Studi Cassinati, anno 2005, n. 3
di Roberto Molle
20 Gennaio 1944 i ragazzi della 36ª Divisione Texas vanno a morire nelle gelide acque del fiume Gari … e lo sanno. Tutti, dal più alto in grado all’ultimo soldato, conoscono il loro destino: è impossibile che l’attacco abbia successo, ma eseguono ugulmente gli ordini, andare avanti. Oltre 5.000 soldati andranno all’attacco, ben 2.000 saranno i morti, i feriti, i dispersi, i prigionieri: è una delle pagine più terribili della Battaglia di Cassino, ma anche di tutta la seconda guerra mondiale: i soldati lo chiameranno The Bloody River, il fiume insanguinato.
Siamo certi che la giornata dell’11 settembre 2005 rimarrà fissa a lungo nella memoria di quanti hanno avuto la fortuna di partecipare al raduno dei reduci della 36ª Divisione di Fanteria “Texas” e delle loro famiglie a Cassino. In Abbazia prima, al “Cassino War Memorial” dopo, infine a Sant’Angelo in Theodice.
Non capita tutti i giorni infatti di trovarsi al cospetto dei protagonisti di quella stessa Storia, nelle sale del Museo, che cerca di riportare alla memoria quei fatti e di renderli visibili a quanti ne hanno solo una conoscenza tramandata dai libri o dai documentari.
La giornata si è aperta intorno alle 12.30, con l’arrivo dei Veterani con i loro famigliari al seguito al “Cassino War Memorial” di via Ausonia. Il giusto feeling con questi uomini è nato spontaneamente, senza bisogno alcuno di eccessive presentazioni o preamboli. La loro disponibilità a farsi fotografare, così come anche a narrarci i fatti di quel duro gennaio a Cassino è stata totale e assoluta.
Alcuni di loro hanno fatto tutta la Campagna d’Italia, sbarcando a Salerno nel settembre del 1943, per approdare a Cassino combattendo nella dura battaglia del Rapido e poi, ancora, ad Anzio.
Successivamente, dopo lo sfondamento delle linee difensive tedesche sul Monte Artemisio, hanno “sfiorato” Roma per proseguire verso nord, all’inseguimento delle truppe tedesche di Kesselring ormai in ritirata.
Poco più tardi, in agosto, sono sbarcati nel sud della Francia, proseguendo l’avanzata e combattendo contro le divisioni germaniche messe in fuga dallo sbarco Alleato in Normandia.
Inutile dire che il rivedere i tanti reperti esposti nel Museo ha destato notevole interesse in questi ex combattenti, così come il ritrovarsi davanti alle proprie divise di un tempo, agli effetti personali ed a tutti quegli oggetti che li accompagnavano nella loro vita quotidiana di soldati al fronte.
Dopo il pranzo, lo Staff del “Cassino War Memorial” ha accompagnato gli Ospiti a S. Angelo in Theodice, per celebrare il ricordo di quanti, in quel duro inverno del 1944, persero la vita alle porte di Cassino. Per l’occasione, l’esperto uniformologico del War Memorial, Giancarlo Langiano, ha trasportato i Veterani su un fuoristrada d’epoca Dodge, in tutto e per tutto fedele a quelli in uso presso le Forze Armate USA nel tempo di guerra. Sembrava di essere tornati indietro di sessanta anni veramente!
La cerimonia, svoltasi nella piazza principale del paese, è stata toccante e solenne. La delegazione di ex combattenti, alla presenza delle Autorità civili e militari locali, ha deposto una corona di fiori al monumento in memoria della “Texas” mentre un drappello dell’80° Rgt. RAV di stanza a Cassino rendeva l’onore delle armi ai caduti.
Subito dopo, i partecipanti si sono spostati nella parte bassa di S.Angelo, in prossimità del ponte che varca il fiume, dove il generale americano McPhee ha preso la parola ricordando i sacrifici compiuti dai militari statunitensi e dalla popolazione civile italiana, sottolineando che “quei soldati combatterono per affermare i
principi della libertà e quindi non vanno dimenticati”. Il Sindaco di Cassino, Dott. Bruno Scittarelli, a nome della città, ha ringraziato coloro che diedero la loro vita per la nostra libertà, ma ha anche ricordato che il valore più alto da tutelare è la Pace e che bisogna in ogni modo perseguirla, come dice la Costituzione Italiana, evitando di risolvere le dispute internazionali con la forza.
Il plotone d’onore era composto da rappresentanti delle quattro Forze Armate USA (Aviazione, Marina, Esercito e Marines), ha quindi posto le bandiere davanti alla “Campana della Pace”, sita sulla riva sud del fiume, per poi rendere onore ai caduti.
Alla fine della cerimonia, la delegazione americana ha ringraziato quanti, Autorità civili e militari, hanno reso possibile questa manifestazione; in particolar modo il generale McPhee (venuto appositamente da Baghdad, dove si trova attualmente con la sua unità), ha espresso parole di ringraziamento e di lode per l’ospitalità e la collaborazione italiana alla buona riuscita della manifestazione.
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