Presentato il libro di Giuseppe Gentile

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Studi Cassinati, anno 2007, n. 4.

Il 29 novembre scorso nella sala Restagno del Comune di Cassino è stato presentato il libro del socio Giuseppe Gentile, “Provincia di Cassino. Cinquant’anni di proposte istitutive: 1956-2006”, edito dal CDSC onlus.
Il libro è una rivisitazione storica delle innumerevoli proposte di legge per istituire una provincia nel basso Lazio, proposte che, per responsabilità oggettiva dei politici del territorio, preoccupati di conservare il patrimonio di voti nei rispettivi collegi elettorali – come si evince dal libro stesso –, non hanno mai sortito effetto alcuno, nonostante vi fossero tutti i requisiti di carattere economico, sociale, storico e geografico per una autonomia provinciale.
Proprio in considerazione di ciò Emilio Pistilli, nella sua presentazione al testo, definisce la storia dei molteplici tentativi “storia di un sogno” mai realizzato.
Gentile nel suo libro raccoglie tutte le proposte istitutive del dopoguerra e le pubblica integralmente con le relazioni allegate, non rinunciando ad una analisi franca, talvolta dura, della reale volontà dei politici a portare avanti i vari progetti, uno dei quali reca anche la sua firma. Egli ne parla come politico, come cittadino, ma soprattutto come protagonista avendo seguito e animato il dibattito sulle opportunità/necessità di una provincia nel Lazio meridionale.
La presentazione nella sala Restagno, condotta sagacemente dal socio Erasmo Di Vito, si è aperta con un saluto del nostro Presidente, al suo primo intervento ufficiale dopo la recente nomina alla guida del CDSC; è seguita la magistrale relazione (che riportiamo a parte) del dott. Gaetano De Angelis Curtis, dell’Università di Cassino, il quale ha ripercorso gli oltre due secoli di inutili tentativi di Cassino a porsi come capoluogo istituzionale del Lazio meridionale, ex territorio della Terra di Lavoro. Subito dopo il giornalista Stefano Di Scanno, anch’egli animatore delle ultime iniziative per una nuova provincia, ha dato una lettura politica, oltre che giornalistica, degli eventi che hanno caratterizzato il dibattito nell’ultimo decennio.
Gli interventi che sono seguiti da parte del pubblico in sala hanno trasformato la presentazione del libro in un’occasione per un ulteriore dibattito politico sulla opportunità o meno di un nuovo ente territoriale, ma questo era ampiamente previsto. Peccato che i relatori delle varie proposte di legge, pur invitati, si siano guardati bene dall’essere presenti.

Il saluto del Presidente Petrucci

Sono il nuovo presidente del C.D.S.C. (Centro Documentazione e Studi Cassinati), eletto nell’ultima assemblea e, come tale, porgo il saluto dei soci a tutti i presenti, che non nomino, per evitare di graduarli.
Prima di cedere la parola al prof. Gaetano De Angelis, che presenta ufficialmente “Provincia di Cassino, cinquant’anni di proposte istitutive”, mi sia concesso di esprimere una mia considerazione.
È vero che il libro dell’amico Gentile puó configurarsi come la storia di un “sogno”, ma esso è suffragato da testimonianze reali e vissute. Come è vero anche che la cittadinanza, almeno per quanto io possa ricordare, e come è varie volte richiamato nel testo, si è mantenuta sempre dignitosa e quasi distratta da una problematica che era ed è vitale per la vita stessa della città; eppure doveva nell’immediato dopoguerra avere un conforto alla perdita di quasi 2.500 vittime civili e alla sua totale distruzione. Non si doveva e non si poteva restare ad occhi asciutti dinanzi ad una immane catastrofe. Didone, che aveva sofferto analoghe sciagure, dichiara tutta la sua comprensione verso Enea, cui avevano incendiato la sua Troia: “Non ignara mali, miseris succurrere disco”, conoscendo il dolore, ho imparato ad aver cura degli infelici. È opportuno qui rileggere le parole della relazione della prima proposta di legge del 1956, che sembrano riportare l’accenno ad una certa sensibilità: “Risolvendo il problema amministrativo del Cassinate … si risolve altresì pienamente il problema stesso dell’avvenire della città martire”.
Io non ho competenza degli intricati “itinera” della politica. È una storia di un “sogno”, ma è anche una storia che dimostra la scarsa compartecipazione di tanti nostri governanti. Non occorreva chiedere, lo Stato doveva sentire il naturale bisogno di alleviare le tante sofferenze dei Cassinati: ben fece il “gran Lombardo…

ch’in te avrà sì benigno riguardo,
che del fare e del chieder, tra voi due,
fia primo quel che, tra gli altri, è più tardo”.

Invece questa finezza di sentire non ci fu e non c’è. Per questo motivo si sono susseguite tante proposte di legge, e tante seguiranno, perché credo che Cassino voglia, fortissimamente voglia, quanto naturalmente le spetta.
Mi sia permesso ringraziare alla presenza di tutti e in maniera affettuosa l’amico Pistilli, che diffonde a piene mani il suo sapere e tanto ha fatto e tanto continua a fare per il bene di questa città ed anche per la sua elevazione a provincia; basti considerare, oltre ai sistematici scritti di lotta su giornali e riviste, che elaborò la proposta di legge, successivamente, nel 1996, ripresa dall’onorevole Pecoraro Scanio.

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