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«Studi Cassinati», anno 2019, n. 2
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Una grave perdita la scomparsa, dopo mesi di malattia, del socio Elio Saragosa. Lo rimpiangono i familiari, i colleghi, i numerosi amici e soci del CDSC, fra i quali i fratelli Sergio e Giacomo. Le più sentite condoglianze del Cdsc-Onlus alla moglie Laura, ai familiari tutti.
«Studi Cassinati» lo ricorda con una nota del fratello, generale Giacomo Saragosa.
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Il professor Elio Saragosa nacque a Caira il 25 settembre 1942, nel pieno della seconda guerra mondiale e visse, nella sua prima infanzia, la sofferenza dell’abbandono della casa e della vita raminga in montagna, unitamente alla sua numerosa famiglia, per fuggire gli eventi bellici drammatici del Cassinate. Frequentò le elementari a Caira e le medie ed il ginnasio-liceo a Cassino. Si laureò in Lettere moderne presso l’Università La Sapienza di Roma. Dovette riprendere un diverso peregrinare, stavolta per poter svolgere la professione di docente, in Alta Italia, a Laveno Mombello ed Intra (Verbania) insieme alla sua amata Laura che sposò nel 1972. Riuscì poi a tornare a casa insegnando dapprima a Vallecorsa e poi a Sant’Elia nelle scuole medie locali. Fu assegnato infine all’Istituto Alberghiero di Cassino dove svolse la sua funzione di docente fino al collocamento a riposo, nel 2007. Visse intensamente e con amore la vita professionale come testimoniano i tantissimi suoi alunni che hanno voluto presenziare alle esequie, unitamente ai colleghi, o che hanno voluto far giungere alla sua famiglia il loro affettuoso saluto. Suo il merito, tra l’altro, della riscoperta delle ricette tradizionali della cucina della nostra terra, raccolte e pubblicate nell’ambito del suo lavoro di docente all’Alberghiero, in una collana di otto libretti. Dalla moglie Laura ebbe due figli: Maria Rosaria, biologa, che ha seguito le orme paterne ed insegna a Roma e Mario, ingegnere, che lavora con la Saipem ovunque nel mondo ci sia petrolio e che gli ha regalato un nipotino, Matteo, che ha reso felici gli ultimi mesi della sua vita. Con la stessa intensità ed amore profuso nel suo lavoro, attraversò anche le vicende civili, sociali e politiche della nostra città. Sempre sorridente e sereno in virtù di un carattere estroverso, solare e cordiale, ricco di cultura ad ampio spettro, seppe trasmetterla ed usarla con levità e garbo. Dotato di un fine senso dell’ironia e capace, virtù rara, di autoironia, mai si nascose dietro cortine di ipocrisia ma espresse le sue opinioni senza infingimenti, anche se ciò poteva risultare sgradito agli interlocutori. Lo seppe però fare con tale garbo da disarmare la controparte ancor prima che questa potesse adombrarsi. Amò fortemente la sua famiglia, la sua gente, la sua terra e il suo lavoro e su questi pilastri realizzò la bella avventura che è stata la sua vita conclusasi il 27 maggio 2019.
Voglio chiudere questo ricordo di Elio citando i versi iniziali di una poesia di Henry Scott Holland che lui sicuramente avrebbe condiviso “La morte non è niente. Non conta. Io me ne sono solo andato nella stanza accanto. Non è successo nulla. Tutto resta esattamente come era” (Giacomo Saragosa).
Il professor Elio Saragosa nacque a Caira il 25 settembre 1942, nel pieno della seconda guerra mondiale e visse, nella sua prima infanzia, la sofferenza dell’abbandono della casa e della vita raminga in montagna, unitamente alla sua numerosa famiglia, per fuggire gli eventi bellici drammatici del Cassinate. Frequentò le elementari a Caira e le medie ed il ginnasio-liceo a Cassino. Si laureò in Lettere moderne presso l’Università La Sapienza di Roma. Dovette riprendere un diverso peregrinare, stavolta per poter svolgere la professione di docente, in Alta Italia, a Laveno Mombello ed Intra (Verbania) insieme alla sua amata Laura che sposò nel 1972. Riuscì poi a tornare a casa insegnando dapprima a Vallecorsa e poi a Sant’Elia nelle scuole medie locali. Fu assegnato infine all’Istituto Alberghiero di Cassino dove svolse la sua funzione di docente fino al collocamento a riposo, nel 2007. Visse intensamente e con amore la vita professionale come testimoniano i tantissimi suoi alunni che hanno voluto presenziare alle esequie, unitamente ai colleghi, o che hanno voluto far giungere alla sua famiglia il loro affettuoso saluto. Suo il merito, tra l’altro, della riscoperta delle ricette tradizionali della cucina della nostra terra, raccolte e pubblicate nell’ambito del suo lavoro di docente all’Alberghiero, in una collana di otto libretti. Dalla moglie Laura ebbe due figli: Maria Rosaria, biologa, che ha seguito le orme paterne ed insegna a Roma e Mario, ingegnere, che lavora con la Saipem ovunque nel mondo ci sia petrolio e che gli ha regalato un nipotino, Matteo, che ha reso felici gli ultimi mesi della sua vita. Con la stessa intensità ed amore profuso nel suo lavoro, attraversò anche le vicende civili, sociali e politiche della nostra città. Sempre sorridente e sereno in virtù di un carattere estroverso, solare e cordiale, ricco di cultura ad ampio spettro, seppe trasmetterla ed usarla con levità e garbo. Dotato di un fine senso dell’ironia e capace, virtù rara, di autoironia, mai si nascose dietro cortine di ipocrisia ma espresse le sue opinioni senza infingimenti, anche se ciò poteva risultare sgradito agli interlocutori. Lo seppe però fare con tale garbo da disarmare la controparte ancor prima che questa potesse adombrarsi. Amò fortemente la sua famiglia, la sua gente, la sua terra e il suo lavoro e su questi pilastri realizzò la bella avventura che è stata la sua vita conclusasi il 27 maggio 2019.
Voglio chiudere questo ricordo di Elio citando i versi iniziali di una poesia di Henry Scott Holland che lui sicuramente avrebbe condiviso “La morte non è niente. Non conta. Io me ne sono solo andato nella stanza accanto. Non è successo nulla. Tutto resta esattamente come era” (Giacomo Saragosa).
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