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«Studi Cassinati», anno 2018, n. 4
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Antonio Di Zazzo era nato a Rocca d’Evandro il 14 febbraio 1924 da Rocco e Maria Assunta Mariani, ed è scomparso, novantaquattrenne, il 12 novembre 2018.
Diplomatosi in Avviamento professionale a Cassino, frequentò poi il Ginnasio dopo aver superato un difficile esame di idoneità, preparato privatamente con l’ausilio di un sacerdote, don Giovanni, e conseguendo la maturità classica con un anno di anticipo. Poi giunse la guerra e la famiglia sfollò a Rocca d’Evandro. Nel dopoguerra avrebbe voluto iscriversi all’Accademia delle Belle Arti di Napoli ma optò per la Facoltà di Lettere e Filosofia. Maturò anche una breve esperienza da impiegato comunale nel suo paese, ma rinunciò all’incarico. Tornò a Cassino e il preside del riaperto Liceo Classico, Giuseppe Fargnoli, gli offrì l’incarico di segretario della scuola. Dopo il conseguimento della laurea si avviò all’insegnamento, prima da supplente e poi da titolare con l’immissione in ruolo in Italiano e Latino al Liceo Scientifico di Cassino. Passò poi a dirigere il Liceo Artistico e dopo il superamento del concorso a preside fu nominato nella Scuola Media di Sant’Apollinare, per poi trasferirsi a Cassino alla «Gregorio Diamare». In prossimità del collocamento a riposo ricevette l’invito dell’abate di Montecassino, dom Bernardo D’Onorio, a istituire una Scuola Media che fu creata nel 1989 su basi innovative (bilinguismo, Inglese e Francese, Informatica e Latino obbligatorio) che ebbe un ottimo successo. L’abate D’Onorio gli propose allora la creazione di un Liceo. Fece ancora una volta una scelta innovativa e istituì un Liceo Classico con programmi che si allargavano in qualche modo anche alle discipline dello Scientifico e a elementi di Diritto. La sua direzione continuò per ben quattordici anni finché, a quasi ottant’anni, e dopo molti solleciti, fu sostituito.
Mentre svolgeva l’attività di docente coltivava la sua passione per l’arte. Realizzò così numerose opere in bronzo: il busto di Giosué Carducci, del primo sindaco di Cassino Gaetano Di Biasio, del senatore Pier Carlo Restagno, dei sindaci di Aquino e Belmonte Castello, del preside Gioacchino Pellecchia e di Roberto D’Alfonso cui era stata intitolata la Scuola Media di Cervaro, nonché numerose sculture sparse in diverse collezioni private. Alla passione per la scultura si associava quella per la pittura con la realizzazione di opere ovunque disseminate. La sua preferenza era rivolta verso la figura, specialmente il ritratto. Con il pensionamento cominciò a frequentare con maggiore assiduità il suo paese d’origine, Rocca d’Evandro, dove poté dedicarsi totalmente alla scultura e alla pittura. Dal suo laboratorio uscirono numerose e importanti opere: un grande dipinto della Sacra Famiglia per la chiesa di Pratella; un bassorilievo della Cena di Emmaus per la chiesa di Pignataro Interamna; due sculture in bronzo per la direzione dello Stabilimento del Polverificio di Fontana Liri; un dipinto di enormi dimensioni, circa sei metri per tre, per la cappella privata del dott. Luigi Di Cioccio, un’opera particolarmente apprezzata dal cardinale Farina venuto per la benedizione.
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