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Studi Cassinati, anno 2007, n. 3
Il nostro socio benemerito Raffaele Varlese è venuto a mancare il 18 settembre scorso. I soci del cdsc onlus partecipano con dolore al lutto della famiglia varlese: è una grave perdita anche per tutti noi del Centro Documentazione e Studi Cassinati.
Ci piace ricordarlo con le parole toccanti del suo amato fratello, nostro socio, avv. Guido.
“Per Raffaele
“Un dì, s’io non andrò sempre fuggendo
Di gente in gente, me vedrai seduto
Su la tua pietra, o fratel mio, …”
Ugo Foscolo
“Homo Faber”
Di Raffaele Varlese si può a giusto titolo dire che è stato uno delle colonne della società civile di questa nostra martoriata città che si ricostruiva giorno dopo giorno, in un’atmosfera fervida e povera, assillata dalle ristrettezze quotidiane, ma piena, appunto, di fervore, di sogni, di illusioni e di attesa di tempi migliori.
Raffaele è stato la nostra pietra d’angolo, partecipe attento di tutte le iniziative che tendevano ad una proficua collaborazione con i primi amministratori ed in tutti i campi in cui si richiedeva forte l’impegno civile.
Ha avuto in dono una mente intuitiva che gli ha consentito di precorrere quei tempi che imponevano di fare le cose più urgenti nell’interesse della collettività, con lo zelo dell’archivista del passato e l’entusiasmo del cronista del presente.
Stilando un elenco non esaustivo degli incarichi più significativi da lui ricoperti negli anni lo, ricordiamo in qualità di Presidente della Coltivatori Diretti (che attraverso il Consorzio Agrario organizzò la distribuzione dei primi aiuti per la ripresa dell’agricoltura nel Cassinate), istitutore dell’Associazione per il risarcimento dei danni di guerra, membro del Consorzio di Bonifica Valle del Liri, primo presidente della risorta Società di Galcio del Cassino, Socio fondatore della Banca Popolare del Cassinate, di cui è stato presidente per oltre dieci anni, ideatore e realizzatore della località sciistica Prati di Mezzo (Picinisco) nonché presidente del CAI, animatore, insieme a tanti cassinati autentici, dell’”Ente Universitario S. Benedetto” che nel 1969 pose le basi della futura facoltá di Economia e Commercio (di questo ente è stato amministratore fino al 1999), presidente per molti anni del circolo degli anziani di S. Michele.
Si puó ben dire, quindi, che in ogni attività intrapresa ed in ogni carica ricoperta ha avuto la straordinaria capacità di organizzare, gestire e far crescere i suoi collaboratori.
“Hombre Vertical”
È stato un grande esempio di laboriosità ed operosità, riuscendo a vivere unì’esistenza autentica e a sviluppare nella sua interezza la sua personalità; “Lato in fiore” della nostra comunità che né venti, né bufere hanno potuto essiccare o abbattere.
Anzi, a ben vedere, il suo destino puó essere paragonato a quello di quei grandi e solidi alberi, che nella vita amava piantare, della cui vera altezza si puó avere misura solo quando sono caduti. Ma è certo che quegli alberi hanno dato frutti rigogliosi che continuano tuttora ad essere colti.
Fino alla fine non è stato uno scettico indifferente, né un moralista d’accatto: ha continuato ad agire in silenzio con l’impegno di sempre, guardando però in faccia la realtà, senza tabù e senza paraocchi. Sicuramene è stato molto più attento alle azioni che alle denominazioni e per lui la vita non è certamente stata uno “scialo di fatti triti e vani” ma qualcosa di intensamente vissuto, a cui ha saputo dare un senso, un valore globale.
Non ha avuto bisogno di sperare per intraprendere, né di aver successo per perseverare: ha fatto quanto era fattibile e non ha trascurato il bene possibile per inseguire il meglio improbabile. E, da buon realista, non si è mai, fino all’ultimo, rassegnato al peggio.
Come tutti coloro che agiscono è stato oggetto anche di invidie e gelosie, ma ha sempre superato tutto ricordando prima di tutto l’antico motto “chi fa, bene fa, sol chi non fa, fa male” e, riguardo l’ingratitudine umana, ripetendosi che, dopo tutto, la gratitudine è il sentimento della vigilia e l’ingratitudine il suggello di una buona azione.
Ma, se è vero che la fortuna è arbitra della metà delle nostre azioni, Raffaele ha diretto con piglio deciso l’altra metà.
E, alla fine. si puó certo dire che la sua giornata terrena è trascorsa piena e ricca di passione, mai oziosa o uggiosa.
Ci conforta certo il pensiero che di lui nella nostra piccola città si continuerà a parlare perché, se la vita finisce, non ha fine lo spirito e la memoria del giusto.
“…e tu, terra, nonpesare su di lui;
non pesò egli su di te”
Ci mancherai.
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