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di Jacques Debergh, Cassino 1991.
a cura di Emilio Pistilli
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PRESENTAZIONE
Nell’Allgemeines lexikon der bildenden kunstler, consultato e citato dal Debergh, si trova un primo Luca Lancia, “scultore carrarese a Napoli”, autore del capolavoro di marmo nella cappella della Contessa Brienza Caracciolo nella chiesa S. Giovanni a Carbonara a Napoli nel 1474, e non è certamente il nostro Luca. Nella voce successiva dello stesso Lexikon troviamo Bernardino Lancia, figlio del precedente, nato a S. Elia Fiumerapido; questi nel 1490 compare come scultore e maestro del signor “Menchino del fu Brigante” (da Bergiola) in Carrara – la famiglia Brigante è ancora presente a Vallerotonda, a pochi chilometri da S. Elia -. Si ipotizza che Bernardino fosse il padre del successivo Luca Lancia del Lexikon, definito “scultore napoletano del sec. XVI”, allievo del Sansovino. Siamo propensi, col nostro autore, ad accogliere l’ipotesi, vista anche l’usanza, dalle nostre parti, di rinnovare il nome del nonno, oltre che l’arte o il mestiere degli avi. Va infine ricordato che la città di S. Germano, all’epoca di cui trattasi, era parte del Regno di Napoli e, dunque, niente di più facile che definire il Nostro “scultore napoletano”. Mi auguro che la città di Cassino voglia dare il meritato riconoscimento a questo suo illustre figlio anche intitolandogli una strada cittadina.
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