Gaetano de Angelis-Curtis, Cassino 2014.
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Introduzione
La popolazione di Cervaro, che pure ha vissuto un periodo così intensamente drammatico come quello della seconda guerra mondiale, sembra aver voluto lasciarsi alle spalle il più velocemente possibile quelle funeste vicende belliche. Nel corso degli anni sono state sì allestite alcune mostre di materiale documentario, come quelle organizzate dal gruppo Boy Scout «Cervaro I», oppure sono state fatte svolgere agli alunni della Scuola primaria e della Scuola media delle ricerche, tuttavia pochissimo è stato scritto nel corso di settant’anni su argomenti inerenti la guerra a Cervaro, sui militari morti sui campi di battaglia e in prigionia o sui civili scomparsi nel corso dei bombardamenti, sulla diaspora degli sfollati nelle varie regioni d’Italia o sulla ricostruzione. Non ci sono diari redatti da persone di Cervaro in quei frangenti e successivamente pubblicati e poche risultano essere le testimonianze dirette o indirette raccolte e poi date alle stampe. Anche di memorie, rievocate da parte di chi ha vissuto quei momenti, sembra essercene un unico esempio, quello di Bice Gagliardi Biggiero (24.8.1932-16.6.2008) che nel 2007 ha pubblicato per i tipi della Loffredo Editore di Napoli, un volumetto dal significativo titolo di Cervaro 1943-1944. Per non dimenticare. Negli stessi anni sono stati pubblicati due volumi, uno, nel 2004, di Massimo Maraone intitolato Testimonianza e storia basato, per gran parte, sui ricordi di Natale Paolella, dalle prime vicende belliche allo sfollamento nell’Italia settentrionale e alle sue esperienze nella Resistenza, e l’altro, del 2007, La pelle degli umili, di Anna Maria Arciero, che ha anche curato una serie di articoli inseriti in vari numeri della rivista «Studi Cassinati», nei quali ha raccolto i racconti, i ricordi di alcuni protagonisti, loro malgrado, del tempo. A loro, dunque, deve andare il ringraziamento di tutta la collettività cervarese per aver consentito alle generazioni future di poter conoscere alcuni fatti accaduti in quei difficili frangenti.
Un altro esempio della voglia di accantonare quella cruenta esperienza e quelle spettrali vicende sembrerebbe essere rappresentato dal monumento ai caduti. Quello dedicato alle vittime militari della prima guerra mondiale, inaugurato nel 1924, nella Cervaro prebellica era ubicato in un’appropriata e ampia area, non a caso denominata «Piazza XXIV maggio» o «Piazza della Vittoria», posta nelle immediate adiacenze del centro del paese. Avviata la ricostruzione del secondo dopoguerra, quell’area è stata utilizzata per altri scopi e il monumento ai caduti,
diventato per quelli della prima e della seconda guerra mondiale, è stato ripristinato in una zona più periferica, su uno spazio di risulta utilizzando due blocchi di pietra muti. Invece a Foresta, meritoriamente, si è giunti a innalzare una stele del martirologio mentre in tutta Cervaro si è coltivata la memoria storica della figura di Vittorio Marandola, eroico carabiniere Medaglia d’oro al Valore militare, ricordato con monumenti, lapidi, targhe, intitolazioni.
Per la ricostruzione delle vicende accadute settant’anni or sono il presente studio si è avvalso dei tre indispensabili volumi citati e di vari, imprenscindibili, articoli pubblicati, delle testimonianze inedite (quasi come a rappresentare i militari internati, i civili vissuti nell’abitato di Cervaro, nelle montagne circostanti o quelli sfollati e le famiglie di vittime) fornite da Enrico Recchia, Francesco Gagliardi, Liberina Valletta, Roberto “Palasciano” Di Camillo e Gino Aceti (ai quali va il sincero ringraziamento per la disponibilità dimostrata), nonché si basa sulla documentazione rintracciata presso l’Archivio Centrale dello Stato, presso l’Archivio di Stato di Frosinone (Fogli matricolari militari del Fondo Distretto Militare), e, per il dopoguerra, su quella, scarsa, conservata nell’Archivio Storico del Comune di Cervaro e sulle preziose e puntuali note giornalistiche dell’avv. Silvio Bianchi nonché su quelle dell’ins. Ernesto Renzi e dei dottori Luigi Gagliardi e Alfonso Coletta pubblicate sui periodici locali «La Voce di Cassino», fondato e diretto dall’avv. Gaetano Di Biasio, e «Il Rapido», fondato e diretto dall’avv. Ezio Antonio Grossi.
Sinceri ringraziamenti vanno all’Amministrazione Comunale di Cervaro per aver voluto aderire pienamente e con convinzione al progetto editoriale, nonché a Emilio Pistilli e Fernando Sidonio per il disinteressato aiuto offerto, a Mirella Netti, Rosanna Margiotta, Lisa Matrundola, Franco Arciero, Enzo Pucci, Gaetano Bracciale e al personale dell’Archivio di Stato di Frosinone, in particolare Franco Ricci, per la disponibilità fornita nella ricerca della documentazione.
Va aggiunto che questo studio non vuol essere né ha la pretesa di essere esaustivo. Comprensibilmente non contempla numerosissime situazioni, così come mancano moltissimi nominativi che non sono stati riportati, a causa di documentazione e fonti non rinvenute.
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