.
«Studi Cassinati», anno 2019, n. 3
> Scarica l’intero numero di «Studi Cassinati» in pdf
> Scarica l’articolo in pdf
.
di Alberto Mangiante
.
«Nell’amore dell’arte e della famiglia vissi anni felici». In questa frase, che era incisa sulla tomba della grande cantante lirica Wanda Luisa Miller nel cimitero di Pignataro Interamna, è racchiusa tutta la bellezza della sua arte e l’amore verso la sua famiglia. E anche se le distruzione belliche, avvenute nel territorio, ne hanno purtroppo cancellato la memoria, obliandone il ricordo persino nei suoi familiari e rendendo molto difficile una ricostruzione storica, alla fine sono riuscito a ricostruirne la memoria.
Czechowska Ludwika Wanda Matylda nacque a Varsavia il 2 gennaio 1851. Figlia di un funzionario bancario rimase orfana del padre in tenera età. La madre, Antonina Pogorzelski, si risposò con Wladyslaowi Millerowj, famoso basso lirico più noto in Italia come Ladislao Miller1, che l’adottò e le diede le prime lezioni di canto portandola con sé, insieme alla madre, nelle varie tournée per il mondo. Nel 1863 la Miller si trovava a Milano dove nacque il fratellastro Ladislao Junior2, anch’egli destinato alla carriera lirica come basso. Proprio a Milano perfezionò la sua tecnica di canto sotto la direzione del maestro G. B. Lamperti per poi debuttare nel 1867 in Svizzera come Rosina nel «Barbiere di Siviglia». Da lì partirà una carriera che la vedrà primeggiare tra le maggiori cantante liriche dell’epoca.
Tra i grandi teatri che si avvalsero delle sue interpretazioni ricordiamo il Kediviale de Il Cairo dove si esibì con l’«Otello» di Rossini nel novembre 1876, il «Faust» di Gounod nel gennaio 1877 e «L’africana» di Mayerbeer nel marzo 1877.
Il Teatro Reale di Madrid si avvalse della sua arte nella stagione 1874/1875 con le opere «La Juive» di Halevy, l’«Aida» di Verdi nel ruolo di Amneris, «La Favorita» di Donizetti, «Les Huguenots» di Mayarbeer e infine «Saffo» di Pacini per un totale di 16 recite.
Con «L’Africana» si esibì nel 1872 all’Imperiale di Mosca, nel dicembre 1873 alla Fenice di Venezia, nel giugno 1878 al Sociale di Trento e nel dicembre 1878 al San Carlo di Napoli aprendone la stagione.
Interpretò «Lucrezia Borgia» di Donizetti al Politeama di Livorno nell’ottobre 1879 e Margherita nel «Faust» al teatro Dal Verme di Milano nel luglio 1873.
Nel settembre 1875 a Jesi per il Centenario di Spontini interpretò Giulia ne «La Vestale» e, sempre con quest’opera, il 30 dicembre del 1875 inaugurò la stagione lirica all’Apollo di Roma, dove nel marzo del 1876 interpretò «Ruy Blas» di Marchetti, opera che porterà a Trento nel 1878, a Napoli nel 1879, al Malibran di Venezia nel 1880 e infine di nuovo a Napoli, al Teatro Bellini, nel 1886.
Tra le altre sue interpretazioni si ricordano «I Burgravi» di Carlo Podestà al Teatro Riccardi di Bergamo con 10 recite tra agosto e settembre del 1881, poi ad Odessa con il «Rienzi» di Wagner e ancora, senza dilungarci troppo, le sue tournée nei paesi Baltici, nelle città di Leopoli, Cracovia, Krynica, Lublino e Varsavia nel 1883.
Nel 1881 al Regio di Torino, complice una patetica avversione degli abbonati per le nuove opere, la sua «Carmen» di Bizet fu stroncata alla prima, per poi risollevarsi nelle due recite successive. Allo stesso modo, una settimana dopo sempre al Regio, la prima italiana di «Melusina» di Karl Gramman venne stroncata.
Ricevette un ulteriore riconoscimento alla sua arte nell’aprile del 1876 quando venne nominata, insieme al tenore Campanini, Socia Onoraria dell’Accademia di Santa Cecilia a Roma.
La vocalità della Miller, già dal suo esordio, esprime parti da mezzosoprano, come Leonora ne «La Favorita», Adalgisa in «Norma», Amneris in «Aida», Azucena nel «Trovatore», Valentina in «Ugonotti» e Carmen, anche se non disdegna interpretazioni da soprano drammatico, basti pensare alle sue interpretazioni di Giulia ne «La Vestale» e Inez ne «L’Africana» per le quali fu osannata dalla stampa specialistica e dagli addetti ai lavori. Infatti personaggi del calibro di Bottesini, che la voleva come interprete principale per la sua opera «Ero e Leandro», così scriveva nel febbraio 1879 al suo amico Tornaghi: «la compagnia sarebbe Vanda Miller che piace al San Carlo assai, il tenore De Sanctis e il basso Cherubino», e di Matilde Serao che inserì la sua interpretazione al San Carlo in un episodio del suo romanzo «Pagine azzurre».
Probabilmente in una di queste recite, ma al momento non sappiamo quando e dove, la Miller conosce un giovane ufficiale di carriera, appartenente al 16° Reggimento di Cavalleria Lucca, Vincenzo Silvestri3 che poi sposerà tra 1880 e il 1884. La data è incerta, ma sappiamo che il Silvestri, nel novembre del 1880, si mise in aspettativa per motivi di famiglia e nel 1884 nacque il primo figlio Antonio4, forse seguito dalla nascita di un secondo figlio, a cui fu dato il nome Carlo. Nonostante il matrimonio e la maternità, la Miller non abbandonò le scene visto che nel 1886 è tra gli interpreti del «Ruy Blas» al Teatro Bellini di Napoli.
Il settimanale napoletano «L’occhialetto», nel numero 211 uscito il 21 giugno 1890, in un piccolo trafiletto in ultima pagina, annuncia la morte di Vanda Miller, avvenuta a Pignataro Interamna e la ricordava molto amata dal pubblico napoletano in special modo per la sua interpretazione di Selika ne «L’Africana».
Veniva a mancare così, a soli 39 anni, senza che al momento se ne conoscano le cause e il redattore annotava «una persona che senza atteggiarsi a diva sapeva anche cantare senza stonare».
.
NOTE
1 Wladyslaw Mikolaj Kostanty Millerowi nacque il 23 marzo 1830 a Varsavia. Figlio di un albergatore, era basso lirico e fu allievo di J. Quattrini.
Debuttò nel 1850 nel ruolo di Giustiniano nel «Belisario» di Donizetti e divenne noto con il nome di Ladislao Miller specialmente in Italia, dove si esibisce tra il 1862 e il 1864 alla Scala di Milano in vari ruoli. Nel 1865 con una Compagnia di canto italiana si esibì in varie città americane, New York, Filadelfia, Boston e altre, passando per l’Avana e Rio de Janeiro.
Nel 1872 a Napoli interpretò il ruolo di Filippo nel «Don Carlos», dove Verdi scrisse per lui un duetto con il baritono, donandogli anche la partitura autografata. Nel 1878 si esibì a Leopoli, ma nel 1884 diede addio alle scene stabilendosi vicino Milano.
Nel 1888 fece ritorno a Varsavia dove aprì una scuola di canto, tenendo ancora qualche concerto nel 1890 a Varsavia e nel 1891 in Italia.
Morì a Varsavia il 31 luglio 1896 dove è sepolto nel Cimitero Asburgico.
2 Wladyslaw Miller junior, fratellastro di Wanda Miller, nacque il 27 novembre 1863 a Montalbano, vicino Milano, dove il padre era al tempo impegnato per la stagione lirica alla Scala. Studente al Conservatorio di Varsavia sotto la direzione di Z. Noskowski, al pari del padre intraprese la carriera di cantante lirico nel ruolo di basso.
Oltre al canto si dedicò molto alla composizione musicale e all’insegnamento; sue sono le varie versioni ritmiche di composizioni di autori dell’Est Europa in italiano.
Ritiratosi a Varsavia, si dedicò all’insegnamento e con lo pseudonimo di Bojomir pubblicò recensioni musicali. Fu autore di brani solisti, opere («Oasis» 1893, «Fern Flower» 1895) e operette («Almond King» 1890, «Negro Vidal» 1898, quest’ultima premiata al Concorso musicale di Milano). Fu grande amico di Francesco Tamagno che inviterà a cantare a Varsavia ogni qualvolta si trovava nell’Europa dell’Est.
Morì a Varsavia il 2 luglio 1922.
3 Vincenzo Silvestri nacque a Cassino l’8 novembre 1854 da Domenico Silvestri e Anna Benedetta Lia.
Entrò nella scuola di fanteria il 1 novembre 1872. Nell’agosto del 1875 divenne sottotenente nel 16° Reggimento Cavalleria Lucca e il 10 ottobre del 1875 giurò fedeltà a Pinerolo.
L’8 novembre 1880 si mise in aspettativa per motivi di famiglia e il 21 novembre dello stesso anno fu dimissionato su sua domanda, rimanendo però ufficiale di complemento e facendo carriera nelle mansioni militari fino a diventare colonnello. Fu messo a riposo nel 1912 e morì a Cassino il 22 novembre 1917.
Il padre di Vincenzo, Domenico Silvestri, era nato a Santa Maria Capua Vetere il 3 settembre 1809 ed era figlio di Francesco, ufficiale dell’esercito borbonico di stanza a Santa Maria, e di Mariantonia Luciano. Dopo le nozze con Maddalena Di Cristofaro di Capua si stabilì a San Germano dove era Ricevitore del Demanio e Tasse.
Da questo matrimonio nasceranno quattro figli:
– Raffaele, il 20 dicembre 1832
– Francesco Antonio, il 2 marzo 1834
– Filomena Elisabetta, il 30 novembre 1837
– Maria Cristina, l’ 8 giugno 1839
L’8 maggio 1840 la moglie Maddalena muore e il 19 aprile 1841 Domenico Silvestri sposa in seconde nozze Anna Benedetta Lia, figlia di Antonino, medico di Pignataro Interamna, e di Teodora Piscitelli.
Da queste seconde nozze nasceranno altri quattro figli:
– Antonio Cosmo, il 2 luglio 1845
– Maria Fortunata Teresa, il 13 dicembre 1846
– Vincenzo, l’8 novembre 1854, futuro marito di Wanda Miller
– Enrichetta, di cui conosciamo solo l’anno di morte, il 1918, a causa della spagnola.
4 Antonio Silvestri, il figlio di Vincenzo e della Miller, negli anni ’30 fu podestà di Pignataro Interamna.
.
Nel 2020, l’anno prossimo, cadranno i 130 anni della scomparsa di Wanda Czechowska Miller Silvestri. Di solito gli scritti passano e vengono dimenticati e allora ci vorrebbe qualcosa di più tangibile per ricordare un personaggio di così grosso calibro. Sarebbe opportuno che il Comune di Cassino, in collaborazione con quello di Pignataro Interamna, concordasse qualcosa per ricordare l’artista, come ad esempio intitolarle l’attuale Teatro Manzoni. Per l’occasione si potrebbe costituire un comitato coinvolgendo i familiari, l’Ambasciata polacca, gli enti e le istituzioni presenti sul territorio (i Comuni interessati, l’Università, il Conservatorio di Frosinone, la Banca Popolare del Cassinate, così attenta alle varie iniziative culturali locali).
.
(400 Visualizzazioni)