La distruzione del casale Bonanni in Aquino

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Studi Cassinati, anno 2006, n. 3

Sorgeva su quello che resta dell’antico anfiteatro già gravemente ed irresponsabilmente mutilato.

Ci scrive il sindaco di Aquino, prof. Antonino Grincia:
“Invio alla S.V. gli allegati in riferimento a quanto accaduto nel mese di luglio nell’area archeologica dell’antica Aquino. Ciò al fine di documentare per il futuro quello che è avvenuto perché altrimenti oltre allo scempio, ci sarebbe anche la perdita della memoria di quanto avvenuto”.
Pubblichiamo l’intero carteggio astenendoci da qualsiasi commento: ma ce n’è bisogno?
L’accusa del sindaco di Aquino alla Societa’ Autostrade
COMUNE DI AQUINO – Ufficio del Sindaco – Prot.6286 – Li 20.6.2006
Spett.le SOCIETA’ AUTOSTRADE – ROMA, alla c. a. Ing. Lo Presti / SOCIETA’ AUTOSTRADE – Direzione 6° Tronco – CASSINO / e p.c. Sig. Ministro per i Beni Culturali e Paesaggistici – ROMA / Dott.ssa Anna Maria MORETTI – Soprintendente Archeologico per il Lazio – ROMA / Arch. Costantino CENTRONI – Soprintendente ai Beni Architettonici e Ambientali del Lazio – ROMA / Regione Lazio ASSESSORATO ALL’URBANISTICA Area Tutela Ambientale – ROMA / Regione Lazio ASSESSORATO ALLA CULTURA Area Beni Culturali – ROMA / Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Lazio – ROMA / Sig. Sindaco del Comune di CASTROCIELO / Sig.ri Studiosi all’area in oggetto
Oggetto: Distruzione del casale dell’anfiteatro romano di Aquinum.
Anche se non di mia competenza giuridica essendo tale area posta agli immediati confini del territorio della mia città, sento il diritto-dovere di intervenire in merito allo scempio costituito dalla distruzione del casale settecentesco edificato a suo tempo su parte dei resti dell’anfiteatro dell’antica Aquino, oggi in prossimità dell’area di servizio “Casilina” in Castrocielo lungo la corsia nord dell’Al.
Mi sento in dovere di intervenire sia per evidenti ragioni di appartenenza storico-territoriale a quell’area, sia perché negli anni 1986-88 in qualità di assessore di questo Comune, di cui oggi sono Sindaco, fui il principale propugnatore (come da documentazione mia, e penso, anche negli archivi di Codesta Società) dell’idea dell’acquisizione da parte Vs. del casale e dell’area interessata alla presenza dei resti dell’anfiteatro romano, per la creazione di un parco archeologico, proposta concretizzatasi anche con un bando di concorso per la relativa progettazione, bando pubblicato nella G.U. n. 300 del 24/12/1987, poi persosi per strada e non se ne è mai capito il motivo. Ma sento il diritto-dovere di intervenire, anche perché i beni storicoculturali e ambientali sono naturalmente un bene di tutti e non dei singoli territori. Il casale venti anni fa fu acquistato da Codesta Società, non certamente per poi essere distrutto, perché non era questa l’intenzione e non è accettabile quello che è successo nei giorni scorsi, perché questo casaldi cui si hanno notizie già dalla fine del Settecento, costituiva anch’esso un bene storico di grande valore e come tale era conosciuto da tutti, compresi tanti studiosi. Un bene storico perché costituiva un raro esempio di architettura rurale antica in cui le strutture romane si innestavano perfettamente, strutture di cui si conservavano ampie tracce in tutto l’edificio, comprese le mura esterne, che avevano inglobato, ed erano ben visibili, parti dell’opus reticulatum dell’anfiteatro romano; e si deve poi dire che alcune strutture (cunei e gallerie) erano state salvaguardate e in qualche modo protette, proprio perché costituivano un “unicum” con l’antico casale che, come ripeto e come rilevato dalle ricostruzioni grafiche di diversi studiosi, occupava solo una parte dell’ampio “ovale” della struttura romana. Per tale motivo costituiva testimonianza preziosa, da salvaguardare e restaurare, unitamente allo scavo e al ripristino (quando sarebbe stato possibile) dei resti ancora sepolti dell’anfiteatro. Un riuso, come quello del casale (da tutti conosciuto come “Casale Bonanni” e così citato da tutti gli studi sull’argomento) che ha riguardato tantissimi monumenti dell’epoca romana come è noto, e che per la gran parte sono così rimasti, perché in tal modo si documentava in maniera reale «il cammino della storia» e il modo di vivere e costruire delle tante generazioni che hanno vissuto accanto a questi resti monumentali. Ma di tutto questo non si è tenuto conto, e nel silenzio totale, e non si riesce a capire su valutazione e decisione di chi, questo edificio è stato abbattuto ed è stato compiuto uno scempio che è l’ennesimo scempio perpetrato da Codesta Società dalla fine degli anni Cinquanta ad oggi, ed oggi un’ulteriore, importante testimonianza del passato è stata cancellata per sempre, mentre avrebbe potuto e dovuto essere l’elemento trainante per la valorizzazione dell’intera area. Questo atto ha dell’incredibile, e mostra una totale arroganza decisionale da parte di chi lo ha compiuto e di chi dà l’avallo a queste azioni antistoriche e anticulturali e invece di salvaguardare, manomette e distrugge. Anche se lo scempio purtroppo è cosa fatta, sottopongo all’attenzione dei responsabili in indirizzo questa azione incivile, perché valutino con quanta faciloneria e pressappochismo vengano trattati i nostri beni culturali, protetti virtualmente da tante normative, ma poi lasciati in balìa del primo che arriva e valuta interventi tanto delicati, solo in base al proprio autocratico, personalissimo e spesso interessato parere. Capisco bene che a questo punto la presente serve solo ad esprimere la mia indignazione e null’altro, purtroppo, come capisco bene che nessuno pagherà per questo misfatto

Antonino Grincia – Sindaco di Aquino

La risposta di Autostrade per l’Italia
Autostrade per l’Italia
Signor Sindaco del Comune di Aquino
e p.c.: Sig. Ministro per i Beni e le Attività Culturali / Dott.ssa Anna Maria Moretti, Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio / Arch. Anna Maria Affanni, Soprintendenza per i Beni Architettonici e del Paesaggio del Lazio / REGIONE LAZIO, Assessorato all’Urbanistica, Area Tutela Ambientale / Assessorato alla Cultura, Area Beni Culturali / Ing. Luciano Marchetti, Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Lazio / Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio / Signor Sindaco del Comune di Castrocielo nel Lazio / DIREZIONE 6° TRONCO – CASSINO.
OGGETTO: A1 – MILANO-NAPOLI ,Tratto Roma-Napoli Progr. Km 659+561 Area di Servizio CASILINA EST Comune di Castrocielo nel Lazío (FR) – “Progetto di valorizzazione dell’area dell’anfiteatro romano di Aquinum e di riqualificazione ed ampliamento dell’Area di Servizio”
Rif. Vs Lettera prot. N. 6286 del 20.06.2006 [senza data, ma del 6.7.2006]
Egregio signor Sindaco, si fa riferimento alla sua recente lettera, citata in epigrafe, con la quale lamenta la demolizione, da parte della scrivente società, di un vecchio casale di nostra proprietà limitrofo all’Area di Servizio Casilina Est. Al riguardo, al fini di una corretta rappresentazione dell’intervento realizzato e di una collocazione dello stesso nell’ambito del più ampio “Progetto di Valon’zzazione” dell’area. si precisa quanto segue:
– l’intervento ricade nel limitrofo Comune di Castrocielo nel Lazio;
– l’Area di Servizio Casilina Est, come a Lei noto, è ubicata in posizione adiacente all’antica città romana di Aquinum della quale si conservano, in prossimità dell’Area suddetta, importanti vestigia quali: l’anfiteatro, il capitolium, una porta della cinta muraria, la via Latina ecc.
– esiste un “Progetto di valorizzazione dell’area dell’anfiteatro romano di Aquinum e di riqualificazione ed ampliamento dell’Area di Servizio” definito nel maggio 2004 dalla scrivente Società Autostrade per l’Italia S.p.A. congiuntamente alla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio e trasmesso ufficialmente ai rispettivi Ministeri delle Infrastrutture e per i Beni e le Attività Culturali;
– nella primavera-estate del 2005, la scrivente Società, in attuazione del citato “Progetto di valorizzazione”, ha effettuato in autofinanziamento, sotto la Direzione scientifica della citata Soprintendenza, una vasta campagna di scavi archeologici che, come è noto, ha consentito di riportare alla luce importanti reperti, fra i quali un letto funerarlo di età ellenistica, ubicato nella camera ipogea di una tomba in opera quadrata di blocchi di travertino locale;
– sono in corso, sempre in attuazione del citato “Progetto di valorizzazione”, i lavori di Iª fase di sistemazione ed adeguamento dell’Area di Servizio, progettati anche in funzione della futura valorizzazione dell’anfiteatro;
– a seguito di nostra richiesta il Ministero delle Infrastrutture, di concerto con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, tramite la Società Arcus, ha accordato alla nostra Società un contributo pubblico, ai sensi dell’art. 60 della Legge n. 289/2002, per le attività di studio e valorizzazione dell’area funeraria, attività che verrà da noi intrapresa anch’essa sotto la Direzione scientifica della citata Soprintendenza. È in corso la valutazione della concessione di un ulteriore contributo per lo studio propedeutico all’anastilosi della porta romana.
– sono state recentemente effettuate, sempre in attuazione del citato “Progetto di valorizzazione”, le operazioni di rimozione, a cura della nostra Società, delle “superfetazioni edilizie” (ex casale Blonanni) insistenti nell’area dell’anfiteatro che sono state preventivamente validate dalla Soprintendenza e successivamente oggetto di DIA trasmessa al Comune di Castrocielo con nostra lettera prot. n. 20208 del 25.07.2005 ed integrata, su richiesta, con nostra lettera prot. n. 26820 del 14.10.2005;
– le operazioni di demolizione del casale, ormai completamente fatiscente, erano previste nel “Progetto di valorizzazione” in quanto propedeutiche e necessarie allo sviluppo della progettazione dello scavo archeologico dell’anfiteatro, finalizzata quest’ultima anche al reperimento dei fondi necessari per la campagna di scavo.
Tutte le operazioni sono state effettuate sotto la Direzione scientifica della citata Soprintendenza previo puntellamento e rigorosa preservazione delle strutture romane.
Da quanto, sopra precisato risulta di tutta evidenza il lavoro svolto dalla scrivente Società per valorizzare il territorio su cui insiste un patrimonio storico di elevato valore, sviluppato sempre di concerto con gli Enti preposti alla tutela dei beni archeologici e previe autorizzazioni edilizie rilasciate dalla competente Amministrazione comunale.
Restiamo comunque a disposizione per eventuali, ulteriori chiarimenti e porgiamo distinti saluti.

Autostrade per l’Italia – L. Lo Presti

La replica del sindaco Grincia
COMUNE DI AQUINO Ufficio del Sindaco – Prot. n.7056 – Lì 11.07.2006.
Società Autostrade – alla c. a. Ing. Lo Presti / Società Autostrade Direzione 6° Tronco – CASSINO / Sig. Ministro per i Beni Attività Culturali – ROMA / Dott.ssa Anna Maria Moretti Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio – ROMA / Arch. Anna Maria Affanni Soprintendenza per i Beni Architettonici e del Paesaggio del Lazio – ROMA / REGIONE LAZIO Assessorato all’Urbanistica Area Tutela Ambientale / REGIONE LAZIO Assessorato alla Cultura Area Beni Culturali / Ing. Luciano Marchetti Direzione Regionale per i Beni / Culturali e Paesaggisfici del Lazio – ROMA / Sig. Sindaco del Comune di CASTROCIELO.
OGGETTO: A1 – Distruzione del casale dell’anfiteatro romano di Aquinum.
Rif. Vs. lettera del 6.7.06
In relazione alle spiegazioni relative alla mia accusa a Codesta Società di aver compiuto uno scempio distruggendo il “Casale Bonanni” eretto nei secoli scorsi su parte dei resti dell’anfiteatro romano dell’antica Aquino, non posso che confermare le mie rímostranze per aver proceduto a quest’opera di demolizione non solo non necessaria, ma invece essa stessa da tutelare e valorizzare per i motivi già da me rappresentati nella mia del 20.6.2006. Entrando poi nello specifico della risposta devo dire che so benissimo che l’intervento da Voi effettuato ricade nel territorio del limitrofo Comune di Castrocielo “nel Lazio”. Da diversi anni ricopro la carica di Sindaco di Aquino, e da molti più anni la abito e conosco sicuramente meglio di Lei e di altri i confini del territorio del mio Comune, ma già ho puntualizzato nella precedente comunicazione i motivi del mio diritto-dovere di intervenire in questioni di questo tipo, cosa che continuerò a fare.
È ovvio che io per primo sono favorevolissimo al recupero di quel che rimane dell’anfiteatro romano e ne fanno fede i miei precedenti interventi degli anni ‘80 già ricordati, ma non per questo devono essere cancellate le testimonianze della storia successiva. Fatte è ovvio le dovute proporzioni, non credo che qualche “direzione scientifica” abbia mai pensato di distruggere le abitazioni che circondano la piazza dell’anfiteatro di Lucca, quelle sullo stesso anfiteatro romano di Venafro (IS), o del palazzo Orsini edificato tra i resti del teatro di Pompeo a Roma o i palazzi di piazza Navona costruiti sui resti dello stadio di Domiziano, solo per citare alcuni notissimi casi; casi famosi è vero, ma che rientrano tutti nella stessa tipologia di emergenze storiche-archeologiche e di riuso di resti di strutture romane avvenuto nel corso dei secoli successivi.
Per questo costituiscono un “unicum” storico-edilizio di grande valore, come lo costituiva, ripeto, fatte le dovute proporzioni, il casale in questione inserito nella struttura dell’anfiteatro. Non si venga a dire poi che la demolizione era necessaria in quanto “propedeutica” alla progettazione dello scavo archeologico, perchè non è vero, in quanto la costruzione occupava solo una parte ridotta di tutto l’ovale dell’anfiteatro, e quindi le operazioni di scavo avrebbero potuto procedere senza difficoltà lungo tutto il resto del perimetro, salvaguardando sia lo stesso casale, sia le strutture archeologiche; la stessa costruzione sarebbe stata un perfetto “contenitore” per eventuali ritrovamenti o contenitore didattico illustrativo, come ipotizzato nel bando di venti anni fa.
In ogni caso, al di là di “direzioni scientifiche” la cui opinione pare che muti a seconda dei tempi o di altro, Codesta Società avrebbe dovuto richiedere una consultazione di studiosi e di rappresentanti del territorio ben più ampia di quella della sola “direzione scientifica”, prima di procedere a quello che io, e come me tanti altri, continuo a ritenere uno scempio di cui non si ravvisa alcuna necessità logica né culturale, anzi esattamente il contrario

Antonino Grincia
Sindaco di Aquino

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