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«Studi Cassinati», anno 2018, n. 3
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di Gaetano de Angelis-Curtis
La famiglia Spatuzzi, probabilmente originaria del napoletano e poi trasferitasi a San Giorgio a Liri1 (nelle carte amministrative del Comune sono citati, tra i primi, i fratelli Giuseppe2 e Antonio3), andò affermandosi nel panorama politico-amministrativo e professionale del territorio negli anni a cavallo dell’Unità d’Italia e fin quasi alle soglie della Prima guerra mondiale. Vari componenti della famiglia, che era a quei tempi una delle più facoltose residenti nel Comune di San Giorgio a Liri come risulta dai ruoli di imposta sui redditi di ricchezza mobile4, furono impegnati, contemporaneamente o in tempi diversi, in ruoli di gestione del potere locale, assumendo incarichi di responsabilità nel governo locale o in quello provinciale di Terra di Lavoro.
Fra i vari componenti della famiglia Spatuzzi5, Achille finì per contraddistinguersi per la sua rigorosa attività medico-scientifica svolta tra il territorio di estrazione e la città di Napoli, accompagnata da un’altrettanto intensa attività amministrativa sviluppatasi, a differenza degli altri familiari, nel livello immediatamente superiore di gestione pubblica, nell’ambito, cioè, del Consiglio provinciale di Terra di Lavoro.
Achille era nato il 10 settembre 1835 (venne registrato all’anagrafe con i nomi di Achille, Luciano, Rocco, Errico) 6 a San Giorgio a Liri da Giuseppe e Francesca Leone. La coppia, oltre a Achille, ebbe altri figli: Lorenzo7, Vincenzo8, Alfonso9, Beniamino scomparso in tenera età10, Carmela e Carlotta.
Achille si laureò in Medicina e chirurgia a cavallo dell’Unificazione nazionale presso l’Università di Napoli11 di cui poi fu docente di Igiene (fu tra i primi in Italia a introdurre a livello universitario corsi di medicina preventiva e di ingegneria sanitaria facendosi promotore dell’istituzione dei Consorzi di bonifica agricola e industriale), così come nel Comune del capoluogo partenopeo fu responsabile dell’Ufficio di igiene.
I suoi iniziali interessi professionali si rivolsero allo studio delle cause di alcune malattie che interessavano le valli del Liri e del Rapido, in particolare le cicliche epidemie malariche, e all’individuazione dei progetti di risanamento ambientale del territorio12.
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Consigliere provinciale di Terra di Lavoro
Achille Spatuzzi fu eletto al Consiglio provinciale di Terra di Lavoro13, anche con votazioni plebiscitarie, per oltre un trentennio in rappresentanza del mandamento di Esperia14. Nel consesso provinciale, dove mise a disposizione il suo bagaglio professionale e scientifico, fu ininterrottamente riconfermato avendo avuto la «fortuna singolarissima», come scrisse, di conservare, pur «tra gli attriti delle opinioni e delle persone, la fiducia della maggioranza degli elettori amministrativi» del mandamento di Esperia15.
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Iniziò tale esperienza a partire dal 1868 per porvi termine nel 189816:
– eletto nel 1868 (quinquennio 1868-1873) con 450 voti su 55617;
– eletto nel 1873 (quinquennio 1873-1878) con 392 voti su 63318;
– eletto nel 1878 (quinquennio 1878-1883) con 513 voti su 53619;
– eletto nel 1883 (quinquennio 1883-1888) e in un nuove turno tenutosi per scioglimento anticipato del Consiglio Provinciale fu rieletto con 520 voti20;
– eletto nel 1888 (quinquennio 1888-1893);
– eletto nel 1893 (quinquennio 1893-1898) con 595 voti su 75321.
Nell’ambito dell’Amministrazione provinciale Achille Spatuzzi ricoprì ruoli e incarichi di primaria importanza:
– componente della Deputazione provinciale (membro supplente eletto nel 1871 con 30 voti su 39);
– componente e presidente di numerose Commissioni provinciali22;
– componente della Giunta provinciale di statistica e del Consiglio provinciale di sanità:
– componente del Consiglio provinciale scolastico e del Consiglio di direzione dell’«Istituto Artistico Meccanico» di S. Lorenzo in Aversa23.
Fra le varie materie di competenza provinciale, accanto al particolare interesse manifestato per il settore dell’istruzione, si adoperò fortemente per il risanamento e la tutela igienico-sanitaria del territorio da attuarsi attraverso un ampio piano di bonifiche24.
Presentò al Consiglio provinciale varie proposte tese:
– alla realizzazione della ferrovia Roccasecca-Formia;
– alla costruzione della rotabile Cassino-Formia via Ausonia25;
– alla creazione di una colonia agricola;
– allo sviluppo turistico-sanitario delle terme di Suio;
– alla beneficenza;
– all’istituzione, presso l’ospedale psichiatrico di Aversa, di una «scuola freniatrica», di cui risultava sprovvista la stessa Università di Napoli26;
– all’istituzione, nell’ambito del Concorso regionale agrario, di una speciale sezione dedicata all’igiene finalizzata al miglioramento degli aspetti igienici delle popolazioni locali27.
Inoltre, proprio per conto dell’Amministrazione provinciale di Terra di Lavoro, partecipò al Congresso igienico di Parigi – Campo di Marte – nel 1878 nell’ambito della Esposizione universale che si tenne nella capitale francese28.
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Esperienze politiche
Pur essendo uno stimato professionista, apprezzato e conosciuto per i suoi studi scientifici e la difesa ambientale e sanitaria del territorio, pur essendo un consigliere provinciale di lunga esperienza, nel corso della sua vita Achille Spatuzzi in una sola occasione si lasciò tentare da una elezione a carattere nazionale. Ciò avvenne nel 1882 quando decise di candidarsi alla Camera dei Deputati in coincidenza con l’utilizzazione di un nuovo meccanismo elettorale (riforma Depretis) che aveva sancito l’abbandono del sistema uninominale e l’introduzione di uno incentrato sullo scrutinio di lista su collegi plurinominali29. Il nuovo sistema si veniva a caratterizzare per la maggiore ampiezza delle circoscrizioni elettorali, per la possibilità di poter esprimere più preferenze e per la previsione di un doppio turno. Conseguentemente aveva portato alla riorganizzazione delle circoscrizioni elettorali. Nello specifico della provincia di Terra di Lavoro dai quattordici collegi uninominali si era passati alla formazione di soli tre collegi plurinominali, cui erano stati assegnati complessivamente quattordici seggi. Uno dei tre collegi era quello denominato «Caserta III – Cassino» che raggruppava i due circondari di Sora e Gaeta ed eleggeva quattro deputati30.
Fino a quel momento Spatuzzi non aveva mai partecipato ad un turno di voto per le elezioni nazionali forse perché riteneva che il vecchio meccanismo di votazione di tipo uninominale gli offrisse poche possibilità di superare, in termini di voti di preferenza, Federico Grossi, il parlamentare che aveva finito per monopolizzare il collegio elettorale di Pontecorvo31. Quando poi venne a essere modificato il sistema elettorale con ampi collegi plurinominali e preferenze, Spatuzzi reputò, evidentemente, che fosse giunto il momento di porre la propria candidatura, anche perché sollecitato in tal senso da più parti.
Il nuovo sistema elettorale dovette andare a vivacizzare l’assonnato panorama politico locale, stimolando negli animi degli elettori nuove passioni. Infatti la campagna elettorale svoltasi nell’autunno del 1882, venne a caratterizzarsi per una maggiore partecipazione dell’elettorato al dibattito politico, in particolare nella città di Cassino, divenuta capoluogo di collegio. Si costituirono delle organizzazioni elettorali, si susseguirono varie manifestazioni pubbliche, tese, anche, all’individuazione dei candidati. In uno dei primi incontri, svoltosi il 20 settembre presso la sede del Circolo democratico di Cassino, tra gli intervenuti iniziò a emergere il nominativo di Achille Spatuzzi. Nel corso di un’altra importante manifestazione, tenutasi il 13 ottobre presso il Teatro Manzoni di Cassino, prese la parola Achille Spatuzzi per spiegare i motivi che lo avevano inizialmente indotto ad avanzare la propria candidatura e poi a ritirarla dopo aver constatato la fiducia riposta dagli intervenuti sulla persona del col. Nicola Marselli32. Poiché però il nuovo meccanismo di voto prevedeva la possibilità di esprimere quattro voti di preferenza fu presentato un ordine del giorno sottoscritto da «quasi 300 elettori … acclamato e votato all’unanimità», a sostegno della candidatura del medico di San Giorgio. Di fronte a tale «dimostrazione» di consenso elettorale Spatuzzi non poté rifiutare l’offerta e dichiarò di accettare la candidatura, ponendosi «a disposizione degli elettori». Man mano che la data delle elezioni andava avvicinandosi la maggioranza dell’elettorato di Cassino sembrava orientarsi sempre più marcatamente e «fino all’esagerazione» sui quattro «candidati nuovi» e cioè Nicola Marselli, Achille Spatuzzi, Tommaso Testa e Basilio Martinelli. Anche il delegato di Pubblica Sicurezza di Cassino prevedeva la loro significativa affermazione a Cassino a scapito del «partito degli uscenti». Tuttavia quando il 29 ottobre cominciarono a circolare i primi dati sul voto una forte delusione iniziò a diffondersi tra i sostenitori dei «nuovi candidati» e un forte stato di agitazione iniziò a percorrere la città per cui dovettero essere rafforzate le misure di sicurezza facendo affluire un contingente di Carabinieri di rinforzo. Alla fine i risultati videro la rielezione di tutti e quattro i parlamentari uscenti e la bocciatura di tutti e quattro i candidati «nuovi» con Achille Spatuzzi che ottenne 3736 voti, secondo dei non eletti33.
La delusione patita da Spatuzzi nella consultazione del 1882 dovette essere tanto forte da indurlo a rifiutarsi categoricamente di ripetere l’esperienza elettorale. Infatti quando, di lì a due anni si tenne un turno suppletivo in seguito alla morte dell’on. Angelo Incagnoli34 volutamente non intese candidarsi alle elezioni che si svolsero il 15 giugno 188435. Il motivo del «rifiuto a partecipare alla lotta politica … fermo e costante» venne spiegato dallo stesso Spatuzzi quando, qualche tempo dopo, si ripresentò alle elezioni provinciali. Infatti nel programma elettorale indirizzato agli elettori del mandamento di Esperia prometteva di rinunciare ad ogni «pretensione politica» per dedicarsi esclusivamente «al lavoro amministrativo» nel Consiglio provinciale di Terra di Lavoro mosso dal desiderio di anteporre gli interessi della collettività a quelli personali in quanto egli riconosceva «che la fede nella libertà non si confessa se non col sacrificio delle pretensioni personali, a beneficio degli interessi generali»36.
Achille Spatuzzi morì a Napoli il 19 marzo 1920 e venne commemorato nell’aula consiliare del Consiglio provinciale di Caserta nel successivo luglio dal presidente Orazio Visocchi che, dopo aver ricordato la lunga permanenza nel consesso e i numerosi uffici ricoperti, lo celebrava come uomo «d’ingegno versatile … assimilatore di qualsiasi argomento» capace di portare nei vari organi provinciali «il contributo delle sue vaste e svariate cognizioni»37.
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NOTE
1 Sugli Spatuzzi e sulla storia di San Giorgio a Liri in generale si veda l’imprescindibile lavoro di Claudio Ercolano e Adriano Mattia, San Giorgio a Liri dalle origini al XX secolo, Comune di San Giorgio a Liri, Tip. Scipione, S. Giorgio a Liri 1985.
2 Poco più che cinquantenne al momento dell’Unificazione nazionale, è indicato nelle carte amministrative della prefettura di Caserta come «venditore privilegiato» oppure «proprietario» (Archivio di Stato di Caserta, d’ora in poi ASC, Prefettura, Carte amministrative, Inv. 1, f. 2735). Fu assessore del Comune di S. Giorgio a Liri a partire dal 30 aprile 1864 (ASC, Prefettura, Carte amministrative, Inv. 1, f. 2740), e poi, per un decennio, sindaco di cui resse le sorti «con autorità e affetto di padre» come recita il «ricordo marmoreo» posto all’interno della chiesa di San Rocco ed ivi murato per volere unanime del Consiglio comunale (C. Ercolano, A. Mattia, San Giorgio … cit., p. 69).
3 Di due anni più giovane del fratello di Giuseppe, anch’egli era definito alternativamente come «proprietario» o «venditore privilegiato» (ASC, Prefettura, Carte amministrative, Inv. 1, f. 2735). Ebbe esperienze amministrative in età preunitaria e come decurione del Comune e come «cassiere fino al primo semestre del 1858» (ASC, Prefettura, Carte amministrative, Inv. 5, f. 6945).
4 In merito all’imposta sui fabbricati dell’anno 1874, Giuseppe era censito per due ruoli uno pari a L. 215,46 ed un altro congiuntamente agli eredi di Eugenio Migliarese pari a L. 333,40, mentre Antonio aveva un imponibile pari a L. 100,80 (il secondo reddito più alto era quello di Isidoro Lucciola di L. 228); invece i ruoli di imposta sui redditi di ricchezza mobile, redatti il 30 aprile 1874, riportano 14 cespiti di cui ben cinque relativi a componenti della famiglia Spatuzzi, con Giuseppe che deteneva il reddito più alto in senso assoluto, pari a L. 1963,68, poi Antonio con L. 147,21, Lorenzo con L. 645,53, Vincenzo con L. 449,91 ed infine uno cumulativo dei fratelli Lorenzo, Achille e Vincenzo pari a L. 156,74 (ASC, Prefettura, Carte amministrative, Inv. 5, f. 6956).
5 Su Achille Spatuzzi e sulle altre figure della famiglia si vedano i saggi di S. Casmirri, Tra Stato e società: la classe medica nell’Italia postunitaria, S. Franco, Igiene e salute pubblica in Terra di Lavoro in età liberale, G. de Angelis-Curtis, Gli Spatuzzi di San Giorgio a Liri tra amministrazione e politica in Terra di Lavoro in età liberale, A. Calce, Per una prima analisi dell’attività medico-scientifica di Achille Spatuzzi attraverso alcuni suoi scritti, in M. A. Migliorelli (a cura di), Politica, sanità ed amministrazioni locali in Terra di Lavoro in età liberale. Gli Spatuzzi di San Giorgio a Liri, Atti della Giornata di studio, San Giorgio a Liri 15 marzo 2003, Caramanica Editore, Marina di Minturno 2004.
6 Nacque nell’abitazione paterna sita in luogo detto «Portapaola» e fu battezzato l’11 settembre 1835 (ASC, Stato civile nati, San Giorgio a Liri 132, b. 3967, n. 43/1835).
7 Nacque a San Giorgio a Liri il 2 giugno 1837 e venne registrato all’anagrafe come Lorenzo, Francescantonio, Erasmo (ASC, Stato civile nati, San Giorgio a Liri 132, b. 3967, n. 28/1837). Prima dell’Unità d’Italia fu decurione segretario del Comune (ASC, Prefettura, Carte amministrative, Inv. 2, f. 1449), poi fu eletto nel primo Consiglio comunale postunitario (ASC, Prefettura, Carte amministrative, Inv. 1, f. 2739), e fu componente della Deputazione comunale (ASC, Prefettura, Carte amministrative, Inv. 1, f. 2726).
8 Per un trentennio, a cavallo tra Ottocento e Novecento, fu consigliere comunale e a più riprese sindaco di S. Giorgio. Sposò Elisa Coppola da cui ebbe tre figlie: Giuseppina, Carmelina e Titina. Il 5 marzo 1911 Carmelina fu proclamata «prefetta» della Congregazione Mariana di Maria SS. Immacolata, S. Benedetto Abate e S. Luigi Gonzaga, appena istituita a S. Giorgio da d. Vincenzo Fargnoli, nonché ne fu «direttrice delle cantatrici» (C. Ercolano, A. Mattia, San Giorgio … cit., p. 216).
9 Nacque a San Giorgio a Liri il 25 aprile 1839, fu registrato all’anagrafe come Alfonso, Errigo, Marco (ASC, Stato civile nati, San Giorgio a Liri 132, b. 3967, n. 22/1839).
10 Cfr. G. Chiaia, A Giuseppe Spatuzzi e Francesca Leone questi brevi ricordi del morto loro figliuolo Beniamino, Caserta 1873.
11 A Napoli ebbe come suoi allievi due importanti figure del panorama sanitario del tempo: Alberto Lutrario (nato a Crispano, in provincia di Napoli, il 22 dicembre 1861 da Francesco e Maria Luisa Carolina Pagano originari di San Giorgio a Liri) e san Giuseppe Moscati, il medico degli incurabili, il medico dei poveri.
12 In particolare sugli aspetti medico-professionali, sulle indagini svolte e sulle proposte e sollecitazioni di risanamento ambientale si veda l’approfondito studio di F. Di Giorgio, Uomini della storia: Achille Spatuzzi. Le grandi epidemie malariche (1821-1825-1879) nella Valle del Liri e l’avvio dei progetti di risanamento, Centro Documentazione e Studi Cassinati-Onlus, Cassino 2018.
13 A quei tempi la provincia di Caserta, storicamente definita come Terra di Lavoro, risultava divisa in cinque circondari, di cui i due più settentrionali erano quelli di Gaeta e di Sora. I circondari a loro volta erano divisi in mandamenti formati da uno o più Comuni (a seconda della consistenza demografica) e rappresentavano il collegio di elezione dei consiglieri provinciali. Amministrativamente, dunque, il Comune di San Giorgio a Liri si trovava ubicato nella provincia di Terra di Lavoro, circondario di Gaeta, mandamento di Esperia.
14 Il mandamento di Esperia costituiva un collegio elettorale provinciale che esprimeva un solo consigliere. Si componeva di sette Comuni e cioè il capofila Esperia più quelli di Ausonia, Castelnuovo Parano, Coreno Ausonio, S. Andrea Vallefredda (che allora riuniva i due Comuni di S. Andrea sul Garigliano e Vallemaio), S. Apollinare e S. Giorgio a Liri.
15 A. Spatuzzi, Agli elettori amministrativi del Mandamento di Esperia, s.l.e., s.d., p. 1.
16 D. De Francesco, La Provincia di Terra di Lavoro oggi Caserta nelle sue circoscrizioni territoriali e nei suoi amministratori a tutto il 1960, Amministrazione Provinciale di Caserta, Tip. Jacelli, Caserta 1961, parte II, p. 163.
17 Consiglio provinciale di Terra di Lavoro, Elenco dei consiglieri, deputati e commissioni diverse 1871-1872, Tip. Nobile, Caserta 1871.
18 Consiglio provinciale di Terra di Lavoro, Elenco dei consiglieri, deputati e commissioni diverse 1873-1874, Tip. Nobile, Caserta 1873.
19 Consiglio provinciale di Terra di Lavoro, Elenco dei consiglieri, deputati e commissioni diverse 1878-1879, Tip. Nobile, Caserta 1878; ASC, Prefettura, Gabinetto, Elezioni amministrative, b. 196, f. 1881.
20 Bollettino dell’Amministrazione provinciale di Terra di Lavoro, a. IX, n. 16, Caserta 1° ottobre 1885, p. 159.
21 ASC, Amministrazione provinciale, Atti vari, Elezione provinciale generale, f. 9222. Mariano Roselli, sconfitto in quel turno elettorale, sostituì proprio il medico di San Giorgio nella rappresentanza del mandamento di Esperia nel Consiglio provinciale di Terra di Lavoro, a partire dal 1898 e fino al 1906.
22 Fece parte della «Commissione pe’ Conti e Bilanci», di quella «Coltivazione dei Tabacchi», della «Commissione per l’applicazione della tassa sul Macinato», della «Commessione Amministrativa del Manicomio di Aversa», fu presidente della «Commissione per la Vigilanza sulle Opere Pie» per il Circondario di Gaeta.
23 In una relazione indirizzata al Consiglio provinciale espresse le sue perplessità e critiche in merito alla formazione professionale offerta dall’istituto aversano. Infatti, scriveva, gli alunni che uscivano dal San Lorenzo erano «mediocri operai» che avevano difficoltà ad inserirsi nel mondo lavorativo in quanto la società locale non aveva bisogno di «sarti, calzolai, fabbri e simili». Per Spatuzzi maggiori possibilità di impiego erano offerte dalla lavorazione dei campi ed ecco che l’Amministrazione provinciale si sarebbe dovuta far carico di fondare una «colonia agricola» mentre l’Istituto San Lorenzo avrebbe potuto occuparsi della formazione di artigiani in grado di fabbricare «gl’istrumenti» e gli attrezzi agricoli necessari «pe’ lavori e l’industria agraria».
24 Il 28 aprile 1880 nel corso della riunione del Consiglio provinciale di sanità tenne una relazione, poi pubblicata con il titolo di Parere del Consiglio provinciale di sanità di Terra di Lavoro intorno alle cause endemiche della malaria nella Valle del Liri, Tip. G. Nobile e C., Caserta 1880; nell’aprile 1885 presentò al Consiglio provinciale una mozione, approvata all’unanimità, con la quale chiedeva «al Governo di annoverare tra le opere di prima categoria il risanamento della Valle del Liri presso Cassino, della media parte del Volturno e della pianura di Sessa».
25 Fu promotore e fautore della realizzazione dell’opera iniziata nel 1867 e completata nel 1879, costata più di 367.000 lire a totale carico del bilancio della Provincia di Terra di Lavoro. Come riportato nella lapide posta nel corso principale di S. Giorgio, intitolato proprio ad Achille Spatuzzi, tramite la costruzione della strada egli «per primo vide la redenzione economica della intera regione».
26 Come medico e come componente della «commessione amministrativa» si era già occupato delle questioni relative all’istituto ospedaliero aversano proponendone la trasformazione e fornendo l’assistenza sanitaria ai malati di mente (A. Spatuzzi, Sulla riforma dei manicomii di Aversa. Relazione alla Deputazione provinciale di Terra di Lavoro nella tornata del giorno 11 aprile 1872, Caserta 1872 e Id., Il trattamento dei folli e l’assistenza pubblica, Caserta 1877).
27 In occasione del Concorso regionale agrario tenutosi nell’autunno 1879 a Caserta promosse un’inchiesta igienica nei Comuni della provincia di Terra di Lavoro, pubblicando la documentazione raccolta (A Spatuzzi, I bisogni dell’igiene agricola in Terra di Lavoro, Caserta 1879).
28 Nel corso del suo soggiorno nella capitale francese ebbe modo di visitare diversi istituti igienici di Parigi e di Bruxelles. Poi nel suo viaggio di ritorno si fermò in varie città della Svizzera o d’Italia (come Milano, Torino, Reggio Emilia), verificando il funzionamento di località termali, oppure interessandosi alle attività lavorative svolte presso alcune colonie agricole, o visitando anche un «manicomio» con annessa «colonia agricola per i folli».
29 Si trattava della legge 7 maggio 1882 n. 725 che fu utilizzata per un decennio (1882-1892) nel corso del quale si tennero tre turni elettorali relativi alla XV, XVI e XVII legislatura.
30 Il collegio di «Caserta III – Cassino» praticamente risultava dalla riunificazione dei quattro vecchi collegi uninominali di Sora, Cassino, Pontecorvo e Gaeta.
31 San Giorgio a Liri e il mandamento di Esperia, pur essendo inseriti amministrativamente nel circondario di Gaeta, per le elezioni alla Camera dei Deputati erano aggregati al collegio di Pontecorvo.
32 Sulla figura di Nicola Marselli (1832-1899), generale, deputato, senatore, cfr. F. Sidonio, Nicola (o Niccola) Marselli, in «Studi Cassinati», a. XV, n. 3, luglio-settembre 2015, pp. 191-196.
33 Il più votato risultò Federico Grossi con 6333 preferenze seguito da Angelo Incagnoli con 5977, Alfonso Visocchi con 5690 e Giuseppe Buonomo con 5565 voti. Dei non eletti Tommaso Testa (avvocato di Roccasecca) ebbe 4182 preferenze, Achille Spatuzzi 3736, Nicola Marselli 2068 e l’avv. Basilio Martinelli 1798 (Le elezioni politiche al parlamento subalpino e al parlamento nazionale. Storia dei collegi elettorali dalle elezioni del 17-27 aprile 1848 a quelle del 21-28 marzo 1897, parte II, Roma 1898, p. 155). A livello nazionale l’applicazione della riforma Depretis offrì invece esiti differenti in quanto l’allargamento del suffragio e l’introduzione dello scrutinio di lista comportò la mancata rielezione di quasi metà dei componenti della Camera dei deputati (M.S. Piretti, Le elezioni politiche in Italia dal 1948 a oggi, Gius. Laterza, Roma-Bari 1995, p. 117).
34 Nato ad Arpino il 25 marzo 1819, scomparve il 15 maggio 1884 a Napoli. Laureatosi in giurisprudenza nell’Ateneo partenopeo, letterato, economista, storico, uomo politico, fu presidente del Consiglio Provinciale e deputato del collegio di Sora per le legislature XIII-XIV-XV (D. De Francesco, La Provincia di Terra di Lavoro …, cit., p. 26).
35 In quel turno fu eletto Tommaso Testa che prevalse con 6535 voti di preferenza rispetto ai 4985 di Domenico Cossa (Le elezioni politiche al parlamento …, cit., p. 155).
36 A. Spatuzzi, Agli elettori amministrativi del Mandamento di Esperia, s.l.e., s.d., p. 1.
37 Atti del Consiglio Provinciale di Terra di Lavoro, Anno 1920. Tornata 22 luglio 1920, Caserta 1920, p. 26.
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