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Studi Cassinati, anno 2017, n. 3
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di Maurizio Zambardi
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Il mondo della letteratura e della cultura perde un suo insigne testimone e protagonista.
La mattina del 12 luglio 2017 Amerigo Iannacone veniva investito da un’auto, morendo sul colpo e lasciando nello sgomento più profondo familiari, amici e letterati d’Italia e del mondo.
Ogni mattina, come sua consuetudine, sospendeva il lavoro nella sua “casa-studio” di Ceppagna per andarsi a prendere un caffè in un bar della vicina Venafro. Qui aveva modo di sfogliare i giornali e di scambiare quattro chiacchiere con conoscenti e amici. A me è capitato più volte di accompagnarlo in questa sua pausa, specie quando ci vedevamo per programmare qualche attività culturale o perché impegnati nella redazione di qualche pubblicazione.
Ora mai avrei immaginato di dover scrivere di lui se non per la presentazione di qualche suo libro, per qualche convegno o concorso di poesia o premio letterario, anche se presentare Amerigo al pubblico era diventata ormai una pura formalità, perché era conosciutissimo in campo culturale a livello nazionale e internazionale. La nostra amicizia era nata negli anni ’80, e si era poi consolidata e approfondita per la stima che nutrivamo l’uno per l’altro. Amerigo era una persona sempre garbata, educata, mai invadente, riservata: non l’ho mai sentito imprecare o parlar male di altri. Sapeva ascoltare tutti e non aveva pregiudizio per nessuno. Grazie a lui e alle sue Edizioni Eva, molti scrittori, famosi e non, come giovani scrittori hanno avuto voce e visibilità in campo letterario.
Anche io, nel 1997, iniziai la mia attività editoriale pubblicando il libro La stramma, un artigianato in via di estinzione con le Edizioni Eva, scritto in collaborazione proprio con Amerigo. Egli era il collante di un folto gruppo di poeti e scrittori. Grazie a lui molti di noi si sono conosciuti e hanno avuto modo di condividere le loro produzioni letterarie. Tra questi voglio ricordare, in ordine sparso, Aldo Cervo, Giuseppe Napolitano, Irene Vallone, Antonio Vanni, Ida Di Ianni, Tobia Paolone, Rita Iulianis, Maria Giusti, Carmine Brancaccio, Domenico Tata, Antonio De Angelis, Gerardo Vacana, Tommaso Lisi, Giovanni Petta, Adriano Petta, Lino Di Stefano, Vincenzina Scarabeo, Antonio Mucciaccio, Domenico Adriano, Luciano D’Agostino, Chiara Franchitti, Filippo De Angelis, Giuditta Di Cristinzi, Elena Grande e tantissimi altri ancora, oltre a me naturalmente.
Amerigo ha insegnato nelle scuole superiori, è stato direttore del mensile letterario e di cultura varia «Il Foglio Volante – La Flugfolio», da lui fondato nel 1986 e uscito ininterrottamente per 31 anni. Collaborava a diverse testate giornalistiche e a varie riviste letterarie. Poeta, giornalista, scrittore, editore, esperantista, attivissimo promotore culturale, spaziava con competenza nei vari campi del sapere. Molti suoi scritti sono stati tradotti in varie lingue, addirittura in russo, in armeno e in cinese. Ha ottenuto due volte il Premio della Presidenza del Consiglio per la Critica Letteraria. È stato l’ideatore e promotore di molti concorsi poetici e letterari, ricoprendone spesso la carica di Presidente.
Ricordo che rimaneva sempre attratto dai vari tipi di scrittura, come la stenografia, materia che aveva anche insegnato, e che utilizzava spesso e con una certa facilità quando doveva prendere appunti veloci sulla sua agenda. Conosceva molto bene la lingua francese, ma non si tirava indietro dal tradurre in italiano testi anche in inglese o in spagnolo.
Era presidente dell’associazione culturale «Le Tre Torri» e faceva parte dell’«Associazione “Ad Flexum”» di San Pietro Infine. E proprio con questa associazione tantissime sono le attività organizzate, a partire da convegni, a presentazioni librarie, per passare poi all’organizzazione di un corso di esperanto aperto a tutti per arrivare al Premio «Una Fiaba per te», di cui ha curato anche le varie raccolte antologiche. Sapeva muoversi con dimestichezza nel campo dell’editoria, sia con le sue Edizioni Eva, da lui fondata, sotto la cui egida sono usciti circa 500 pubblicazioni, sia come autore, pubblicando una cinquantina di libri con argomenti che spaziano dalla poesia alla letteratura ed anche alla saggistica.
Elencare tutte le sue opere o le attività culturali svolte da Amerigo significherebbe occupare troppo spazio: del resto, basta andare in internet e digitare «Amerigo Iannacone» per trovare un infinito elenco a riguardo. Su di lui si potrebbero sviluppare ad ogni modo varie tesi di laurea, tanto è il materiale da lui prodotto o in corso di produzione. Nel suo ultimo libro C’ero anch’io, un’autobiografia o quasi scrive: «In fondo, guardando indietro lungo il percorso della mia vita, devo dire che ci sono delle cose che ho fatto, alcune buone, alcune meno buone, qualcuna cattiva (ma non l’ho fatto apposta). E mi sembra di dover fare ancora tante cose. […] ho nel mio computer una nutrita cartella che si chiama “Lavori in corso”. Sono tanti e diversi i lavori in corso: alcuni in fieri, alcuni a buon punto, alcuni solo abbozzati, alcuni solo immaginati. Le buone intenzioni ci sono, ma il tempo ha i suoi ritmi e i suoi limiti … e non è mai troppo lungo il giorno […]. C’è un proverbio del mio paese che dice addò arrive chiante glie pezzuche, letteralmente: “Dove arrivo pianto il cavicchio”. […] Ecco: dove arriviamo piantiamo il cavicchio: […] saranno poi altri a trovare un cavicchio solitario piantato nel maggese».
Amerigo aveva ancora molto da dirci e da scrivere. La sua improvvisa morte ci ha privati di perle di saggezza e di squisite opere di poesia e di letteratura. Ma ora tocca a noi altri continuare a seminare nel solco della cultura, magari riprendendo proprio da dove Amerigo ha lasciato piantato il suo “cavicchio”. A lui possiamo dire solo “ciao Amerigo, ci(mi) manchi già molto!”.
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