Studi Cassinati, anno 2002, n. 2
di Emilio Pistilli
Tra i più accorti e appassionati custodi delle antichità di Cassino va senza dubbio annoverato l’abate Filippo Ponari. Tutti gli “addetti ai lavori” lo conoscono per la sua pubblicazione “Ricerche storiche sulle antichità di Cassino”, stampato a Napoli nel 1867. Il libro, a parte le discutibili disquisizioni storiche dettate dalla cultura romantico-archeologica del suo tempo, è prezioso per le testimonianze dirette sullo stato del patrimonio di antichità di Cassino, che solo da qualche anno (1863) aveva mutato l’antico nome di S. Germano in quello attuale. La raccolta epigrafica da lui pubblicata in appendice al volume è un po’ una riedizione di quella già da tempo in corso da parte di Teodoro Mommsen, a cui aveva aggiunto del suo, ma costituisce la prima raccolta organica del patrimonio epigrafico cassinate dopo quella piuttosto sommaria del Gattola.
L’opera è ormai quasi introvabile e si attende qualche volenteroso ente disposto a farne una ristampa anastatica.
Della vita di Filippo Ponari sappiamo ben poco, quasi nulla. Il fortunato ritrovamento di alcuni fascicoli nell’Archivio Centrale dello Stato di Roma nella primavera del 1999 ci fornisce qualche ragguaglio sulla sua attività di ricercatore: ora sappiamo, ad esempio, che fu Ispettore agli Scavi e ai Monumenti di Cassino e che ebbe stretti contatti con la Commissione Archeologica del Regno a cui segnalava puntualmente ogni piccolo ritrovamento archeologico sul territorio.
Ma proprio quei fascicoli – della cui disponibilità devo essere grato alla Sovrintendente Prof.ssa Paola Carucci, dell’Archivio Centrale dello Stato – costituiscono una preziosa fonte di notizie di prima mano su ritrovamenti di cui non si avevano più notizie; per questo si possono considerare un vero e proprio aggiornamento al suo libro del 1867.
Si tratta di un carteggio tra don Filippo Ponari e il Presidente della Commissione Archeologica del Regno, Prof. Giuseppe Fiorelli, più volte citato dal Mommsen per il suo “Notizie degli scavi”, edito a Napoli nel 1878; non mancano lettere di altri personaggi come l’ispettore Gabriele Iannelli, della Commissione Archeologica di Caserta e il cassinese D. Cesare Quandel.
Il compilatore del Corpus Inscriptionum Latinarum (C.I.L.), Teodoro Mommsen, nell’edizione del 1883 – cui qui si farà riferimento d’ora innanzi – dice del Ponari: «L’arciprete cassinate Filippo Ponari non mi fu solo guida e compagno a Cassino e per l’agro cassinate nella ricerca di lapidi scritte, ma mi concesse anche di consultare la storia di Cassino, che conserva ancora inedita, in particolare la sezione epigrafica, vale a dire le iscrizioni cassinati in numero 105 e di Interamna in numero 27[1]».
Qui si è scelto di riportare integralmente le lettere conservate nel fondo dell’Archivio di Roma M.P.I. AABBAA, Vers. I, B. 15, fasc. 26-6 e che vanno dal 1875 al 1879.
Si avverte che nello stesso fondo ci sono altri carteggi relativi a Cassino; uno riguarda l’istituzione di un museo in Cassino (B. 187, fasc. 28-3), l’altro monumenti sepolcrali in S. Elia Fiumerapido (B. 15, fasc. 26-6) che qui si riporta per intero.
Alle lettere che seguono c’è poco da aggiungere, salvo sottolineare la loro importanza per i dettagli topografici che se ne possono trarre circa l’antica Casinum nella zona tra il teatro romano e la rotabile per Montecassino[2], in particolare all’interno del primo tornante, verso cui convergono le strade basolate provenienti dall’ingresso est al teatro, dalla Porta Campana presso l’odierno museo archeologico e dalla zona detta dei Cappuccini; nella stessa area è stata segnalata, in profondità, la pavimentazione di una piazza[3].
Cassino, 20 Agosto 1875
- Circolare
Cassino
(Caserta) – Ponari
N°. 1152
Direz. Arch.
Al Signore
Il Sig. Commr. Giuseppe
Fiorelli – Presidente
della Commissione Archeologica
del Regno.
Signore.
Dovendo rispondere alla Circolare del 13 Agosto corrente ò creduto far ridurre in un piccolo libro[4] le Iscrizioni e i Disegni di alcuni dei principali monumenti di Cassino, a cui è duopo provvedere, e mi onoro rimetterlo alla S.V. per mezzo della stessa Posta.
Venendo poi alla Circolare io credo che in nessuna contrada l’opera riparatrice della Commissione Archeologica arrivi cotanto opportuna e promettitrice di bene quanto in questa, ove sono le due antiche città di Cassino ed Aquino che figlie entrambe di una medesima civiltà, situate com’erano sulla stessa via Latina ebbero una medesima sorte di distruzione.
Tralascio qui di mostrare quanto opportuno sarebbe che la conservazione delle antichità di queste due terre fosse egualmente comune, perché essendo ora Aquino alla condizione di un piccolo paesello mal potendo provvedere ai propri monumenti, incorporata a Cassino renderebbe in breve abbondante la raccolta ossia Museo[5] che intendesi collocare in Cassino, basterebbe solo che vi fosse una distinzione dei monumenti dell’una e dell’altra terra. Ma senza insistere sopra ciò passo ad indicare i principali monumenti di Cassino che richieggono spese di custodia e di restauro.
Non istarò a rifare qui la storia di questa vetusta Città dove i sapienti stessi della civiltà latina, al tempo che la loro coltura era salita al colmo, trovarono monumenti dell’età trascorse degni di meditazione, e di studio, come fece il dottissimo Marco Terenzio Varrone, che ivi e non altrove volle che fosse il celebre suo Diversorium che fu da lui arricchito dei più celebri monumenti di arti e di lettere.
Restringendomi a pochi ed ai più considerevoli dirò che Cassino conserva ancora avanzi di mura Pelasgiche maravigliose e un Ipogeo o Cripta che voglia dirsi costruita a grossi massi rettangolari senza malta e trabeazione, ma invece con volta con quattro luci all’interno, come puó vedere dal disegno che ne riproduce una sezione[6]. Nessuna cura si dovrebbe tralasciare perché questo rarissimo monumento fosse isolato dalle costruzioni che vi sono state fatte abusivamente intorno.
Analogamente a questi vetusti avanzi sono ora apparse lungo la costa del monte alcune profonde e larghe fovee tagliate nel vivo della roccia, che, persone che vi sono discese, assicurano che siano molto ampie e sostenute di tratto in tratto da altissimi pilastri. Una esplorazione in questi cavi del monte non sarebbe superflua anzi credo utilissima.
Vengo poi ai monumenti più recenti.
Reclamano, dirò così, la carità della Commissione Archeologica un buon numero di iscrizioni lapidee che sono sparse quà e là per le vie e le campagne della Città. Sebbene sieno già state pubblicate, purtuttavia è interessante che gli originali non vadano del tutto a perire, ma invece sieno raccolti in un locale del Municipio, e che sieno raccolti gli avanzi di molte colonne, alcune delle quali anche scritte, e di capitelli che sono egualmente sparsi per le vie.
Fra questi ruderi così esposti all’ingiuria del tempo e della mano dell’uomo, àvvene uno di cui il disegno è nel libro[7], che è un vaso di travertino, il quale ricorda il tempo di Ercole, di cui sono in piede ancora gli avvanzi, presso il Vetus Forum rammentato dal dottissimo Varrone, a cui è a riferirsi una bella iscrizione che ricorda in Cassino una manzione di Sacerdoti Salii che forse son quelli, dai cui monumenti il dottissimo fra i Romani seppe estrarre larga copia di dottrina, meglio che non aveva fatto il suo maestro Elio Silone. Questo bellissimo monumento adunque dovrebbe essere raccolto senza indugio in un locale, come le epigrafi e le colonne.
Ma soprattutto poi attirano lo sguardo della commissione due grandi edifizi, dico il Teatro e l’Anfiteatro, e il primo piucché il secondo. Mi vergogno dover qui ridire in qual maniera tenuto; basta annunziare che vi si seminano biade e spesso si fa servire a ricoverare bestie da un contadino che se ne è impadronito, e pure esso è un monumento rarissimo in queste contrade e bellissimo per ornati e costruzione. Dalla pianta che troverà nel libro[8], puó scorgere con quanto magistero ed arte sia stato in origine costruito.
Ora a fare che questo monumento non scomparisca dalla vista degli uomini è necessario che in prima sia chiuso e ben custodito, e poi si pensi a sgombrarlo dalla terra che lo tiene ricolmo, la qual cosa dà anche la certezza che vi si possano rinvenire nuovi monumenti.
Lo stesso dovrebbe farsi per l’anfiteatro.
Provveduto a questi due edifici, converrà poi rivolgere l’attenzione agli avanzi della scuola varroniana ove sarebbe a disseppellire un mosaico che io ò fatto in parte scovrire. A determinare la spesa per tutte codeste opere io mal potrei farlo da me. Credo che miglior consiglio sarebbe inviare sopra luogo l’Ingegnere della Commissione, ed assegnare una somma annuale proporzionata perché tutte le sopradette cose venissero fatte l’una per volta. Solo è a sperare che la Commissione prenda in considerazione queste antichità per tanti secoli lasciate in abbandono.
Gradisca le profferte della mia alta considerazione e mi creda
Suo Ottimo Servo
L’Ispettore
Cassino 20 Giugno 1876
Ispezione degli Scavi e Monumenti
di Capua
N°. 12
Oggetto
Antiche iscrizioni
in Cassino e Capua.
N°. 1779
Direz. Arch.
21 D°.
All’Onorevole
Sig. Direttore Generale
dei Musei e Scavi di Antichità
Roma
Mi affretto a trascrivere alla S.V. Ill.ma quanto mi viene comunicato dal Sig. Filippo Ponari in ordne ad alcuni scavi che si vanno eseguendo nei dintorni di Cassino.
«Riferisco alla S.V. alcuni monumenti avuti dagli scavi che si fanno tra le ruine dell’antica Cassino dai proprietari del luogo, sia per novelle costruzioni, sia per altre cagioni. Alcuni di essi rinvenuti alquanto tempo indietro possono essere già noti, ma non vedendoli pubblicati, stimo ben fatto parlarne. Prima di ridire delle iscrizioni, dirò di due tronchi di strada lastricata a grossi poligoni, e che hanno profonde calcature di ruote; l’uno scavato da’ Signori Petrarcone in una loro villa unitamente a varie iscrizioni; l’altro disseppellito in occasione di una nuova via che si sta costruendo per la Badia di Monte Cassino. Il primo più intero dell’altro sembra una continuazione della maggiore strada che attraversava la città da mezzodì a settentrione, rasentando il teatro[9]. È pensiero del proprietario di continuare a discovrirla, ma dubito che possa di molto continuare, perché a piccola distanza veggonsi muri ed edifici nuovi, che senza fallo avranno dovuto divellerla[10]. Presentemente essa ha una lunghezza di sei a sette metri ed a margini alquanto alti ai lati.»
«L’altro tronco percorre un cammino opposto scendendo pel declivio del monte e dirigendosi verso l’anfiteatro[11]. Ma questo è visibile solo in alcuni punti per essere sottoposto ad alcuni sentieri, che menano ai poderi circostanti.»
«Nella zona di terra poi intorno al primo tronco sonosi rinvenute alcune epigrafi, che si conservano dai Signori Petrarcone.»
«1°. Una epigrafe sepolcrale trovata sovrapposta ad un avanzo di condotto in direzione di una vasta terma, la quale epigrafe è incisa in una tavola in marmo, ed è così concepita.»
Planimetria zona archeologica di cassino
n·savonio n·f
pr
aspennia q·f pavlla
vxsor posvit[12]
2° Un frammento di epigrafe onoraria come siegue
· · · o·c·f·
· · · · iano
· · · · pr·c·v
· · · · sario
· · · · · · · or·nn[13]
3° Un frammento in pietra travertino
· · civs nitidi
· · · philargvr
· · · l lvcris
· · · l·caris
· · · · hil[14]
4° In un travertino poi, che doveva contenere una epigrafe storica ridotta a pezzi di cornice per edificio moderno, nel fronte leggesi il solo verso, che menziona un prefetto de’ fabri
prae fab[15]
5° Non debbo tralasciare poi di ridire di un frammento salvato per a (sic) caso da totale distruzione e fatto conservare tra le antichità di Cassino. Esso veniva dalle antichità di Fregelli, ed era destinato a materia di un ponte che fabbricavasi sul liri presso S. Giorgio vi si legge a caratteri maiuscoli
s·statvas· sig[16]
6° Chiuderò questa prima relazione con un monumentuccio nella terra di Pignataro Interamna presso Cassino consistente in una vaschetta semicircolare di travertino, che nel giro porta scritto il nome del Questore, che la faceva lavorare.
La scritta è la seguente
m·nonivs m·f·q[17]
«Al presente è messa ad uso di fontana. Giova darne anche un piccolo disegno.»
Con questa occasione ho il piacere di trascrivere pure alla S.V. Ill.ma il tenore di altra epigrafe rinvenuta alcuni giorni fa nella contrada Coccagna a poche miglia fuori l’antica Capua, scolpita sul fronte di un cippo sepolcrale in travertino, ornato delle protomi de’ due rispettivi defunti. La lapide misura 50 centimetri di spessezza, 60 di larghezza, ed un metro e 40 di altezza
cn·cornelio·cn·l·flacco·ofillia·s·l·salvilia
sibi·et·viro
L’Ispettore
Gabriele Iannelli
Cassino 3 luglio 1876
N.° 1911
Direz. Arch.
6 D°
All’Ill.mo Sig.re
Il Sig. Commend.e Giuseppe Fiorelli
Presid. della Commissione
Archeologica Regia
Sig. Presidente
Mi affretto a farLe noto un altro monumento uscito dai rottami dell’antica Cassino non molto lungi dal Teatro in occasione degli scavi, che si fanno per la nuova via per Montecassino. Esso consiste in un piedestallo dell’altezza di un metro, e della larghezza di un metro, e quaranta centimetri circondato da larga fascia, o cornice nel cui mezzo è incisa la iscrizione che siegue
mobvltronivs cvitellus praef· fabrum
divi clavdi ivssv caesaris
dedicavit[18]
Al di sopra della detta base avvi un incavo di forma quasi quadrata, entro cui doveva posare a mio credere il busto, o statua che doveva esservi sopra, né vi si scorge alcuna tenuta in ferro o in calce. È da avvertirsi ancora che ai lati del monumento sono alcuni avanzi di mura, la qual cosa fa supporre un’edicola, o altro edificio, entro cui doveva esser collocato il detto monumento dedicato dal Prefetto de fabri.
Del Divo Claudio avanza un altro monumento in Cassino ed è il frammento già edito
divi clavdi
cvs accensi divi
avgvstales[19]
Il Sindaco Sig. Nicoletti à provveduto perche il sopradetto monumento fosse interamente sterrato, e rimosso dal sito ove giace dovendo ivi passare la via per Montecassino; e potrà essere collocato assieme alle altre epigrafi, quando il Municipio avrà deliberato intorno al locale, ed alla istituzione della raccolta epigrafica comunale; cosa che finora non si è fatta, ma che il Sindaco promette di fare quanto prima, avendo già designato il locale.
Ma oltre di cio, io credo, che sarebbe utile tentare qualche scavo intorno al sito, ove si è rinvenuto il detto monumento per vedere di rinvenire la parte che manca, tanto perche come ò detto, vi sono indizi di un edificio.
Accolga le profferte della mia stima, e mi creda
Suo Divotis. Servo
Filippo Ponari
Cassino 9 luglio 1876
N°. 1953
Direz. Arch.
10 D°
Ill.mo Signor Presidente,
In aggiunta a quanto ho scritto dell’ultimo monumento vento fuori tra le antichità di Cassino ho da aggiungere che essendosi meglio ripulita la pietra ed avendovi fatto più accurate osservazioni, vanno fatte alcune rettifiche alla iscrizione riferita. I versi incisi nella pietra son due e non più; la prima lettera M e seguita da un punto, non così la C del secondo nome che debba leggersi Cultellus. A maggior chiarezza ne ho fatto fare un calco che rimetto alla S.V. Illma e non v’ha dubbio che la iscrizione debba leggersi nel modo seguente
M·OBVLTRONIVS CVLTELLVS PRAEF FABR
DIVI CLAVDI IVSSV CAESARIS DEDICAVIT
Contrariamente a quanto ho detto prima il masso sembra ivi trasportato, e pare che la prima parte della costruzione della maniera etrusca di cui un monumento è quello che quì va sotto il nome di mausoleo degli Ummidi, costruito come è noto di massi ciclopici, come pare che sia la pietra con la incisione della scritta di sopra riferita.
Il Sindaco ha promesso di farlo rimuovere dal sito ove trovasi, ma stante la grossezza della pietra non ancora ha manifestato la sua idea intorno al luogo ove collocarla.
Attendo all’uopo dalla S.V.Ill.ma le opportune istruzioni se lo crede a proposito.
Accolga le profferte della mia stima e mi creda
Suo Devotissimo servo
Filippo Ponari
Cassino 19 Febbraio 1877
N°. 655
Direz. Arch.
20/2/77
Scoperte in Cassino
All’Ill.mo
Direttore degli Scavi del Regno
Commend.r Fiorelli
Sig. Direttore
Fra le antichità di Cassino in occasione della nuova via che vi si sta costruento sonosi rinvenuti alcuni frammenti di lapidi ed alcuni ruderi, che vedrà qui appresso annotati.
Il primo de frammenti porta
OR IN
IN SYRIA
DIVI AVGV
CVRATOR[20]
La tavola ch’è di marmo è rotta ai tre lati meno a destra, dove appariscono alcuni segni di tenuta, ed è stata ritrovata in prossimità del Teatro.
L’altro piu piccolo porta
· · CEAS
Q. II CAEASAR[21]
Si è di poi raccolto ed è presso di me un frammento di statua, la quale apparteneva indubitabilmente ad un guerrriero, perche à lo scudo al lato sinistro che è di forma circolare, ossia una rotella. Il frammento consiste nella sola gamba sinistra coverta di gambale con piede poggiante a terra. L’altezza della statua doveva essere alquanto mezzo del naturale.
Si è raccolto ancora un piede di una statua semi(?)colossale, e molti avanzi di capitelli, e di colonne, ed un centinaio di monete quasi tutte imperiali.
Degni pure di essere notati a me sembrano alcuni ruderi di un cunicolo alto circa un metro, che s’interra nelle viscere del monte con pavimento costruito a punte di mattonelle, ed alcune fovee molto larghe, e profonde, che lasciano supporre un castello aquario, perche in una esistono delle fistole, o canaletti di piombo come a scolo dell’acqua soprabbondante, mentre al di sotto vi si vede un largo condotto. Debbo anche far notare, che il detto condotto vedesi in direzione dell’Anfiteatro, che è alquanto più sotto, e sulla parte superiore della costa.
Gradisca intanto gli attestati della mia stima, e della mia osservanza.
L’Ispettore ai Monumenti di Cassino
Filippo Ponari
Cassino 4 Giugno 1878
[timbro: Ministero di Pubblica Istruzione, 4 Giu. 78 – 1037]
N.° 2823
Direz. Arch.
5 Giugno 78
Antichità di Cassino
Sig. Direttore
In una terra, che fa Comune riunito con Cassino, che si addimanda S. Angelo[22] sopra un colle non molto lungi dall’antica Interamna Lirinate de Romani, pertinente alla famiglia Ricci, or sono alquanti anni che si scavarono varii pezzi di pietra lavorata, in uno de’ quali era una scritta. Alcuni di quei pezzi furono usati per una casa rurale, che fu edificata in quel medesimo colle, ed altri compreso quello con la scritta rimasero interrati. Ora essendo stati di nuovo dissotterrati, e pervenutami la notizia per mezzo del maestro rurale di quel villaggio, mi son recato sopra luogo, e trovando la scritta leggibile, perche di buoni caratteri augustei, senza attendere di poterne fare un calco, ò creduto trascriverla, e rimetterne copia alla S.V. Ill.ma, […] con la presente relazione.
Non credo, che la detta epigrafe sia stata da altri pubblicata, perche non la trovo in nessuna delle collezioni, che io posseggo.
Se oltre di questa copia, che le rimetto, la S.V. ne bramasse un calco cartaceo, sarò sollecito a farglielo pervenire. Bramo solo notare, che nell’interno di quel medesimo colle, ove esiste la lapide, il proprietario dice, che sonosi veduti de sepolcri cavati nel tufo, di cui si compone il colle, e coverti con tavole di pietra, con entro la solita lucerna, ed anfora. Ne ò osservato ancor io alcuni, ma interamente guasti e senza alcun oggetto.
Percorrendo quella terra, ò notato altra pietra scritta che si possiede da fratelli De Crescenziis, ma non ò potuto leggerla, perche trovasi mezzo interrata. Vi tornerò per trascriverla.
L’Ispettore degli Scavi e
Monumenti di Cassino
Filippo Ponari
M· LVCCEIVS·M·F C·H·II
IIII VIR· I· D·
SIGNVM ARAM
EX S· C· DEDICAVIT[23]
Roma, addì 12 Giugno 1878
All’Ispettore degli Scavi e Monumenti
Sig. Filippo Ponari
Cassino
Prot.° Gen.e N.° 1037
Div.e 2823
Sez.e
N.° di Posize 49-1-1.
N.° di Part.a 5571
Risposta a F.° del 4 Giugno
Oggetto
Iscrizioni trovate a S. Angelo.
Sono grato alla S.V. della notizia comunicatami riguardante la lapide epigrafica rimessa a luce nei pressi del colle S. Angelo. Acciò se ne possa dare relazione in suo nome alla R. Accademia dei Lincei, occorre inoltre conoscere la qualità e le misure della pietra, e si vorrebbe avere un calco dell’iscrizione. Raccomando poi sommamente alla S.V. l’esplorazione nei pressi dove osservansi le tombe di tufo, di cui Ella mi fa cenno, e che pare indichino un luogo di non comune importanza archeologica.
Gradirò poi anche un calco od un apografo dell’altra iscrizione, posseduta dai fratelli Crescenziis, e che Ella mi promette di trascrivere quanto prima.[24]
D. G. Fiorelli
Durante lavori di ristrutturazione a Montecassino venne alla luce una epigrafe inedita che il monaco di Montecassino Cesare Quandel[25], fratello di Giuseppe, futuro abate di Montecassino, ebbe cura di segnalare all’ispettore Ponari.
OC — AVIVS . M.F. CALVINVS
Q. LA — TERINVS. Q.F.Q.
AEDE — OVIS. A. SOLO. ET PORTICVM
CVM — FICIIS. EX.CC.P.P. FACIEND
–RAVER.[26]
Stimatissimo D. Filippo.
Ecco l’iscrizione, la quale fu trovata facendosi un arco per la nuova porta del Monastero all’angolo del Chiostro presso l’Archivio. La pietra è alta centimetri 44 e lunga metro 1.40; ma l’iscrizione è 1.04 x 0.37. Eccovi servito, e vi prego perdonarmi il ritardo. Credetemi.
M.Cassino 13 Novembre 1879.
Aff.mo
D. Cesare Quandel
Cassinese
Roma, addì 26 Aprile 1879
Urgente
All’Ispettore degli Scavi e dei Monumenti
Sig. F. Ponari
Cassino
Prot.° Gen.e N.° d’uff°
Div.e
Sez.e
N.° di Posize 49-1-1.
N.° di Part.a 5540
Oggetto
Iscrizioni di S. Angelo
(si mandino 4 fogli)
(Il Mommsen ha fatto istanza con lettera privata)
In di del 4 Giugno 1878 Ella ebbe la cortesia di comunicarmi a q.° Ministero la notizia di un rinvenimento epigrafico, in S. Angelo, Comune riunito con Cassino, e la iscrizione fu edita nella Notizia del maggio del medesimo anno. Con lettera del 12 giugno, num. di prot. 5571, fu pregata la S.V. di trasmettere un calco dell’iscrizione, essendo interessantissimo confrontare l’apografo. Non avendo noi la risposta a quella lettera, e venendomi fatte premure da parte di compilatori del Corpus, le rinnovo la preghiera, nella fiducia che contemporaneamente vorrà compiacersi mandarmi pure il calco della nuova iscrizione di Pignataro Interamna.
G. Fiorelli
B. 15, Fasc. 26-6
Cassino, 16 Settembre 1877
N.° 4489
Direz. Arch.
19.9.77
Antichità di Cassino
Al Signore
Sig. Direttore dei Monumenti e Scavi.
Signore.
Nel Comune di S. elia fiume Rapido del tenimento di Cassino, terra al lato Nord di questa Città esistono alcuni monumenti, che a mio credere, son degni di memoria, e mi meraviglio come dei medesimi non si trovi parola in nessuna delle monografie di questi luoghi.
I detti monumenti consistono in due sarcofaghi scolpiti nella viva pietra, e giacenti nel declivio del monte, che porta il nome di Casa dei Lucii confinante con una valle ancor essa chiamata Valle Lucii. Della gente dei Lucii sono abbondantissimi i monumenti in tutte queste adiacenze; e Ccicerone ricorda un Lucio Rubrio, a cui M° Antonio tentò carpire la ricca eredità.
La terra, ove giacciono i sopradetti monumenti ora appartiene al Barone De Rosa, e volgarmente è chiamata Salauca, voce forse derivante da Saliae Lucus. In uno dei sepolcri è incisa una iscrizione, ma così corrosa e levicata dalle piogge, che riesce assai difficile il leggerla tutta.
Ad ogni modo ò creduto farne fare un calco cartaceo nel miglior modo possibile, e mi onoro rimetterlo alla S.V. Ill.ma, unitamente al disegno e misure dei sepolcri senza punto intrattenermi a porvi altri commenti. Solo sarei desideroso che la S.V. Ill.ma si compiacesse assicurarmi del ricapito, e se rimane soddisfatto del calco cartaceo, che come ò detto è stato assai difficile far eseguire, molto più per l’asprezza del sito, ove si trovano i detti monumenti.
L’Ispettore dei monumenti e Scavi
Ponari Ab.e Filippo
[1] «Philippus Ponari archipresbyter Casinas non solum dux comesque mihi fuit Casini et per agrum Casinatem lapides scriptos indaganti, sed etiam historiae Casinatis, quam typis fere absolutam adhuc in scriniis retinet, partem epigraphicam, id est inscriptiones Casinates numero CV (p. 153-185), Interamnates numero XXVII (p. 187-195) mihi utendam concessit» ; pag. 511.
[2] La nuova strada per il monastero, in sostituzione di quella seicentesca, fu iniziata nel 1865 su intervento del ministro dei LL. PP. Silvio Spaventa, e aperta l’8 marzo 1887.
[3] M. Valenti, Sull’ubicazione del Foro di Casinum, in “Archeologia Laziale” XII, 2 (1995).
[4] Ricerche storiche sulle antichità di Cassino, Napoli 1867.
[5] Dell’istituzione di un museo a Cassino attorno all’anno 1878 si tratta in un carteggio conservato nell’Archivio Centrale dello Stato a Roma, ma poi non se ne è avuta più notizia; vd. Archivio Centrale dello Stato, Roma, M.P.I. AABBAA, Vers. I – B. 187, fasc. 28-3; E. Pistilli, Cassino 1878: alla ricerca di un museo fantasma, L’Inchiesta, IV, 27 (4 luglio 1999), pag. 14; tuttavia anche Mommsen accenna ad una epigrafe conservata nel museo, è la n. 5188 relativa ad Obultronius cultellus.
[6] Ivi, pag. 107; uno schizzo di pianta è anche a pag. 219.
[7] Pag. 17; vd. Mommsen, C.I.L., XI, 5160.
[8] Pag. 112.
[9] La continuazione di tale strada è stata riportata alla luce recentemente in occasione della sistemazione dell’area del Teatro; essa rasenta il fronte del Teatro e prosegue fino ad interrarsi sotto il tornante della strada per Montecassino.
[10] In effetti le case coloniche lì sorte, e di recente abbattute, hanno danneggiato notevolmente la strada con le costruzioni a ridosso.
[11] Dovrebbe trattarsi del proseguimento di quella che, partendo dalla Porta Campana, si interra sotto la strada per Montecassino, al lato nord del Museo archeologico.
[12] C.I.L., 5203.
[13] C.I.L., 5184.
[14] Corretta da Mommsen, cit. n. 5268.
[15] C.I.L., 5189.
[16] Non riportata da Mommsen tra le epigrafi di Casinum.
[17] C.I.L., 5345, tra le epigrafi di Interamna.
[18] L’epigrafe è stata corretta da Mommsen, C.I.L., 5188. Attualmente è collocata dinanzi al tribunale, nel complesso monumentale di piazza Labriola. Si veda di E. Pistilli, Da lettere inedite di Filippo Ponari (1876) nuove ipotesi sulla c.d. tomba di Ummidia a Cassino, in L’Inchiesta, IV, 25 (giugno 1999), pag. 14.
[19] C.I.L., 5185.
[20] C.I.L., 5180, corretta da Mommsen.
[21] C.I.L., 5177, corretta da Mommsen.
[22] S. Angelo in Theodice fu riunito al Comune di Cassino con decreto 11 luglio 1860.
[23] C.I.L., 5196, corretta da Mommsen, che la definisce proveniente “sine dubio” da Interamna.
[24] Probabilmente Ponari non inviò nulla riguardo a quest’ultima epigrafe dal momento che in data successiva, 26 aprile 1879, lo stesso Fiorelli sollecita la trascrizione del testo, vd. lettera che segue. il testo dell’iscrizione di casa De Crescenziis è comunque riportato da Mommsen al n. 5176 avendolo ricevuto da Dressel.
[25] Cesare Quandel curò la pubblicazione del codice cassinese della Divina Commedia (1865) e il commento di Paolo Diacono alla Regola di S. Benedetto (1880 – Codice capuano 175 della prima metà del sec. X.
[26] C.I.L., 5160a.
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