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di Emilio Pistilli
È lungo l’elenco dei presidenti della Repubblica in visita a Cassino dal dopoguerra. Quasi sempre a richiederne la presenza furono le commemorazioni nei decennali della distruzione, avvenuta il 15 marzo 1944.
Un’anteprima delle visite ufficiali si ebbe già un anno dopo la distruzione di Cassino e Montecassino: il 15 marzo 1945 il Capo del Governo Ivanoe Bonomi, accompagnato dal ministro dei LL.PP. Meuccio Ruini, alla presenza del sindaco Gaetano Di Biasio, consacrò ufficialmente la rinascita di Cassino. Nello stesso giorno sul monte l’abate Gregorio Diamare pose la prima pietra per la ricostruzione dell’edificio di S. Giuseppe, simbolo della ricostruzione di Montecassino, alla presenza dello stesso Ivanoe Bonomi, di otto ministri, molti sottosegretari, ambasciatori e delegati dei governi americano, inglese, francese e russo, nonché di S. E. Costantini, presidente della Pontificia Commissione di Arte Sacra in rappresentanza della Santa Sede. L’abate Diamare ebbe a dire: «Montecassino ormai non c’è: non devono sopravvivere ire di parte [ … ] Ora deve pensarsi con l’aiuto di dio e di tutti i buoni a ricostruire».
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La prima visita presidenziale fu quella del Capo Provvisorio dello Stato on. Enrico De Nicola il 30 marzo 1947, accompagnato dal ministro on. Sereni, dagli on. Terracini, Restagno, Andreotti, Belusci, Cingolani Guidi, Di Palma, Bozzi, altri parlamentari e dal prefetto di Frosinone Roberto Siragusa. Giunse a Cassino di mattina, dopo essere passato per Arce e per i paesi sinistrati. A riceverlo fu il sindaco Gaetano Di Biasio che lo accolse con un accorato e fraterno abbraccio, poiché da tempo erano amici per comunanza di studi e di battaglie forensi. Di Biasio denunciò la beffa delle mancate promesse fatte a Cassino dal governo e dagli alleati in occasione del primo anniversario della distruzione e concluse: «Quando la mattina nel mio squallido gabinetto di Sindaco si presentano turbe di sventurati a chiedere, non dico una casa, ma per lo meno una baracca o una capanna, ed io non posso soddisfare neppure queste elementari esigenze, il mio animo si riempie del dolore più profondo e, al pianto di quei derelitti non posso che rispondere con altre lacrime. Faccia, onorevole De Nicola, che questo popolo afflitto ed addolorato ottenga finalmente giustizia». Il presidente rispose commosso al discorso di Di Biasio con un abbraccio che voleva rappresentare dinanzi a tutti la sua solidarietà, con l’impegno di aiutare Cassino nel migliore dei modi. In quell’occasione il presidente inaugurò anche il nuovo monumento ai caduti in piazza De Gasperi. Al termine della visita ufficiale – era la domenica delle Palme – col suo seguito si recò a Montecassino ricevuto dall’abate Ildefonso Rea; lì visitò con vivo interesse le macerie della badia.
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Il 2 aprile 1949, accolto dal commissario prefettizio Gaetano Napolitano, giunse a Cassino il presidente della Repubblica Luigi Einaudi per la consegna della Medaglia d’oro al Valor Militare; nella visita alla città e a Montecassino era accompagnato dall’ex presidente Ivanoe Bonomi, dall’on. Chiostergi, vice presidente della Camera, Pacciardi, ministro della Difesa, Andreotti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, inoltre dagli on. Restagno, Camangi, De Palma, Belloni, Fanelli, dal prefetto di Frosinone Antero Temperini, dai generali Trezzani, Caruso, Frattini, ecc. In quella occasione fu apposta al monumento la lapide con la splendida motivazione. Conclusa la visita ufficiale il presidente si recò a Montecassino dove l’abate Rea lo accompagnò nella visita della badia e dei lavori in corso; per l’occasione nel restaurato refettorio era stata allestita una mostra che documentava i lavori di ricostruzione; dopo la colazione consumata nel refettorio di S. Giuseppe i visitatori tornarono nelle loro sedi. Da Roma il presidente Einaudi inviò un telegramma all’abate che concludeva: «La visione dell’immane rovina non mi abbandona, se pure temperata dalla certezza che il glorioso monumento donde s’irradiò per il mondo tanta luce di fede e di cultura umanistica non tarderà ad essere ancora una volta nei secoli restituito alla pristina dignità».
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Il 4 aprile 1954 si tenne la solenne commemorazione del decennale della distruzione alla presenza del presidente della Repubblica Luigi Einaudi, che giunse accompagnato dalla consorte Donna Ida, dall’ex capo dello Stato De Nicola, dai ministri Campilli, Romita e Cassiani, dall’on. Leone, vice presidente della Camera, dal sen. Bertone, in rappresentanza del Senato, nonché dal sen. Canonica e dai generali Marazzani e Albert.
Ad accoglierlo fu il sindaco Pier Carlo Restagno. Dopo gli interventi ufficiali in piazza De Gasperi fu inaugurato il nuovo ufficio postale e la mostra della ricostruzione allestita nei nuovi locali del Tribunale.
Imponente e memorabile fu la sfilata dei mezzi militari e dei reparti in armi; grande emozione suscitò l’irruzione su Corso della Repubblica della fanfara dei bersaglieri in corsa.
Dopo la cerimonia a Cassino le autorità si trasferirono in visita privata a Montecassino; consumata lì la colazione, il presidente visitò il complesso monastico potendo constatare i progressi dei lavori eseguiti dopo la sua precedente visita del 1949; soprattutto si compiacque delle porte bronzee modellate dal Canonica e fatte fondere a proprie spese dallo stesso presidente, come ricorda l’iscrizione.
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Il 22 settembre 1962 fu inaugurato a Cassino il tratto Frosinone-Caserta dell’Autostrada del Sole, sesto tronco. A testimoniare il simbolo della ricostruzione del nostro territorio fu presente il capo dello Stato Antonio Segni. Alla cerimonia furono presenti anche il presidente del Consiglio, on. Fanfani, i sottosegretari Fanelli e Cervone, il prefetto di Frosinone, il sen. Restagno, il sindaco di Cassino, Domenico Gargano e numerosi altri parlamentari e autorità. L’abate di Montecassino mons. Rea benedisse l’opera. L’intero percorso Milano-Salerno fu inaugurato nel 1964: allora veramente l’Italia sembrò più corta. Il primo tratto dell’Autostrada del Sole, Milano-Parma, era stato inaugurato il 7 dicembre 1958.
Il presidente Antonio Segni tornò a Cassino due anni dopo, il 15 marzo 1964, per le celebrazioni del ventennale della distruzione della Città Martire. Giunse con treno speciale e trovò ad accoglierlo, in piazza De Gasperi, il senatore Spataro in rappresentanza del Senato, l’on. Bozzi in
rappresentanza della Camera dei Deputati, il ministro Pastore della Cassa del Mezzogiorno, il ministro della Difesa Andreotti, il senatore Restagno, presidente del comitato celebrativo, il sindaco di Cassino Domenico Gargano. Dopo il saluto del sindaco ed un breve intervento del ministro Meuccio Ruini, l’on. Andreotti tenne il discorso ufficiale ricordando le precedenti distruzioni di Montecassino fino all’ultima definendola: «non soltanto un errore, ma una inutile strage, perché il sacro recinto non era mai stato trasformato in obiettivo militare»; poi, nell’esaltare la rinascita di Cassino e Montecassino, annunciò la costruzione di una cittadella militare per l’istruzione di duemila soldati. L’abate di Montecassino Ildefonso Rea celebrò la messa al campo. Dopo aver incontrato i sindaci delle città decorate, il presidente Segni assistette in Corso della Repubblica alla sfilata delle forze armate e delle associazioni combattentistiche in condizioni meteorologiche poco favorevoli. Al termine della visita ufficiale, con un ristretto seguito, salì a Montecassino dove sostò per alcune ore. In serata fece ritorno a Roma. Da segnalare che nel corso della commemorazione si è più volte ritenuto, erroneamente, che Montecassino fosse stata distrutta il 15 marzo insieme a Cassino.
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Il 15 marzo 1974, trentennale della distruzione, il presidente Giovanni Leone partecipò alla solenne celebrazione dell’anniversario ricevuto dal sindaco Antonio Grazio Ferraro; al suo seguito i ministri Tanassi, Zagari e Lupis, il presidente della Corte Costituzionale Bonifacio, i senatori Spataro e Schietroma e Giacomo Bosco vice presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, l’on. Gonella, il capo di Stato maggiore ammiraglio Henke e numerose altre personalità; furono presenti rappresentanze di tutti i comuni d’Italia decorati di Medaglia d’oro al v.m., nonché i reduci di 13 nazioni che avevano combattuto in questi luoghi. Nel suo intervento disse tra l’altro: «Cassino è assurta a simbolo ed emblema dell’inutilità della ferocia, dell’assurdità, della crudeltà della guerra. Ma Cassino è assurta anche a simbolo di fiera, decisa e risoluta volontà di risorgere. Io sono qui, cittadini di Cassino e della plaga, espressione ed interprete dell’animo e del sentimento della Nazione per rinnovare a voi l’attestazione di riconoscenza e di riverenza per il vostro lungo e amaro Calvario, il senso di commosso ricordo delle vittime civili, esaltazione della vostra significativa capacità di rinascere». Dopo la cerimonia in piazza De Gasperi il presidente, col suo seguito, salì a Montecassino ricevuto dall’abate Martino Matronola: fu, quella, la prima visita ufficiale di un presidente della Repubblica al monastero dopo la distruzione.
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15 marzo 1984 fu la volta del presidente Sandro Pertini a presenziare alle celebrazioni del quarantennale della distruzione della città e di Montecassino. Giunse in elicottero atterrando nell’ex campo sportivo di viale Dante. Dopo aver ricevuto gli onori militari in piazza Labriola e dopo la celebrazione della messa officiata dall’abate di Montecassino Bernardo D’Onorio, il presidente ricevette l’indirizzo di saluto dal sindaco Vincenzo Mattei. Il discorso ufficiale fu tenuto dal senatore Giovanni Spadolini in rappresentanza del governo. Al termine, ricevuti gli onori militari depositò una corona d’alloro al Monumento ai caduti in piazza De Gasperi. All’interno del palazzo comunale ricevette i sindaci dei Comuni della battaglia. Terminata la visita ufficiale Pertini salì al monastero dove si fermò a pranzo; poi commentò: «Ho parlato di pace, ho passato ore di grande serenità. Questa visita ha arricchito il mio animo».
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Le celebrazioni del cinquantenario, particolarmente solenni, si conclusero il 19 maggio 1994, anniversario della fine dei combattimenti nel suolo cassinate. Il presidente Oscar Luigi Scalfaro giunse nel pomeriggio in elicottero e ricevette gli onori dei reparti schierati nel nuovo campo sportivo. Dal palco presidenziale, allestito in piazza De Gasperi, dinanzi all’ufficio postale, ricevette il saluto del sindaco Giuseppe Golini Petrarcone, del presidente della «World Veterans Union», del gen. Poli; nel suo intervento, a braccio, esordì: «Soltanto un saluto; un saluto carico di emozioni dinanzi ai veterani che qui hanno combattuto su fronti opposti, oggi uniti in una stretta di mano che ha la ricchezza dei valori umani. Questo incontro ha un solo significato: la pace, la pace come desiderio, come volontà, come impegno. Ma ciascuno di noi sa bene che la pace nasce dal rispetto della verità, dal rispetto della storia. La pace rispettando la storia è un superamento della storia stessa verso un incontro sulla base ricchissima dei valori dell’uomo che sono il grande e vero denominatore che ci unisce». Dopo il deflusso dei Reparti in armi con le bandiere dei Paesi che hanno combattuto a Cassino issate sui pennoni dello stadio, ci fu l’accensione del tripode «simbolo di Pace» al Monumento ai caduti, quindi gli onori al presidente della Repubblica. La cerimonia si concluse con la sfilata in Corso della Repubblica dei reduci, preceduti dai reparti in armi italiani ed esteri.
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15 marzo 2004, sessantesimo anniversario del martirio di Cassino il presidente Carlo Azeglio Ciampi giunse in elicottero al campo sportivo, poi in auto. Dopo aver passato in rassegna i reparti in armi, si recò al Monumento ai caduti dove depose una corona di alloro. La preghiera per la pace e per i caduti fu recitata dall’abate di Montecassino Bernardo D’Onorio. Dal palco d’onore furono pronunciati i discorsi ufficiali del sindaco Bruno Vincenzo Scittarelli, del ministro Enrico La Loggia, in rappresentanza del governo, e del presidente Ciampi, che tra l’altro disse: «Ci sono avvenimenti che rappresentano il male, che nessuna filosofia della storia riesce a mitigare. Nella seconda guerra mondiale, purtroppo, ve ne sono stati molti. La distruzione di Cassino è uno di questi. Nessuno potrà mai perdonare le violenze inflitte alle donne, ai bimbi, agli anziani ad Esperia e in tanti altri paesi, come nessuno potrà mai perdonare la distruzione di quello che per oltre mille anni è stato – e continua ad essere – un faro della civiltà europea, l’Abbazia di San Benedetto. Ancora oggi la memoria di quei fatti è essenziale per noi, per i nostri figli». Al termine della cerimonia il presidente Ciampi appuntò Medaglie d’argento al merito civile sui gonfaloni dei Comuni della Linea Gustav. Terminata la visita a Cassino, si recò a Montecassino dove inaugurò il restaurato affresco della chiesa del Crocifisso di Cassino (il cosiddetto mausoleo degli Ummidi) custodito nella cappella di S. Anna fin dal 1950.
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Nel settantennale, 15 marzo 2014, fu la volta del presidente Giorgio Napolitano a fare visita alla Città Martire. Al suo arrivo verso le 11.00, accompagnato dal ministro della Difesa Roberta Pinotti, fu accolto dalle proteste di disoccupati e precari che urlavano al corteo presidenziale la loro rabbia per le dure condizioni determinate dalla crisi. Nessun contatto diretto con le autorità visto che la contromanifestazione fu civile e controllata. La cerimonia ufficiale si svolse in piazza De Gasperi alla presenza di autorità civili e militari, di rappresentanze delle scuole cassinati e di numerosa popolazione. Il discorso ufficiale fu tenuto dal ministro Pinotti. Il punto forte dell’intervento del presidente Napolitano fu: «Dobbiamo guardare avanti non dimenticando mai la lezione: basta con le guerre, mai più guerre ciecamente concepite e ciecamente distruggitrici». Dopo la cerimonia in piazza incontrò i sindaci del martirologio e i consiglieri nel palazzo comunale, ricevendo il saluto del presidente del Consiglio comunale e del sindaco Giuseppe Golini Petrarcone. Al termine salì a Montecassino soffermandosi prima presso il sacrario militare polacco; in abbazia, in visita privata, fu ospite del reggente don Augusto Ricci. In serata rientrò a Roma.
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11 marzo 2019 – il presidente Sergio Mattarella venne a Cassino per l’inaugurazione dell’Anno accademico 2018-19 dell’Università di Cassino e del Lazio Meridionale che compiva 40 anni. Arrivo in mattinata in elicottero allo stadio Salveti accolto dal prefetto di Frosinone Ignazio Portelli; proseguimento in auto verso la sede del campus della Folcara, dove giunse alle ore 11.00. A riceverlo il rettore Giovanni Betta con amministratori regionali, in assenza del presidente Nicola Zingaretti, il vicepresidente della Regione Lazio, Massimiliano Smeriglio, il commissario prefettizio di Cassino dott. Benedetto Basile, nonché i sindaci del territorio e i rettori di altre università d’Italia. Presenti tra gli altri il vescovo della diocesi Gerardo Antonazzo e l’abate di Montecassino Donato Ogliari. Prima di recarsi nell’Aula Magna per la cerimonia ufficiale gli fu offerto un coffee break preparato dall’Istituto alberghiero. Dopo il saluto del rettore Giovanni Betta, presero la parola la rappresentante degli studenti, Elena Di Palma, poi il rappresentante del personale tecnico amministrativo Francesco Cuzzi. La lectio magistralis fu pronunciata dal professore Giuseppe Recinto sul tema L’insegnamento del diritto nella relazione tra diritto e realtà. Nel
suo intervento il presidente Mattarella disse fra l’altro: «Due settimane fa ho partecipato all’analoga cerimonia dell’università della Tuscia [gemelle per nascita]; quella scelta 40 anni addietro di far sorgere nel Lazio meridionale e nel Lazio settentrionale due università è stato il frutto della consapevolezza che gli studi universitari non possono essere un fenomeno di élite, ma devono essere il più diffusamente possibile distribuiti nel Paese e devono avere un contatto ampio, diffuso, profondo con il territorio del nostro Paese. È un percorso tutt’altro che compiuto; il nostro Paese è ancora in ritardo nel numero dei laureati rispetto alla media europea e ha bisogno di intensificare questo percorso che non può mai dirsi compiuto completamente ma che ha ancora bisogno di una forte spinta da parte delle istituzioni». Al termine della cerimonia si trasferì in auto in città per inaugurare la «Fiera del Santo Patrono» allestita nel cortile del Palagio Badiale a cura della «Fondazione S. Benedetto» e del «Corteo Storico Terra Sancti Benedicti». Ad accoglierlo l’abate Donato Ogliari e il presidente della Fondazione d. Luigi Maria Di Bossolo. A guidare il presidente nella visita della “fiera” fu la professoressa Antonietta De Luca. Subito dopo Mattarella fece ritorno alla capitale.
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Il Presidente Sergio Mattarella è tornato di nuovo a Cassino il 18 maggio 2019 su invito del presidente della Polonia Andrzej Duda per presenziare alla commemorazione del 75° anniversario del sacrificio polacco su Montecassino. La cerimonia si è svolta a partire dalle ore 17 presso il sacrario militare polacco di Montecassino alla presenza di alte autorità civili e militari di Polonia, tra cui il Segretario di Stato sen. Anna Maria Anders, figlia del generale Władysław Anders che guidò l’esercito polacco nella battaglia per la conquista del monte, nonché dell’abate di Montecassino Donato Ogliari e del Commissario prefettizio di Cassino Benedetto Basile.
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* Ampi stralci di questo articolo sono stati pubblicati dal quotidiano «L’Inchiesta» del giorno 12.03.2019.
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