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Studi Cassinati, anno 2016, n. 4
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Il 22 ottobre scorso si è tenuto nella splendida cornice del Teatro del Palazzo ducale di Alvito, un convegno organizzato dal Cdsc-Onlus in collaborazione con la Società Italiana di Storia della Fauna onlus, incentrato sulla «Relazione Sipari» nel 90° anniversario dalla pubblicazione, avvenuta per la prima volta, appunto, nel 1926. La «Relazione» prende il nome dal suo autore, Erminio Sipari (Alvito 1879 – Roma 1968), che fu deputato del Regno, ideatore e primo presidente del Parco Nazionale d’Abruzzo. L’area protetta, la più antica d’Italia, era stata inaugurata il 9 settembre 1922 sebbene il riconoscimento ufficiale dello Stato sia intervenuto solo nel gennaio successivo. Il Convegno ha messo in luce proprio quel periodo, in particolare attraverso le letture dell’opera sipariana con l’ausilio di nuove
fonti. Gli interventi sono seguiti ai saluti di Duilio Martini, sindaco di Alvito che ha aderito, assieme a tutta l’Amministrazione comunale, con entusiasmo all’iniziativa, e all’introduzione di Ferdinando Corradini, autorevole socio del Cdsc-Onlus. La prima relazione, tenuta da Lorenzo Arnone Sipari, ha delineato l’ambiente intellettuale e politico che agli inizi dello scorso secolo portò alle prime misure di tutela della fauna e alla costituzione dei due parchi del Gran Paradiso e dell’Abruzzo, anche grazie ad una legge del giugno ‘22, il cui disegno, di portata europea, era stato steso da Benedetto Croce. Quindi Liliana Zambotti Spagnesi ha documentato, sulla base di fonti anche inedite, il ruolo dell’ecologo e naturalista Alessandro Ghigi a sostegno di Sipari per il Parco d’Abruzzo, che fin dall’inizio doveva coniugare le ragioni della tutela con quelle del turismo.
Corradini Guacci ha poi preso in esame le principali vicende legate alla grande fauna selvatica dell’Appennino, con particolare riferimento al lupo, al camoscio e all’orso marsicano, simbolo del Parco, che nonostante le innumerevoli uccisioni e diversamente dal plantigrado delle Alpi non arrivò mai, grazie all’intervento di tutela dell’ente naturalistico, al punto di estinzione. Franco Pedrotti ha fatto soffermare l’attenzione della platea sul fervore che animava i promotori dei Parchi in quegli anni, che vedevano in essi la «materia prima come Natura l’ha formata», segnalando come il Parco d’Abruzzo conservi ancora lembi di autentica naturalità, fra i quali le antiche faggete. L’ultimo intervento, svolto da Luigi Piccioni, ha registrato la dimensione internazionale dei primi parchi italiani, a confronto con gli esempi anticipatori degli Stati Uniti e del Parco d’Engadina, in Svizzera, fino all’esperienza europea di Erminio Sipari e al suo riuscito appello, con nuove forme di propaganda, al turismo estero. Le conclusioni sono state affidate a Paolo Pupillo, professore emerito e già prorettore dell’Università di Bologna, che ha segnalato come la sensibilità della gente per queste tematiche, nelle più diverse forme, continui a crescere.
È prevista la stampa degli atti.
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