Studi Cassinati, anno 2005, n. 2
di Ettore Noschese
Il rudere di una torre appartenente all’ultima fase costruttiva delle fortificazioni di S. Germano (odierna Cassino), nonostante abbia oltre mezzo millennio, continua a sfidare il tempo. L’archeologo Gianfilippo Carrettoni aveva disegnato la pianta delle fortificazioni medioevali1 ed il Grossi raffigurò queste ultime in un eccezionale acquerello2. Oggi il rudere, situato nei pressi di quella che nell’anteguerra era chiamata Piazza Castello (nell’attuale S. Silvestro Vecchio) risulta interrato per almeno tre metri e conserva ancora parte delle sue postazioni di avvistamento e difensive, in parte completamente interrate, cosa, questa, che ne ha consentito la conservazione fino ad oggi, nonostante le devastazioni di ogni genere.
Una ostinata quanto opportuna ricerca ha permesso di identificare e di tracciare un quadro complessivo dello straordinario edificio.
Esso presenta i segni dell’opera distruttiva avvenuta nei secoli passati ed in particolare nella seconda guerra mondiale, durante la quale l’edificio fu utilizzato quale rifugio per diverse decine di persone e poi come postazione militare dai tedeschi. Nel dopo guerra il rudere divenne una cantina.
Oggi, ubicato in un fondo privato, nascosto tra abitazioni e vegetazione, quasi per volersi proteggere da sguardi importuni, attende che gli uomini si ricordino di lui, ne curino le sue non poche ferite e ne raccontino la storia.
Ubicazione.
La torre è situata nel rione S. Silvestro Vecchio, nelle immediate vicinanze di dove un tempo si trovavano piazza Castello e via della Portella, poco distante dalla stradina basolata, ancor oggi esistente, che portava alla chiesa di S. Pietro di Castello; lì vicino c’erano anche le chiese di S. Anna e dello Spirito Santo e le Scuole Pie.
Nelle vicinanze c’era, in altri tempi, pure la Porta di Piedimonte3.
Una località Turricella, in contrada S. Pietro di Castello, viene citata, nei Regesti dell’Abbazia di Montecassino, nel sec, XIV4.
L’aspetto esterno.
È costruita in pietrame calcareo chiaro di varia grandezza unitamente a frammenti di mattoni e piccoli ciottoli che ne riempiono gli spazi più grandi. Ad altezze regolari si notano strati più consistenti di materiale cementizio
All’altezza di centimetri 160 dal piano di campagna vi è un filare di blocchi squadrati scuri alti centimetri 24 e lunghi fino a 50 centimetri. È anche visibile la caratteristica struttura a scarpa.
La sua altezza è di metri 5,80 dal piano di campagna.
Attualmente un’apertura larga 175 cm, alta cm 150 – delimitata da un filare di blocchi per lato – avente la forma di un corridoio lungo oltre 4 metri, coperto a botte e notevolmente inclinato verso il basso, consente l’accesso all’interno. Anche il piano inferiore (costituito da materiale di risulta) è inclinato verso il basso. Detta apertura è rivolta verso la strada comunale.
Nel lato rivolto verso via del Foro sono tuttora ben visibili due feritoie: quella superiore rettangolare per gli arcieri e quella inferiore, circolare, per gli archibugieri. Le due feritoie sono poste quasi al limite superiore della costruzione che in questo punto è di metri 5,80; mentre il muro sul quale sono inserite ha lo spessore di 105 centimetri.
Grazie alla presenza delle due feritoie è stato possibile l’individuazione del rudere la cui vetustà non lascia ombra di dubbio.
Il lato che guarda la vicina Rocca Janula, opposto all’ingresso attuale, è quello meno alto e, per la presenza di un muro sul quale la torre è parzialmente inserito, non è visibile.
L’aspetto interno.
Una ingente quantità di materiale di scarico costituisce il “pavimento” attuale non livellato della costruzione che risulta interrato di oltre un metro rispetto al piano di campagna. All’osservatore appare un ambiente di forma quasi sferica (diametro dall’apertura alla parete opposta metri 5; diametro massimo metri 5,80).
La copertura è a cupola con un foro centrale (richiuso da tempo) del diametro di cm. 50-60.
L’altezza dovrebbe essere compresa tra i 4,5 ed i 5 metri (dal “pavimento” attuale); a tratti si notano tracce di intonaco.
Si notano tre nicchie (senza strombatura) per il corpo di guardia poste tutte alla stessa altezza – cm. 110 – e sono tutte colme di detriti di ogni genere (le dimensioni sono: altezza 140 cm e larghezza 90; la seconda a destra è larga 110 cm.) mentre la profondità delle stesse è di poco inferiore ai 4 metri. La nicchia di sinistra è posta a 140 cm dall’ingresso e quella di destra a 130 cm.
In corrispondenza di queste tre nicchie, all’esterno, vi sono altrettante feritoie che consentivano al corpo di guardia di scrutare l’orizzonte dal vallone di S. Silvestro alla zona dell’attuale chiesa di S. Scolastica.
Una serie di ben 14 aperture – cm 20×20 – delimita la zona superiore cilindrica interna del locale.
Due aperture nella volta – ostruite verso l’esterno – poste ai due lati dell’attuale ingresso, sono state sicuramente procurate durante l’ultima guerra.
Tra la prima nicchia e prima della seconda di destra in basso si scorge un’apertura ad arco larga 110 cm. Procedendo distesi sul pavimento ci si accorge che il “passaggio” è la parte superiore dell’arco di una porta (delimitata da blocchi ben squadrati) larga 150 cm – profonda 120 cm –. Si giunge in un locale sempre ricolmo di materiale di riporto che ha le seguenti misure: lato porta largo metri 2,90, lunghezza metri 3,10-3,20; la parete di fondo è più stretta ed ha due postazioni di difesa: quella di sinistra a sezione rettangolare, che va via via restringendosi, e quella di destra, che ha nel suo interno un restringimento a sezione circolare. Le due feritoie sono profonde un metro circa e risultano ovviamente ostruite verso la fine.
Il cielo è a botte e sembra fatto con pietre “a cuneo” sulle quali si sono depositate incrostazioni di calcio e larve di insetti. La porta di questo ambiente presenta la stessa caratteristica di quella d’ingresso: cielo a botte con piano inclinato verso il basso.
Nella parte diametralmente opposta all’ambiente ora descritto ne esiste un altro simile ma di misure ridotte: lunghezza metri 2,90 ed ha due feritoie; presenza di blocchi calcarei ben squadrati. Una moltitudine di insetti ricopre quasi interamente l’ambiente.
Le due strutture difensive erano rivolte, una verso via del Foro-chiesa di S. Scolastica, l’altra verso il vallone di S. Silvestro Vecchio.
Considerando i due locali sotterranei, l’altezza complessiva della torre è di metri 9 circa.
1 G. Carettoni, Fortificazioni medioevali di Cassino, estratto da “Palladio”, Rivista di Storia dell’Architettura, Luglio- Dicembre 1952.
2 Disegno settecentesco in Museo di Montecassino.
3 O. Del Foco, Cassino e le sue acque, Milano 1902, rist. anastatica F. Ciolfi 2005, Tav. 2.
4 In un documento datato 14-2-1356, a pag. 31 del vol. XI dei Regesti dell’Archivio di Montecassino, Roma 1977.
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