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«Studi Cassinati», anno 2019, n. 3
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di Enzo Parmisano*
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Il 5 luglio si è svolto in Concattedrale il Convegno Mariano dal titolo “Ritrovamento della Statua dell’Assunta speranza di rinascita dei fedeli del Cassinate”, in preparazione del triduo penitenziale del prossimo 9 luglio.
Il convegno è stato presieduto da S.E. il Vescovo Diocesano Mons. Gerardo Antonazzo e da Don Salvatore Papiro, parroco della Concattedrale. Sono intervenuti il Rettore della Basilica Minore del Santuario di Canneto Don Antonio Molle e il Prof. Gaetano De Angelis Curtis, presidente del “Centro Documentazione e Studi Cassinati”. In apertura del Convegno, il saluto di benvenuto di Don Salvatore Papiro al pubblico presente: «Rivolgo i miei ringraziamenti a tutti i presenti ed in particolare al nostro Vescovo. Ho desiderato ardentemente questo convegno in Concattedrale in memoria del 75° anniversario della ricostruzione; a questo avvenimento è strettamente legata la storia della statua della Madonna Assunta ed il suo ritrovamento tra le macerie belliche, un momento gioioso che ha dato ai figli di Cassino la speranza e la forza di ricominciare a vivere che rammentiamo sempre con commozione». Il convegno è stato arricchito del prestigioso intervento del relatore, il Prof. Gaetano de Angelis-Curtis, che ha approfondito diversi ed importanti aspetti inerenti non solo la Statua di Maria Santissima Assunta, ma ha anche percorso con attenta e puntuale disamina storica le preziose fonti relative al culto Mariano ed alle vicende che hanno condotto al ritrovamento post-bellico. De Angelis ha inoltre sottolineato con perizia l’aspetto che denota la profondità della devozione dei cassinati, scandagliando minuziosamente le cause che in un vasto arco di tempo hanno portato la città ad una venerazione così sentita e incessante verso la Madonna Assunta. A suo dire, «fu appunto il periodo particolare della nostra storia, il succedersi di eventi bellici e di malattie gravi che ridussero il numero di abitanti di Cassino, che ispirò Don Francesco Varone, a farsi interprete delle necessità e delle intenzioni di un popolo». Don Francesco Varone, ordinato sacerdote il 2 agosto del 1936, è la figura centrale della fede incrollabile, intorno alla quale si intrecciano le vicende legate alla statua dell’Assunta. Il 15 marzo 1944, i violenti bombardamenti rasero al suolo l’intera città, la chiesa dell’Annunziata ove era deposta la statua ed il convento dei domenicani furono completamente distrutti; dopo lo sfondamento della Linea Gustav, nel maggio dello stesso anno, Don Francesco rientrò a Cassino e iniziò le sue ricerche per ritrovare la statua sepolta dalle macerie, fermamente convinto che la rinascita non potesse essere privata della sacra benedizione della Madonna. La prima cosa che fece fu recuperare il tesoro del Bambino Gesù, della Madonna e la corona, seppelliti dallo zio Don Alessandro Varone nella camera da letto dei genitori al piano terra della sua abitazione; la cassa intatta con l’oro, giaceva protetta da due tegole ben disposte. Al ritrovamento parteciparono Don Luigi Viola e Domenico Ruscillo, imprenditore edile, vicino di casa e capo portatore della statua e secondo un’altra testimonianza partecipò anche Ida Ruscillo. Più arduo e drammatico fu il ritrovamento della statua, il 6 e il 7 agosto del 1944 si procedette all’escavo, furono trovati subito i sei angeli, l’8 di agosto finalmente l’intera effigie di Maria Santissima Assunta riemerse interamente intatta dalle macerie, agiata sul pavimento della chiesa.
Don Francesco la fece portare in una casa provvisoria a Capodacqua, il 14 agosto del 1944 fu celebrata così una Santa Messa all’aperto e la Madonna venne incoronata, per l’occasione oltre 200 bambini ricevettero la prima Comunione. Dall’estate del 1945 la statua della Madonna fu restaurata e rivestita dell’oro che aveva indossato nell’anteguerra.
Durante i giorni della festa la processione partita da Capodacqua percorse una delle poche strade transitabili, l’effigie della Madonna attraversò una Cassino distrutta, alle ore 12 raggiunse le rovine della Chiesa di Sant’Antonio, dove avvenne l’incoronazione ad opera di Don Umberto Di Meo.
Il 15 agosto l’abate Diamare celebrò la Santa Messa in onore della Madonna. Fino al 1963 la statua rimase all’interno della chiesa di Sant’Antonio, trasferita in quella di San Giovanni Battista l’anno dopo, fino a trovare la sua casa definitiva nella Chiesa Madre, oggi Concattedrale. Al termine del convegno, dopo gli applausi scroscianti del pubblico appassionato ed attento, S.E. il Vescovo Antonazzo così si è espresso: «Voglio complimentarmi con il Prof. De Angelis e con Antonio Molle che hanno ben interpretato l’aspetto storico e spirituale, mi soffermerei su due parole: Ricostruzione e la devozione a Maria. Sapere che questa ricostruzione parte dal ritrovamento di questa statua mi commuove, questo culto Mariano, viscerale, cordiale e diffusamente presente in tutte le nostre comunità riferito alla Madonna Assunta di Cassino è qualcosa di molto speciale, qui è vissuta in maniera intensa e partecipata, responsabile e coinvolgente. In particolare oggi, in un momento di gravi attacchi contro la dignità, la bellezza della persona, della vita sociale e familiare, necessitiamo di una rinascita che deve partire da una crescita del culto Mariano verso la Vergine Santa. Spero che un giorno si potrà parlare di Cassino città Mariana, riconosciuta ufficialmente per questa sua devozione e per questo amore verso la Madonna Assunta». Presenti in rappresentanza del Comune di Cassino, i Consiglieri Franco Evangelista e Gabriella Vacca. Al termine del Convegno il pubblico ha potuto ammirare alcuni dipinti degli alunni del liceo artistico di Cassino e la mostra fotografica di Paolo Trani e del vice-presidente del CDSC Alberto Mangiante. Il convegno Mariano è solo il primo dei numerosi appuntamenti organizzati dal comitato dei festeggiamenti e dal suo presidente Benedetto Carello in onore della Madonna Santissima Assunta di Cassino.
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* «L’Inchiesta», martedì 9 luglio 2019.
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