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«Studi Cassinati», anno 2020, n. 3-4
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di Francesco Di Giorgio
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Maria Maddalena Rossi è stata un personaggio di primo piano della vita politica e sociale dell’Italia del dopoguerra. Tra le 21 donne dell’Assemblea Costituente, contribuì a scrivere pezzi importanti della Costituzione italiana. Ho avuto il privilegio di conoscerla e frequentarla a Portovenere in provincia di La Spezia dove si accingeva a svolgere le sue funzioni di sindaco della città. Una scelta questa di grande lungimiranza politica. Infatti Ella riteneva che l’Italia del futuro doveva necessariamente essere costruita dal basso per affermare valori forti di democrazia e giustizia sociale. Era questa la ragione per cui rinunciò al seggio parlamentare per impegnarsi a livello comunale.
La decisione di scrivere questo libro nasce da un debito di riconoscenza verso una donna che al solo sentire il nome di «Cassino», le ritornavano in mente le forti emozioni accumulate durante il periodo trascorso in questa città per organizzare il trasferimento presso le famiglie del nord Italia dei tanti bambini sofferenti per la fame, la miseria, la malaria.
Nei diversi colloqui avuti, ricordava spesso anche l’amarezza per aver dovuto constatare la debolezza delle strutture democratiche della città di fronte ai compiti, difficili, della ricostruzione materiale e morale del territorio.
Maria Maddalena Rossi ha legato in maniera indelebile il suo impegno politico e sociale a Cassino in particolare e in tutto il territorio del Lazio meridionale, non solo per aver messo in moto la poderosa macchina organizzativa per affermare la migliore riuscita del trasferimento al nord dei bambini. Rimbalzavano con forza e rabbia i ricordi sulla giornata passata al supercinema di Pontecorvo dove si recò per incontrare le donne oggetto di stupri in una situazione surreale. Infatti l’incontro, non autorizzato dalla Questura, venne ostacolato. In quel frangente, determinanti furono il sangue freddo e l’appoggio assicurato da Oreste Lizzadri, al tempo stretto collaboratore di Giuseppe Di Vittorio, oltre che dai tanti militanti della provincia di Frosinone.
Scolpita nella storia è la seduta notturna alla Camera dei Deputati dove denunciò con forza, competenza e in maniera minuziosa il dramma subito dalle donne del Lazio meridionale oggetto di stupri e violenze di varia natura da parte delle truppe coloniali durante il passaggio del fronte sulla Linea Gustav.
L’impegno di Maria Maddalena Rossi per Cassino non fu solo legato al momento contingente dell’emergenza. Ancora negli anni a venire seguì molto da vicino i problemi della città e soprattutto contribuì a legare il nome di Cassino alle battaglie per la pace negli anni in cui si affacciava all’orizzonte «la guerra fredda» con le sue pericolose stagioni del riarmo nucleare. A Berlino, durante una seduta della Federazione internazionale delle donne democratiche, presentò in anteprima un manifesto su Cassino con lo slogan:
«Perché mai altri bimbi conoscano l’orrore della guerra»
In Parlamento costituì un coordinamento di parlamentari donne di varia estrazione partitica sotto la responsabilità di Gisella Floreanini Della Porta, con il compito di seguire, partendo dalle problematiche dell’infanzia del cassinate, i percorsi legislativi in materia di asili nido, scuole materne, ONMI.
Erano tutte iniziative che, oltre alla protezione dell’infanzia, costituirono tasselli importanti per l’affermazione dei diritti delle donne.
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