Studi Cassinati, anno 2004, n. 1/2
Nacque a Cassino l’8 agosto 1865 e si laureò in giurisprudenza all’Università di Napoli a 23 anni, il 2 agosto 1888. Dedicandosi alla professione forense, vi si distinse subito per la sua intelligenza acuta ma volta al pratico, per la sua sicura preparazione.
Nel 1896 a 31 anni entrò nella vita cittadina, rivelandosi subito uomo pieno di iniziative, ricco di idee, tenace, accorto organizzatore, brillante ed anche fortunato realizzatore amministratore saggio, lungimirante.
Eletto consigliere comunale nel 1896, ebbe nel 1900 l’incarico di assessore ai Lavori Pubblici; tale carica fu il suo banco di prova, la sua pedana di lancio.
Eletto sindaco nel 1909, tenne tale carica fino al 1919, realizzando opere meravigliose che diedero a Cassino un volto nuovo; sotto la sua sapiente mano da caratteristica angusta cittàdina medioevale venne rapidamente trasformata in una moderna, ariosa città, adagiata nella pianura, arditamente protesa verso la stazione.
Con la captazione delle acque di Capodacqua realizzò l’acquedotto civico con il serbatoio, che ancora oggi con variazioni, ampliamenti, perfezionamenti, rifornisce d’acqua tutta la città; fece costruire un grande, solenne edificio per il Liceo Classico «Carducci», che era a quei tempi l’unica scuola secondaria superiore in Cassino. Tale edificio risultò attaccato al palazzo comunale preesistente.
Palazzo comunale e teatro erano stati costruiti sulle murature rimaste incompiute di quella che doveva essere la stazione ferroviaria cosiddetta di «testa», che come quelle delle grandi città – Napoli, Roma, Milano ecc. – doveva sorgere quasi nel centro della cittadina.
Il primitivo progetto fu successivamente modificato e, quando fu poi realizzato, la stazione di Cassino, al termine del Viale Dante, divenne semplicemente una stazione di transito.
Con l’abbattimento di case vecchie, iniziò lo sventramento di borghi malsani, che si proponeva di trasformare in graziosi rioni: realizzò opere sanitarie e di bonifica di grande importanza per l’igiene cittadina.
Durante la prima guerra mondiale si adoperò coraggiosamente ed efficacemente per il rifornimento alimentare della città.
Il suo capolavoro fu però il piano regolatore, documento ardito e geniale, approvato nel 1918. Attraverso la sua realizzazione, Pinchera si proponeva di «sventrare il Monte», le case cioè appollaiate lungo le pendici della Rocca janula, per spostare, successivamente, tutta Cassino nella pianura. Il piano regolatore rimase, purtroppo, sempre incompiuto; lo «sventramento del Monte» sognato dal Pinchera fu accuratamente realizzato durante I’ultima guerra con la distruzione totale della città.
Dimessosi nel 1919, il Pinchera si ritirò a Napoli, per sorvegliare e curare l’istruzione dei figli e per riprendere l’esercizio della sua attività professionale.
Nel giugno 1927, infine, cedendo agli insistenti richiami, tornò al suo posto di comando come primo Podestà di Cassino.
L’ingresso nella sua città nativa, dopo otto anni di assenza, fu un avvenimento strepitoso, mirabile, rimasto sempre vivo nella memoria di coloro che v’assistettero; scene indescrivibili di toccante entusiasmo, con pianti, grida, acclamazione, invocazione, si verificarono durante tutto il percorso del corteo, che attraversò il vecchio caratteristico Corso, tra una folla entusiasta fino al delirio, commossa fino alle lagrime.
In un anno appena di duro lavoro, realizzò, compì opere meravigliose.
Portò a compimento innanzi tutto le opere iniziate durante un periodo del suo sindacato, rimaste incompiute durante la sua assenza: il palazzo del Ginnasio-Liceo ancora grezzo all’esterno, ebbe una bella facciata uso travertino a stucco ed una magnifica aula magna con soffitto a cassettoni di legno, l’antica sala del Consiglio Comunale di Cassino fu restaurata, abbellita, diventando così sala riunioni; anche tutto il Municipio fu restaurato ed ebbe nuovi mobili, le ville comunali furono sistemate e fu innalzato davanti al Municipio il Monumento ai Caduti.
Fu inoltre eseguita un’accurata revisione all’acquedotto con conseguente, sensibile miglioramento di tutto il servizio dell’approvvigionamento idrico.
Fu varato il progetto dell’Ing. Ferdinando Bologna per l’impianto di sollevamento dell’acqua dal serbatoio comunale a Montecassino; nel settembre del 1929 fu così inaugurato l’acquedotto di Montecassino.Il piano regolatore, creatura prediletta di Pinchera, fu ripreso e fu iniziata la realizzazione di uno stralcio.
Il progetto di tale stralcio con l’aggiornamento dei prezzi – opera sempre dell’Ing. Bologna – comprendeva il risanamento e la realizzazione delle strade del cosidetto quartiere Sferracavalli; tali lavori, iniziati sotto il Podestà Pinchera, furono successivamente continuati e portati a termine sotto il Podestà Di Giovanni. Furono espurgati il Gari e tutti i corsi d’acqua che nascono dalle sorgive di Cassino.
Nella zona attorno alla via Sferracavallo, su terreno della famiglia Petrarcone, fu realizzato il Campo Sportivo; fu eseguita la bitumatura della strada di Montecassino, furono progettate o iniziate altre opere, come il Parco della Rimembranza e il nuovo mercato.
Approssimandosi la solenne celebrazione dell’anno Benedettino, il Pinchera, divenuto Presidente del Comitato Esecutivo per la celebrazione del XIV Centenario Benedettino, lancia l’idea di una Mostra-Fiera del mercato italiano, che fu poi successivamente realizzata dal 21 marzo al 21 ottobre 1929.
Lanciò ancora arditamente l’idea della Provincia di Cassino, di cui aveva fatto preparare una cartina che andava mostrando a tutti.
Già questa semplice elencazione di opere sbalordisce e ci si domanda stupiti come mai un uomo, in così breve tempo, sia riuscito a far tanto ed a progettare tante cose.
Eppure – incredibile ma vero – quest’uomo, divenuto bersaglio di attacchi violenti e ripetuti, dopo appena un anno di governo sdegnosamente si dimette, dignitosamente si ritira e non ritorna più a Cassino, che tanto amava, morendo così lontano dalla sua terra.
Gli succede per brevissimo tempo il Comm. Dott. Giuseppe Scaglioni Vice-Pretore Ispettore della Provincia: viene poi nominato definitivamente Commissario Prefettizio il Comm. Ferrero.
Comincia così per Cassino la lunga serie dei Commissari Prefettizi, di tanto in tanto interrotta da qualche Podestà cittadino.
Intanto Pinchera vive lontano, a Napoli, ed a Napoli muore l’amministratore, cui la Cassino anteguerra doveva quanto di meglio aveva.
Non voglio fare considerazioni, né trarre conclusioni o deduzioni da quanto modestamente ho esposto; ringrazio sinceramente l’Ing. Bologna per tutte le preziose notizie che mi ha cortesemente fornito e mi scuso per non aver saputo fare di più e meglio.
Angelo Gaetani
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