Recensioni bibliografiche.

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«Studi Cassinati», anno 2021, n. 1-2
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27 RecensBibl 1Mariano Dell’Omo (a cura di), Petronace da Brescia nel XIII centenario della rinascita di Montecassino (718-2018), Atti della giornata di studio (Cassino, Palagio badiale, 23 novembre 2018), Miscellanea cassinese, Montecassino 2019, pagg. 182, illustr. col. e b./n.; f.to cm. 25,7×18,7; ISBN 978-88-8256-087-4

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Il volume raccoglie gli atti della giornata di studio svoltasi il 23 novembre 2018 a Cassino, suddivisa in due sessioni (quella mattutina coordinata dalla prof.ssa Marilena Maniaci e quella pomeridiana dal prof. Paolo De Paolis) e che vide gli interventi di sette eminenti studiosi appartenenti all’Università Cattolica del Sacro Cuore, sede di Brescia (Nicolangelo D’Acunto), al Suor Orsola Benincasa di Napoli (Federico Marazzi e Daniele Ferraiuolo), di Udine (Valentino Pace), di Cassino (Nicola Tangari e Giulia Orofino) oltre all’archivista e storico cassinese d. Mariano Dell’Omo. Nella sua Presentazione l’abate di Montecassino, d. Donato Ogliari, ricorda che Petronace è «giustamente considerato» come il «secondo fondatore» della badia. Dopo la prima distruzione del cenobio a opera dei longobardi beneventani nel 577, papa Gregorio II lo convinse a raggiungere Montecassino per ripristinarlo e rifondarlo. Saldando una «cesura che durava da ben 141 anni», nel 718 il pellegrino Petronace da Brescia giungeva a Montecassino. A distanza di 1300 anni la ricorrenza «non poteva passare inosservata» ed ecco l’organizzazione della giornata di studio e la pubblicazione dei preziosi e interessanti Atti che «aiuteranno il lettore a meglio comprendere non solo il personaggio-chiave attorno a cui essi si intersecano – il longobardo Petronace -, ma anche il periodo e l’ambiente che lo hanno forgiato e nel quale egli ha operato» (gdac).

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27 RecensBibl 2Angelo Pantoni, Documenti epigrafici di Montecassino dal VI al XV secolo, a cura di M. Dell’Omo, D. Ferraiuolo, F. Marazzi, Miscellanea cassinese, Montecassino 2020, pp. 732, illustr. col. e b./n.; f.to cm. 25,7×18,7; ISBN 978-88-8256-087-4

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Si tratta di un poderoso volume di catalogazione epigrafica relativa alle iscrizioni lapidarie reperite a Montecassino. L’approfondito lavoro di studio e catalogazione era stato approntato da don Angelo Pantoni (1905-1988), monaco di Montecassino e «ottimo studioso dell’archeologia cassinese», che lo aveva ultimato fin dal 1985 ma poi per diversi motivi, non ultimo quello della scomparsa dello stesso autore durante la preparazione della stampa, era rimasto inedito. I tre curatori, l’archivista dell’abbazia e i due docenti dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, hanno inteso colmare la lacuna provvedendo alla stampa dello studio di d. Angelo Pantoni, salvaguardando l’«impianto fondamentale dell’opera nel rispetto degli obiettivi scientifici» dell’autore. Nonostante il volume esca a 35 anni di distanza dalla sua preparazione lo «smalto e il vigore scientifico delle pagine scritte da questo ingegnere fiorentino divenuto monaco e archeologo cassinese, non hanno perduto nulla della loro forza e soprattutto della loro utilità per la conoscenza di una straordinaria collezione epigrafica, di cui Montecassino può vantare l’unicità nel complesso delle raccolte lapidarie italiane ed europee» come hanno puntualizzato i curatori nella Premessa ‘in Memoriam’. Infatti gli scavi effettuati nel corso dei lavori di ricostruzione di Montecassino, dopo la dirompente e devastante distruzione a causa degli eventi bellici della Seconda guerra mondiale, offrirono l’opportunità del rinvenimento di un centinaio di lapidi sepolcrali «che hanno permesso una conoscenza, sia pure frammentaria, di pagine poco note della storia più antica del monastero». Oltre a tre saggi introduttivi dei curatori, il volume si compone di quello di d. Angelo Pantoni, del Catalogo dei documenti epigrafici, diviso in due sezioni: Testo e Illustrazioni, e di un’Appendice (con le varie aree di rinvenimento). Nella prima sezione del Catalogo sono riportate complessivamente 410 epigrafi che risultano raggruppate sulla base dei luoghi di rinvenimento allo scopo di evidenziare la «maggiore o minore densità» dei singoli depositi nonché la loro stessa «antichità», mentre invece l’ordinamento alfabetico avrebbe annullato tali caratteristiche di «indubbia importanza», così come per ogni epigrafe è offerto un «inquadramento cronologico, almeno di massima». Nella seconda sezione del Catalogo compaiono 306 Tavole con le foto delle epigrafi (gdac).

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27 RecensBibl 3Maurizio Zambardi (a cura di), Don Antonio Colella nel cuore di tutti, Atti del Convegno, San Pietro Infine, 17 novembre 2018, Cdsc-Onlus e Ass. «Ad Flexum», Ed. Eva Venafro 2021, pp. 112, illustr. col. e b./n.; f.to cm. 21×15; ISBN 978-88-894866-25-4, € 15

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L’Associazione culturale Ad Flexum, in collaborazione con il Centro Documentazione e Studi Cassinati ha dato alle stampe, sotto il marchio delle «Edizioni Eva», gli Atti del convegno tenutosi il 17 novembre 2018 a San Pietro Infine in ricordo del caro don Antonio Colella. Una folla gremita prese parte all’evento, commossa dai ricordi che si succedevano nelle parole di chi con lui era stato molto a contatto. Ben quattro i sindaci a porgere i saluti delle loro comunità, le stesse che don Antonio aveva solcato con il proprio sorriso e la sua serenità avvolgente. Dopo un’infanzia felice nella sua patria San Pietro Infine e il percorso seminariale a Montecassino, culminato nella licenza in Teologia Pastorale alla Pontificia Università Lateranense, infatti, venne ordinato sacerdote nel 1977 e affidato alla parrocchia di Viticuso e Acquafondata, dove restò per dodici anni intessendo relazioni che lo accompagneranno per tutto il resto della sua esistenza. È a San Vittore del Lazio che passò però gran parte della sua vita, fornendo alla parrocchia di Santa Maria della Rosa le sue qualità di grande pastore ma anche dando modo di far crescere le sue passioni musicali e artistiche: fu proprio il Monsignore a volere un restauro per la Chiesa che così si dotò di nuove porte di bronzo e di un miglioramento dell’ambone quattrocentesco, del battistero e dell’organo a canne. Ma la strada battuta da Dio non era ancora terminata e nel 2010 fu la volta di Cassino dove gli fu affidata la parrocchia di San Giovanni Battista, l’ultima casa che lo ha ospitato prima di quella del Padre, da cui fu chiamato improvvisamente in una mattinata autunnale del 2017 a soli 63 anni. Al convegno, oltre ai promotori dello stesso evento, il presidente dell’Ad Flexum Maurizio Zambardi, il presidente del Cdsc Gaetano de Angelis-Curtis e il sindaco di San Pietro Infine Mariano Fuoco, hanno testimoniato la loro amicizia monsignor Lucio Marandola, parroco di San Pietro Infine, monsignor Domenico Simeone, con cui don Antonio aveva condiviso il percorso seminariale. A seguire Aldo Gervasio, scrittore e segretario del Consiglio pastorale di San Giovanni Battista, Vittorio Casoni, ex sindaco di San Vittore del Lazio e Fulvio Venditti, direttore del Coro «San Giovanni Battista-Città di Cassino». Quindi hanno fatto seguito gli interventi liberi aperti da Domenica Colella, nipote del caro don Antonio, che ha riportato il ricordo della famiglia alle attenzioni del pubblico. «Orgoglio di questa sua terra natia, uomo dalle molteplici virtù, Sacerdote esemplare, dotato di profonda umanità, esempio di bontà e altruismo, sempre pronto ad aiutare il prossimo»: così recita la targa commemorativa scoperta a fine serata e affissa nella sala del Comune di San Pietro Infine, oggi rinominata proprio in suo nome. Il tutto è testimoniato dall’appendice fotografica del volume, correlata al ritratto in copertina ad opera di Vincenzo Paciolla (Elvira Zambardi).

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27 RecensBibl 4Giovanni Petrucci, Dal mulino da carta di Montecassino alla Cartiera di Sant’Elia, Centro Documentazione e Studi Cassinati-Onlus, Cassino 2021, pagg. 240, illustr. col. e b./n.; f.to cm. 21×29,7; ISBN 978-88-97592-54-9

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Corposo volume di 240 pagine formato A4 in cui è racchiusa la storia dell’antica cartiera di Sant’Elia Fiumerapido, che è anche in buona parte storia del paese laziale. La cartiera, o mulino da carta, era già perfettamente funzionante nel 1515, la prima sorta in Terra di Lavoro, della quale Sant’Elia faceva parte. Col tempo crebbe d’importanza fino a raggiungere oltre mille dipendenti, compreso l’indotto, quando il comune contava appena 4.600 abitanti, il che significa che dava da vivere all’intero paese. La prestigiosa ma travagliata storia della cartiera, raccontata con dovizia di particolari e documenti, si chiuse nel 1969; da allora versa nel più totale abbandono, salvo un intervento, nel 1985, di un industriale di Napoli, che la acquistò per trarne energia elettrica. Commenta amareggiato l’autore: «Oggi purtroppo regna sovrano il disinteresse della popolazione verso la sua storia e forse non si sa o si è dimenticato che essa era il centro della vita del paese e ne era il vanto». Il volume è corredato di preziose immagini e di originali schizzi grafici e topografici (Emilio Pistilli).

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27 RecensBibl 5Giovanni Petrucci, Dai valcatori di Montecassino alle industrie tessili dell’Ottocento a Sant’Elia Fiumerapido, Centro Documentazione e Studi Cassinati-Onlus, Cassino 2021; pagg. 132 illustr. col e b./n., formato 17×24; ISBN 978-88-97592-57-0

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Ancora una pubblicazione del preside Giovanni Petrucci, presidente onorario del Centro Documentazione e Studi Cassinati. A soli pochi mesi dal suo precedente lavoro sui Mulini da carta ecco ora il volume sui valcatori e le industrie tessili, sempre a Sant’Elia. Queste sue preziose ricerche mostrano ancora una volta, ammesso che ve ne fosse bisogno, come l’abbazia di Montecassino abbia saputo creare economia e lavoro nella Terra di San Benedetto. Giustamente viene sottolineato nel libro Viabilità e territorio nel Lazio meridionale, edito dall’Archivio di Stato di Frosinone nel 1992 che «L’opera della signoria abbaziale non fu mai ottusa ed indolente, come avvenne per larga parte del feudalesimo meridionale, ma al contrario si adoperò per creare e sviluppare manifatture sul proprio territorio, giovandosi di un retroterra culturale e tecnico accumulatosi nei secoli». Questo lavoro di Petrucci ne è una ulteriore conferma (Emilio Pistilli)

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27 RecensBibl 6Francesco Gigante, Testimonianze, ricordi, attualità di un ex sindaco [Cassino 2021]

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Si tratta di una «piccola antologia» di scritti di Francesco Gigante curata dalla figlia Stefania, e da Patrizia, Johnny, Piero e Lucio che hanno avuto il merito di raccogliere fra le tante carte alcuni articoli, discorsi, interventi in cerimonie ufficiali, ecc. evitando che tutti questi materiali andassero dispersi. È una pagina della storia della «città martire» con alcuni discorsi tenuti da Francesco Gigante nel periodo sindacale (1976-1979), inevitabilmente con pagine dedicate alla drammatica esperienza della guerra, allo sfollamento e alla ricostruzione, con alcuni ritratti di personalità (l’abate Rea, l’avv. Tancredi Grossi, il sen. Restagno, l’avv. Assante, il ricordo di Donato Formisano) ma anche con i suoi interessi culturali (Dante, i Longobardi, la Chronica monasteri casinenis). Gustoso il capitolo Un’assemblea celeste in cui fa colloquiare tra loro in maniera onirica vari padri e personaggi legati a Cassino, da Caio Fuzio Pinchera a Gaetano Di Biasio a Pier Carlo Restagno e altri (gdac).

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27 RecensBibl 7Emilio Pistilli, La stazione ferroviaria di Cassino e la sua tormentata collocazione, Centro Documentazione e Studi Cassinati-Onlus, Cassino 2021, pagg. 63, foto b/n e colori, ISBN 978-88-97592-55-6

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« … Questo libro è la storia della costruzione della stazione di Cassino e naturalmente della linea ferroviaria che all’epoca, siamo in pieno Regno Borbonico, avrebbe dovuto collegare Napoli e Roma. La rete ferroviaria napoletana era in piena espansione ed era tra le prime in Italia, pertanto si studiò un tracciato per collegare le due città e il percorso non poteva che passare per San Germano con tutte le difficoltà che tale progetto innescò. E sono queste vicende che il volume tenta di spiegare mettendo in campo tutta la documentazione reperibile, a volte anche con difficoltà: basti pensare ad esempio a località ormai non più riconoscibili o a famiglie locali ivi citate che sono ora scomparse letteralmente dal territorio. E il racconto degli avvenimenti s’intreccia con gli eventi storici che pur essendo locali diventano nazionali, come la conquista da parte di Garibaldi del Regno napoletano, la sua successiva annessione al nuovo Regno d’Italia e l’inevitabile rallentamento dei progetti della ferrovia. E ancora, la Seconda Guerra Mondiale e la conseguente distruzione di tutta la città la sospirata e drammatica ricostruzione fino ad arrivare alla storia dei giorni nostri e a uno speranzoso futuro …» (Alberto Mangiante).

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27 RecensBibl 8Calendario Ad Flexum 2021

«Insolito» proprio come l’anno che abbiamo lasciato: un anno strano ma che c’è stato e che in fondo abbiamo superato. San Pietro In…solito è la scelta del titolo per il calendario 2021 a cura dell’associazione culturale «Ad Flexum». «Nonostante le difficoltà comuni di quest’anno non volevamo interrompere quella che per noi soci, ma soprattutto per tutti i sampietresi, è una tradizione ormai consolidata» precisa Maurizio Zambardi, il presidente dell’associazione. Il calendario è in effetti un appuntamento fisso: nel 2002, anno fondativo dell’«Ad Flexum», l’associazione decise di presentarsi al pubblico con il primo calendario (Anno 2003) in cui si sfogliavano foto inedite del paese. Da allora sono stati dati alle stampe ben diciannove calendari che hanno visto tutti un solo protagonista: San Pietro Infine. Immagini prima e dopo la distruzione, foto del centro oggi abitato, ma anche foto dei fiori che la natura regala ai cittadini, così come i colori forti dei tramonti che si spengono dietro Montecassino, e ancora foto dei volti che hanno vissuto e vivono il paese, dalle squadre di calcio che si sono susseguite negli anni ai volti scavati dal sole degli anziani, fino all’immancabile artigianato della stramma. «Quest’anno al centro dell’interesse abbiamo voluto porre quegli scorci del vecchio centro che di solito sono in secondo piano ma che, nella loro discrezione silenziosa, sono avvolti di bellezza nascosta e meritano di essere visti da tutti, appesi ai muri delle proprie dimore» continua Zambardi. Girando le pagine, infatti, ai nostri occhi si aprono gli scatti fotografici dello stesso presidente che ritraggono panorami abitati da intricate siepi che si arrampicano sulle rovine del vecchio centro, ma anche l’interno della chiesa di San Michele Arcangelo così come la vediamo oggi. Il calendario 2021, acquistabile con il contributo di 10 euro per le spese di stampa, è un inno alla vita che continua nonostante le tristezze dovute ad una guerra distruttiva ma anche a una pandemia mondiale con un messaggio forte: trovare la bellezza anche là dove è…insolita (Elvira Zambardi).

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