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Sabato 3 novembre 2018, a partire dalle ore 17, presso la «Sala Pier Carlo Restagno» del Comune di Cassino, si terrà la presentazione del volume di Carlo Nardone intitolato Il campo di Concentramento di Cassino-Caira nella Prima guerra mondiale. I prigionieri dell’esercito Austro ungarico tra reduci e caduti, tra filosofi letterati e artisti, che è edito dal Centro Documentazione e Studi Cassinati-Onlus e si fregia del patrocinio non oneroso della Città di Cassino e del logo ufficiale del «Centenario Prima Guerra Mondiale 2014-2018».
Sono previsti gli interventi del sindaco di Cassino, ing. Carlo Maria D’Alessandro, dell’assessore alla cultura, prof.ssa Maria !annone, del dott. Danilo Salvucci, dell’Associazione Pentacromo , del prof. Fussto Pellecchia, docente di Filosofia, di Pietro Zola dell’Azienda Marmi Zola, di Giacomo Saragosa, generale in pensione del C.F.S. e di Gaetano de Angelis-Curtis, presidente del Centro Documentazione e Studi Cassinati Onlus.
Per la prima volta nel corso di cento anni è stato pubblicato uno studio dedicato al Campo di Concentramento di Cassino-Caira, dalla sua realizzazione fino allo stato attuale, nell’ambito di uno specifico volume che rappresenta, dunque, il primo studio interamente incentrato sulle sue vicende. Carlo Nardone ha svolto una approfondita e minuziosa ricerca e nelle 446 pagine che compongono il volume sono riportate notizie riguardanti il Campo a partire dalla progettazione, all’edificazione, alla trasformazione in Scuola Allievi Carabinieri Ufficiali, alla distruzione del Secondo conflitto mondiale, alla ricostruzione nel secondo dopoguerra, alla riconversione in Deposito Artiglieria e poi in Magazzino Materiali Artiglieria e difesa Chimica, fmo all’abbandono odierno.
Mentre era in corso la Prima guerra mondiale la città di Cassino fu prescelta come luogo di edificazione di una struttura militare destinata all’internamento dei militari dell’Esercito austro ungarico, provenienti dalla composita galassia dell’Impero (austriaci, ungheresi, dalmati, istriani, croati, sloveni, bosniaci, erzegovini, tirolesi, galiziani, boemi, slovacchi, cechi, polacchi, ucraini ecc.), che venivano fatti prigionieri al fronte. Il Concentramento di Caira fu realizzato all’inizio del 1917 e i prigionieri affluiti furono utilizzati, nel corso di un anno e mezzo di internamento, per lavori manuali, particolarmente adibiti alla realizzazione di opere di rimboschimento delle montagne circostanti (a loro si deve la piantumazione degli alberi della pineta di Vallerotonda e dei valloni circostanti l’abbazia di Montecassino).
Carlo Nardone ha reperito 922 nomi di militari dell’Esercito austro-ungarico che sono morti nel corso della prigionia e poi sepolti nel Cimitero civile di Caira (per la prima volta, a cent’anni di distanza da quegli eventi è stato redatto un elenco dei morti). Ha raccolto 1.005 nominati di militari dell’Esercito austro-ungarico internati nel Concentramento di Caira e poi rilasciati a fme guerra e rientrati nei rispettivi luoghi d’origine. Di essi il più noto è sicuramente Ludwig Wittgenstein il più importante filosofo del mondo occidentale dell’epoca. Tuttavia furono internati a Caira anche architetti, poeti, scrittori, docenti e uomini di cultura, avvocati, medici, oppure artisti (musicisti, scultori, pittori). Per alcuni di essi, tra i più importanti per le loro affermazioni in campo letterario (scrittori, poeti) o artistico (pittori, scultori, musicisti), sono state tracciate delle brevi schede biografiche. Di particolare interesse è anche la riproduzione di interessantissimi prodotti artistici realizzati da vari prigionieri appartenenti, soprattutto, al gruppo di ucraini, come quadri (tele, acquerelli), schizzi, spartiti di canzoni (musiche e testi), poesie e disegni apparsi su giornali pubblicati all’interno del Campo.
Inoltre il volume appare corredato dalle planimetrie costruttive redatte dal Genio Militare, e, opportunamente, si compone di un ricchissimo apparato fotografico con immagini delle strutture edilizie in via di realizzazione, oppure relative ai militari internati in alcuni momenti di vita interna al Campo, nella corrispondenza scambiata con le famiglie d’origine (cartoline, lettere scritte o ricevute dai prigionieri nel corso della detenzione), in ricordini e annunci funebri di vari deceduti; oppure delle successive fasi con gli Allievi della Scuola Carabinieri nei giuramenti, nelle visite di alti ufficiali e personalità; oppure relative alla distruzione patita nella Seconda guerra mondiale nel corso della quale subì lo stesso destino della città di Cassino, fino alla stato di desolazione attuale.
La città di Cassino, con la sua frazione di Caira e tutto il comprensorio devono essere grati a Carlo Nardone per aver, con la pubblicazione di questo ponderoso volume, colmato una lacuna storica. L’ex Concentramento, poi ex Scuola Allievi Ufficiali Carabinieri, poi ex Deposito Artiglieria, quindi ex Magazzino Militare è una struttura che da cent’anni è parte integrante del panorama di questo territorio e per cent’anni ha accompagnato la vita delle popolazioni di questo territorio, anche quella economico-sociale. Ha rappresentato il luogo di detenzione di migliaia di uomini, soldati di truppa, sottufficiali e ufficiali di terre lontane, Una storia che non può essere sottaciuta o rimossa nel rispetto e nel ricordo di chi vi è arrivato e poi non ha potuto più far ritorno al proprio luogo d’origine, deceduto in conseguenza delle ferite riportate, o per malattie contratte, oppure per le epidemie scoppiate all’interno del Campo, i cui corpi furono tumulati nel Cimitero civile di Caira e «hic resurrectionem expectant» (e “qui aspettano la resurrezione”), e la cui morte li accomuna alle migliaia di giovani italiani caduti nel corso della guerra.
Cassino 29 ottobre 2018
Gaetano de Angelis-Curtis
presidente Cdsc-onlus
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