico del Cassinate nel secondo dopoguerra; il ruolo della Banca Popolare del Cassinate, tesi di laurea, Università degli Studi dell’Aquila, Facoltà di Economia, a.a. 2002/03. Allo stesso lavoro si rinvia per la documentazione bibliografica.
2 “Informazioni tratte dalla Biblioteca del Senato della Repubblica: Deputati e Senatori Quarto Parlamento Repubblicano [16], Roma, Navicella, 1963, pagg. 635-636.
3 Massimo Ferri, op. cit.

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