Un monumento alla donna protagonista della rinascita cassinate. Cronistoria di un progetto che non riesce a decollare.

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Emilio Pistilli, Cassino 2020

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> Studi Cassinati, anno 2016, n. 3 – Un monumento alla donna cassinate protagonista della ricostruzione

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Presentazione
Copertina donna singolaOrmai da qualche tempo il Cdsc-Onlus ha concepito, caldeggiato e propugnato l’idea che Cassino, «città martire», si dotasse di un manufatto che ricordasse le donne protagoniste della rinascita e della ricostruzione fisica e morale di questo territorio dopo il tremendo periodo buio, drammatico, luttuoso vissuto con gli eventi bellici connessi alla Seconda guerra mondiale. Con questo agile volumetto, Emilio Pistilli ha inteso offrire agli animi sensibili di questa città la cronistoria del progetto tenacemente perseguito dal Cdsc-Onlus, ripercorrendo genesi e fascinazione (come, perché, dove è nata ed è partita l’idea), propositi e intendimenti, nonché le tappe finora percorse. Infatti nell’immaginario collettivo si tende a privilegiare il ricordo della ricostruzione materiale della città e dei paesi del Cassinate. Tuttavia non va sottaciuto e non va dimenticato ma va, anzi, ricordato e rievocato il ruolo forte e vigoroso svolto dalle donne che dettero un contributo fondamentale, decisivo, sebbene poco appariscente, per la rinascita di questo territorio. Allora tale sorta di vademecum vuole essere un auspicio, un sincero augurio a che si possa coronare quanto prospettato. Esso va dunque inteso come un atto propositivo, un incitamento, una sollecitazione affinché le forze più sensibili di Cassino, quelle che portano nei loro cuori l’amore per la città, possano tutte assieme giungere a offrire un riconoscimento morale, seppur minimo, ai sacrifici fatti, alle difficoltà affrontate e superate dalle mamme, dalle mogli, dalle massaie, dalle ortolane, dalle maestre, dalle sarte, dalle “parrelle” e dalle contadine, impiegate nel duro lavoro nell’edilizia e nella faticosa ripresa della coltura dei campi, e dalle tante altre significative figure di questa terra, dotando la città di un simbolo (una statua, un gruppo statuario, dei pannelli bronzei, un monumento diffuso) che opportunamente rappresenti «la donna protagonista della rinascita del Cassinate».

Gaetano de Angelis-Curtis
presidente Cdsc-Onlus

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Premessa
Il pensiero di rendere omaggio a tutte quelle donne che con la loro abnegazione, il loro coraggio e la loro forza hanno consentito, insieme ai loro uomini, che la vita riprendesse tra le macerie di Cassino e del Cassinate, mi accompagna da molti e molti anni. Sarà perché ho conosciuto in prima persona il dramma e la tempra di quelle donne del dopoguerra vivendo accanto a mia madre che, rimasta vedova per la perdita del marito a causa della guerra – avendo perduto nello stesso istante anche la giovanissima figlia – pur priva di mezzi di sostentamento, ha affrontato le sofferenze e le incertezze del futuro senza mai perdersi d’animo. «Bisogna tirare avanti» ripeteva ogni volta che si presentava una difficoltà. Mi è facile immaginare che identico atteggiamento ha riguardato le madri e le mogli della nostra martoriata terra in quella spaventosa sciagura degli anni Quaranta e Cinquanta del secolo scorso. Nel testo spiegherò come il miracolo della rinascita abbia accompagnato quello della ricostruzione operato dai loro uomini. Ricostruzione e rinascita sono due facce della stessa medaglia; però nella narrazione storica di quei tempi finiscono per prevalere quasi sempre gli uomini della ricostruzione relegando le donne in secondo piano. Giustizia storica è ciò che vado cercando da tempo; e giustizia in questo caso significa riconoscimento pubblico da parte delle istituzioni e degli Italiani. Per questo motivo e con questo spirito chiesi, nell’ormai lontano 2003, che lo Stato italiano concedesse alla città di Cassino una medaglia d’oro al merito civile, accanto alla altrettanto prestigiosa medaglia d’oro al valor militare, concessa con il D.P.R. 15 febbraio 1949. Si chiedeva il riconoscimento per il miracolo della ricostruzione di Cassino e Montecassino, che erano stati assunti a simbolo della rinascita nazionale. L’istanza, a nome del CDSC onlus, di cui ero presidente, fu approvata in Consiglio comunale l’8 dicembre 2003. Purtroppo la deliberazione non ebbe seguito per l’errata formulazione della motivazione: così mi disse il Prefetto di Frosinone Pietro Cesari che mi ricevette nel 2009.

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SOMMARIO
Premessa – pag. 5
Dalla desolazione alla ricostruzione – pag. 7
Le donne e la rinascita – pag. 14
Un monumento alle donne della rinascita – pag. 21
Le testimonianze – pag. 23
Il progetto – pag. 26
I pannelli bronzei – pag. 28
Un gruppo scultoreo – pag. 33
Il monumento diffuso – pag. 39
Il comitato – pag. 43
L’epilogo del mio tentativo – pag. 45

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