Il Secondo Convegno Epigrafico Cominese a San Donato V. C.

 

Studi Cassinati, anno 2005, n. 3

di Claudia Cedrone 

Il 28 maggio 2005 si è svolto nella sala del teatro comunale di San Donato Val di Comino il secondo convegno epigrafico cominese. Il primo si era tenuto nel Palazzo Ducale di Alvito il 5 giugno dello scorso anno. Entrambi i convegni, organizzati dall’Associazione di promozione sociale “Genesi” con il coordinamento del presidente Domenico Cedrone e sponsorizzati dalle Amministrazioni comunali dei paesi che hanno ospitato la manifestazione, hanno arricchito la storia epigrafica della Valle di Comino offrendo nuove prospettive di studi.
Il convegno di quest’anno, che ha messo in risalto lo scambio socio-culturale tra la Valle e le popolazioni limitrofe in epoca romana, dopo il consueto saluto delle autorità intervenute, l’Assessore provinciale alla Cultura Dott. Roberto di Ruscio, l’Assessore comunale alla Cultura Carlo Rufo e il Sindaco di San Donato Dott. Antonello Antonellis, ha visto la partecipazione di illustri studiosi di epigrafia.
Ad aprire gli interventi è stato il Dott. Marco Buonocore, Scriptor Latinus e Archivista Capo della Biblioteca Apostolica Vaticana, che ha parlato di “Aufidena romana: storia, epigrafia, territorio”. Lo studioso ha affermato che, sebbene l’Aufidena romana (oggi Castel di Sangro) non abbia restituito una copiosa documentazione epigrafica, le iscrizioni rinvenute consentono di conseguire risultati di un certo spessore ai fini di una corretta lettura della sua res publica, e comunque decisamente maggiori di quel poco che le fonti letterarie ci hanno tramandato. Aufidena, menzionata la prima volta da Livio nel 298 a.C., divenne municipium solo nella tarda età cesariana (post 49 d.C.), se non augustea, secondo quella caratteristica comune che contraddistingueva la serie dei municipia istituiti ex novo nei distretti dell’ager Romanus. I suoi cittadini furono prevalentemente iscritti, come il resto dei Pentri, nella tribù Voltinia. Tra le cariche, oltre a quella del duoviro, sono attestate quella del quaestor pecuniae alimentariae, che presupponeva gli alimenta traianei, e quella del quaestor pecuniae publicae, preposto, cioè, all’amministrazione della cassa pubblica, entrambe cariche a cui dovevano essere chiamati personaggi di provata esperienza finanziaria e di collaudati sani principi morali. Le circa 50 iscrizioni fino ad ora conosciute consentono di tracciare un quadro abbastanza significativo di questa città romana, che sino a tutto il IV secolo d.C. si dimostrò essere – non da ultimo per la sua posizione geografica – un centro di notevole interesse politico ed economico.
Il Prof. Mika Kajava, direttore dell’Institutum Romanum Finlandiae, in omaggio al comune cominese che ha ospitato il convegno, ha trattato l’argomento “La collezione epigrafica del Palazzo Quadrari a San Donato V. C.”. Il professore finlandese, dopo la pubblicazione di un nuovo frammento epigrafico di Atina, ha presentato un quadro generale della figura di Giustino Quadrari, dotto abate sandonatese, che oltre ai suoi tanti lavori sulla dottrina della chiesa e sui papiri ercolanesi, si dedicò anche allo studio della storia locale e del patrimonio storico-archeologico del suo paese. Dal suo epistolario risulta che già alla metà del 1800 aveva raccolto delle lapidi antiche provenienti senza dubbio da S. Donato e dintorni, vale a dire dall’Atina romana, che in seguito vennero murate lungo le scale del suo palazzo (ora Fabrizi). Queste epigrafi, tuttora conservate, danno una testimonianza non solo di un appassionato collezionista ma anche della cultura epigrafica cominese di 2000 anni fa.
Il Prof. Cesare Letta, ordinario di Storia Romana dell’Università di Pisa, con la comunicazione “Il culto del Fucino lontano dal bacino del lago”, ha ripreso in esame le testimonianze relative al culto anticamente reso al lago Fucino come divinità. Alle attestazioni epigrafiche provenienti dalle immediate vicinanze, distribuite tra il III e il I secolo a.C., ha proposto di aggiungere anche il misterioso Albensis Pater di una dedica perduta di Alba Fucens. Ma la sua attenzione si è concentrata soprattutto sulle attestazioni al di fuori del bacino del lago e del territorio dei Marsi. La presenza a Histonium – Vasto di un Fucinalis, cioè di un sacerdote del dio Fucino, tra I e II secolo d.C., è stata spiegata con la presenza di famiglie di origine marsa in relazione alla transumanza. La menzione del dio Fucino, insieme agli Dei Indìgeti, al dio Fiscellus (il dio del Gran Sasso) e ad altre divinità in un testo rituale di Alatri della seconda metà del I sec. a.C., è stata spiegata invece con le tradizioni sulle origini degli Ernici, considerati derivati dai Marsi, a loro volta derivati dai Sabini. Il Prof. Letta era presente anche allo scorso convegno epigrafico con l’argomento “Spigolature dalla collezione Graziani di Alvito: i materiali epigrafici della Marsica”.
La Dott.ssa Maria Giudici, dell’Università “La Sapienza” di Roma, con il suo intervento “Osservazioni e problematiche sulla dedica di Atina a Mars sive Numiternus” ha proposto nuove riflessioni sull’epigrafe CIL X 5046, la dedica a Marte Numiterno per l’appunto. L’iscrizione è stata esaminata sotto due punti di vista: da un lato è stato preso in esame l’appellativo Numiternus alla luce delle nuove ricerche, muovendo delle critiche alle tre interpretazioni che lo volevano indicare una divinità osca, una divinità derivata da un culto di una gens Numitoria della zona o dall’unione dei termini Numen ed Aeternus. Dall’altro è stata analizzata l’iscrizione inserita in un contesto storico-economico con la presenza rilevante di un liberto imperiale di età adrianea.
Il Prof. Paolo Poccetti, ordinario di Glottologia e Linguistica dell’Università “Tor Vergata” di Roma, con l’argomento “Correnti e variazioni linguistiche nell’area cominese in età preromana e romana” ha asserito che la Valle di Comino è particolarmente interessante dal punto di vista topografico ed etno-linguistico dell’Italia antica, in quanto fin da età pre-romana si presenta terreno di contatto, di intersezione e confine linguistico tra diverse varietà di lingue e di etnie che coappartenevano al ceppo delle lingue italiche, Marsi, Volsci, Sanniti. La documentazione pre-latina più tangibile è riferibile all’osco che apparentemente sembra aver obliterato strati linguistici precedenti (riferibili per esempio al livello volsco). In particolare, i testi oschi dell’area cassinate sembrano indicare rapporti più diretti con gli ambienti linguistici campani con cui si mostrano solidali anche i dati affioranti dalle iscrizioni osche di Villetta Barrea conservate nella collezione Graziani ad Alvito, rivelando una solidarietà linguistica tra i due versanti della montagna. Tale circostanza ne conferma l’appartenenza all’antico territorio di Atina che si evince dalla documentazione epigrafica latina.
Il Prof. Heikki Solin, titolare della Cattedra di Filologia Latina dell’Istituto Classico dell’Università di Helsinki, ha chiuso gli interventi con la comunicazione “Atina romana: storia e amministrazione”. L’insigne epigrafista ha posto interessanti osservazioni su alcune cariche pubbliche documentate ad Atina dalle iscrizioni rinvenute. Il Prof. Solin era presente anche al convegno dello scorso anno con il contributo: “Al territorio di quale città romana sono appartenute le città di Opi e Villetta Barrea?”.
Il presidente dell’Associazione “Genesi” Domenico Cedrone, nel compiacersi per l’andamento dei lavori che hanno aperto nel campo delle indagini storiche della Valle due nuovi orizzonti, uno a oriente con Aufidena e uno a settentrione con l’area fucense, ha reso nota la sua intenzione di istituzionalizzare la manifestazione coinvolgendo l’Amministrazione Provinciale di Frosinone, la XIV Comunità Montana di Atina, l’Università degli Studi di Cassino e i Comuni coinvolti nelle ricerche storiche.
Il Prof. Paolo Poccetti ha chiuso i lavori presentando il libro contenente gli Atti del convegno tenutosi ad Alvito lo scorso anno. Il volume Le epigrafi della Valle di Comino, Atti del primo convegno epigrafico cominese, curato dal Prof. Heikki Solin e stampato nel mese di maggio del 2005 dalla tipografia “La Monastica” di Casamari, può essere richiesto all’Assessorato alla Cultura della Provincia di Frosinone. Il prossimo convegno è previsto per la primavera del 2006 ad Atina e in quell’occasione dovrebbero essere presentati gli Atti del secondo incontro tenutosi a San Donato.

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