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«Studi Cassinati», anno 2020, n. 3-4
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di Adriana Letta*
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Anche quest’anno, e non poteva essere altrimenti, il 10 settembre ha risuonato come un rintocco della memoria per la città di Cassino, nel 77° anniversario del 10 settembre 1943. Fu il primo bombardamento delle forze anglo-americane, a cui ne sarebbero seguiti molti altri fino alla completa distruzione dell’abbazia, il 15 febbraio del ’44, e della città il 15 marzo. Ma questo giunse inaspettato, appena dopo l’annuncio dell’armistizio, e provocò molti danni e molte vittime, oltre cento innocenti cittadini.
Cassino commemora questo giorno, data storica e dolorosa per le sue famiglie. Per iniziativa del CDSC, del Museo Historiale e del Comune, è stata celebrata una S. Messa nella chiesa Concattedrale, in suffragio di tutte le vittime del primo bombardamento e di «tutte le altre innumerevoli, civili e militari, dei successivi mesi di guerra, che sono immortalate nel Muro del Martirologio della Città».
Alla presenza delle autorità cittadine civili e militari e di molti cittadini, parenti familiari e amici, tutti molto partecipi e raccolti, il Parroco Don Salvatore Papiro ha celebrato l’Eucarestia innalzando al cielo la preghiera di tutti in ricordo delle vittime.
Al termine della celebrazione, come è ormai consuetudine, dopo brevi parole del prof. Gaetano De Angelis-Curtis, presidente del CDSC, è stato letto da Federica Del Foco l’elenco delle 67 vittime di cui si ha conoscenza certa, con la consapevolezza che mancano all’appello ben 40 vittime circa, di cui è stato impossibile ricostruire l’identità. Ed è ogni volta una lettura che, facendo risuonare quei nomi, accompagnati dal nome del padre e dall’età, quando conosciuta, dà i brividi, interpella la coscienza, scuote l’anima. Facendo una media dell’età, si sta sui 25 anni, il che vuol dire che molti sono giovani e bambini anche piccolissimi, come i 6 fratellini De Cesare o i 4 Panaccione, o i 3 Rossi o quel bimbo di 1 giorno… È un momento di silenzio che grida, di raccoglimento massimo e di preghiera sentita.
Nel corso della giornata ci sono stati altri momenti organizzati dal Comune, con il Sindaco Enzo Salera e con l’assessore alla Cultura Danilo Grossi, dal CDSC e dal Museo Historiale, con il Direttore scientifico Gaetano De Angelis-Curtis.
Al mattino, alle 10,15, in piazza A. De Gasperi una semplice e significativa cerimonia civile davanti al Monumento ai Caduti, ha visto il raduno delle autorità civili e militari e di associazioni combattentistiche e d’arma, il suono della sirena, anch’esso da brivido, un minuto di raccoglimento e la deposizione di un fascio di fiori.
Dopo la Messa di suffragio, presso il Museo Historiale – per un numero necessariamente ristretto di visitatori date le norme anti-covid, è stata inaugurata la Mostra fotografica “Testimoni di pietra” di Antonio Nardelli, che con i suoi scatti in bianco e nero fa parlare le rovine che la guerra fece del suo paese, S. Pietro Infine, rimaste lì – come un paese fantasma o meglio come Parco della memoria storica – a testimoniare e ricordare a tutti l’assurdità e la violenza cieca e distruttiva della guerra, di ogni guerra.
È seguito un video dal titolo Perché Cassino il 10 settembre? a cura di Pino Valente, e infine è stato presentato il progetto In Trincea, introduzione alla Virtual Reality, Produzione Eurofilm – Atelier Arte Bellezza Cultura, cofinanziato dall’Unione Europea.
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* https://www.diocesisora.it/pdigitale/author/adriana.
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