I LETTORI CI SCRIVONO

 

Studi Cassinati, anno 2006, n. 2

“Grottaferrata, 19.6.2006

Gentile Professore,
ho letto con molto interesse il suo pezzo su via Arigni, apparso su Studi Cassinati n. 1 [2006], avendovi abitato con la mia famiglia al civico 32, dalla nascita (1931) sino al tragico 10 settembre 43.
La ricordo perfettamente ancora oggi, com’era, tant’è che qualche anno fa preso dalla nostalgia ne ho vergato così, a memoria, una veloce impressione, a volo d’uccello. Gliene invio una copia. In primo piano, a sx, è (era) casa mia.
Preciso che il “fiume” che costeggia la strada (sterrata) non è altro che un canale di scarico del Rapido che all’altezza delle “carceri” si dipartiva. Un braccio scorreva lungo l’allora via Marconi, sottopassava la città all’altezza del corso V. Emanuele e ne usciva a via Arigni andando poi a confluire, dopo aver costeggiato via S. Marco, nel Gari. Il canale (fiume) che d’inverno assumeva il carattere di un vero e proprio torrente era largo circa 3 metri ed i contadini per i loro “ubertosi”orti siti nell’area tra via Arigni ed il Gari (che chiamavamo la Fiumara) ne sfruttavano per l’irrigazione la sua limpida (allora) acqua.
All’inizio di via Arigni, dopo la trattoria di don Michele Cioffi, ritrovo di appassionati cacciatori, vi era, per una lunghezza di alcune decine di metri, un lavatoio pubblico di fronte al quale alcune fucine di maniscalco. Una fontanina pubblica dall’acqua fresca e cristallina nel largo di via Borsi (?). L’acqua di questo “fiume” era così limpida e gelida che vi si mettevano, ben legati, anche dai primi piani delle case che vi si affacciavano, grossi cocomeri, per mangiarli ben freschi, specialmente nella festa dell’Assunta.

***

Leggo ancora nel pezzo a firma di Eugenio Maria Beranger, sull’eccidio di San Lorenzo ad Isola Liri, a pag. 5, di paracadutisti tedeschi noti come “sorci verdi”. Penso si tratti di una svista. Lei ben sa che furono chiamati “diavoli verdi” dai loro stessi nemici, i parà tedeschi, per la loro strenua difesa delle macerie di Cassino e Montecassino.
I “sorci verdi” invece, erano uno speciale reparto dell’aviazione militare italiana che nel periodo precedente la 2ª guerra mondiale ottenne numerose affermazioni in campo internazionale (nome derivato da 3 topi di colore verde dipinti sulla carlinga degli aerei). Mi scuso se ho osato precisare ed integrare quanto pubblicato.

Cordiali saluti, Italo De Angelis.”

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