Studi Cassinati, anno 2007, n. 4.
“Costantino Jadecola ci offre con questa sua ultima ‘fatica’ (che non va intesa solo nel senso di fatica letteraria o storica, di studio e indagine, ma anche nel senso fisico del termine, perché è veramente una ‘fatica’ leggere, interpretare, studiare, analizzare ciò che è scritto sui documenti, riportato con la terminologia, la grafia, il modo di scrivere e il linguaggio corrente e quello burocratico dell’epoca) due fotografie della sua tanto amata Aquino. Due fotografie, due istantanee di Aquino scattate in due date precise: 1752 e 1812. Una vera e propria fotografia dell’assetto sociale e urbano del comune”. Ha esordito con queste parole il dott. Gaetano De Angelis Curtis dell’Istituto di storia regionale dell’Università degli Studi di Cassino nel presentare il libro di Costantino Jadecola “Il paese dei ‘bracciali’” aggiungendo appena dopo che, “ancora una volta, la perseveranza, la tenacia e la costanza di Costantino Jadecola ha permesso di avere uno studio sulla società aquinate della metà del Settecento e dell’inizio dell’Ottocento” non priva di puntuali seppur telegrafici riferimenti alla storia di Aquino dei tempi più o meno prossimi ai periodi in esame.
Si tratta, in buona sostanza, di uno studio che trae origine dal catasto onciario di Aquino del 1752 dal quale appunto si evince, innanzi tutto, che la stragrande maggioranza della popolazione maschile di quella comunità era dedita al lavoro dei campi. Dal che il titolo del libro: “Il paese dei ‘bracciali’”.
Ma non solo questo, beninteso. L’importante documento, che è conservato presso l’Archivio di Stato di Napoli e nel cui contesto un ruolo rilevante assume il cosiddetto “stato delle anime” del 1749, una sorta di censimento della popolazione redatta dal locale arciprete per verificare chi tra i fedeli non partecipava alle funzioni pasquali, ha fornito all’autore l’occasione per il primo approccio in assoluto con il periodo storico esaminato, del quale ben poco si sapeva, consentendogli appunto di tratteggiare uno spaccato dell’Aquino del tempo. Poi, grazie al catasto cosiddetto murattiano del 1812, anch’esso preso in esame, è stato possibile attivare un confronto fra le due epoche e verificare i cambiamenti che in quel breve lasso di tempo ci furono nella società aquinate, preludio, ha sottolineato De Angelis-Curtis, ad una evoluzione che all’indomani dell’unità d’Italia avrebbe consentito ad Aquino di esprimere un sindaco con un passato di patriota ed un futuro con impegni politici ed amministrativi ad altissimo livello: l’onorevole Pasquale Pelagalli.
Intanto, però, la presenza dei “bracciali” continua a farsi sentire. “Quanto basta”, scrive Costantino Jadecola, per mantenere viva una lunga e consolidata tradizione contadina che si protrarrà per molti decenni ancora, almeno fino a quando, sul finire del XIX secolo, l’emigrazione non verrà a porsi come una ghiotta alternativa ad uno stato di cose decisamente insopportabile. A fare il resto ci penserà la presa di coscienza di chi si trova in quella derelitta condizione che esploderà con tutto il suo fragore all’indomani della Grande Guerra quando, siamo ormai nell’estate del 1920, Aquino sarà tra i comuni più “caldi” dell’allora provincia di Terra di Lavoro dove la protesta, che era animata dalla lega contadina, cui si opporrà la cosiddetta controlega, assumerà toni e risvolti drammatici” che avrà il suo epilogo il giorno della festa di Santa Lucia con l’uccisione di tre persone.
La presentazione del libro di Costantino Jadecola è avvenuta l’ultima domenica di ottobre presso la Chiesa della Madonna della Libera di Aquino. Alla manifestazione, introdotta e coordinata dalla professoressa Rossana Avruscio del Liceo-Ginnasio “G. Carducci” di Cassino, è intervenuto un folto pubblico molto attento alle considerazioni espresse dal dott. Gaetano De Angelis Curtis a proposito de “Il paese dei ‘bracciali’” ed all’intervento conclusivo del suo autore.
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