Studi Cassinati, anno 2006, n. 4
FRANCESCO ACCIACCARELLI
Normalmente Studi Cassinati non si occupa di poesia, e non certo per snobismo, ma per scelta ben precisa, dedicandosi esclusivamente alla storia locale. Parlare ora di un poeta non vuol dire venir meno a quella scelta, ma è semplicemente voler riproporre ai nostri lettori la figura di un cassinate di cui si è forse sentito parlare qualche volta ma senza una chiara idea del personaggio. Francesco Acciaccarelli (1855-1896), fabbro ferraio, ha lasciato di sé fama di poeta fine e delicato, ma pochi sono i versi che ci sono giunti: un po’ li dobbiamo all’altro illustre cassinate, Carlo Baccari, notaio e scrittore fecondo, e li riportiamo qui di seguito; un’altra ode, la più famosa, intitolata “Uno sguardo ed un pensiero a Cassino” (dedicata “alla gioventù Cassinate”) mi è capitato di ritrovarla presso una libreria antiquaria del nord Italia; proprio quei versi ci hanno spinto ad occuparci di Acciaccarelli: in essi, oltre il fervido amore per la sua città, che vi traspare, viene sinteticamente ripercorsa la gloriosa storia di Cassino attraverso la visione degli antichi personaggi e monumenti. Inoltre egli è un po’ il simbolo di quella generazione di Cassinati che, nonostante il limitato livello culturale (il Nostro aveva frequentato fino alla quarta elementare), sapeva far fronte dignitosamente ad altri valenti concittadini che hanno fatto molto parlare di sé in ogni campo della vita sociale, specialmente nella cultura e nell’editoria: ed anche questo fa storia. A quel tempo (a fine Ottocento) dalle tipografie di Cassino sono usciti vari giornali, settimanali e quotidiani1, una di esse era la stamperia Terenzio, che ci ha fatto pervenire l’ode di Francesco Acciaccarelli2.
Nel riproporre la figura del nostro “poeta-fabbro-ferraio” ci affidiamo al profilo che ne tracciò Carlo Baccari nel 19133: sono ormai le sole notizie che abbiamo di lui.
Un’avvertenza: il nostro poeta nulla ha a che vedere con l’omonimo stadio di calcio della vecchia Cassino, che veniva così denominato dal nome del costruttore, Gaetano Acciaccarelli, che, alla fine degli anni Trenta del 900, aveva innalzato – pare a sue spese – la recinzione e la piccola tribuna in tavolato di legno, lì dove ora sorge il quartiere “Fraschetti”. Tutte quelle tavole poi servirono ai tedeschi per i loro bunker!
e.p.
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