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«Studi Cassinati», anno 2020, n. 1-2
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Presso la prestigiosa sala della Protomoteca del Campidoglio in Roma, alla presenza di alte autorità politiche, civili e militari, si è svola la cerimonia ufficiale di consegna della medaglia d’Onore concessa a Luigi Miele, classe 1910, originario di San Vittore del Lazio. Gli insigniti dell’onorificenza in totale sono stati trentatré, di cui soltanto due erano presenti, in quanto ancora viventi, vivaci ultranovantenni che hanno raccontato la loro tragica esperienza di prigionia in Germania e l’odissea affrontata durante il ritorno, non rinunciando a dare saggi consigli per preservare e conservare la pace. Il viceprefetto di Roma, dott.ssa Maria Pia Terracciano, ha raccolto le testimonianze dei tanti familiari presenti e ha sollecitato molteplici riflessioni. Le storie, seppur diverse, avevano tanti elementi comuni: il lunghissimo viaggio dai Balcani alla Germania, la fame, le umiliazioni, il freddo e l’incertezza del futuro. La Medaglia d’Onore assegnata a Luigi Miele è stata concessa con decreto del Presidente della Repubblica in quanto fatto prigioniero dai tedeschi e internato nei lager in Germania si rifiutò di collaborare con i nazisti e non volle aderire alla repubblica di Salò. Egli rappresenta un mirabile esempio di coerenza ed integrità morale, valori che ha sempre voluto trasmettere sia in famiglia, sia nella società, nell’auspicio che vengano recepiti dalle giovani generazioni. La Medaglia d’Onore assegnata a Luigi Miele è stata consegnata dal viceprefetto alla figlia Annunziata che visibilmente emozionata ha raccontato le vicende e gli stenti vissuti dal padre prigioniero a Berlino. Luigi Miele non amava parlare con la famiglia della sua prigionia, ma ricordava con dolore di essere stato catturato a Spalato, nella ex Jugoslavia, subito dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, di essere stato deportato dai Tedeschi in Germania, adibito ai lavori coatti e a Berlino costretto al massacrante sgombero delle macerie. Alla cerimonia è intervenuto anche il prof. Antonio Riccardi di Sant’Ambrogio sul Garigliano che ha illustrato la penosa condizione degli I.M.I. (Internati militari italiani) nei lager nazisti e, essendo anche lui figlio di un deportato in Germania, Angelo Riccardi, compagno di prigionia di Miele Luigi, ha raccontato di quando nel marzo del 1944 a Berlino, nei pressi di Alexander Plaz, suo padre ferito al torace e al volto, a seguito di un bombardamento aereo, fu soccorso e messo in salvo proprio da Luigi Miele (Antonio Riccardi).
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