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Emilio Pistilli, Cassino 2022
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Premessa
La salita di Benedetto da Norcia sul colle di Casinum (a. 529 ca) fu motivata dalla necessità di evangelizzare il territorio del Latium Adiectum, dove il paganesimo era ancora largamente diffuso. E infatti il primo pensiero del santo fu quello di abbattere tutti i segni delle antiche usanze religiose dei pagani presenti sul territorio.
San Gregorio Magno, il primo biografo di San Benedetto, nel suo libro dei “Dialoghi” racconta: «Il paese di Cassino è situato sul fianco di un alto monte, che aprendosi accoglie questa cittadella come in una conca, ma poi continua ad innalzarsi per tre miglia, slanciando la vetta verso il cielo. C’era in cima un antichissimo tempio, dove la gente dei campi, secondo gli usi degli antichi pagani, compiva superstiziosi riti in onore di Apollo. Intorno vi crescevano boschetti, sacri ai demoni, dove ancora in quel tempo, una fanatica folla di infedeli vi apprestava sacrileghi sacrifici. Appena l’uomo di Dio vi giunse, fece a pezzi l’idolo, rovesciò l’altare, sradicò i boschetti e dove era il tempio di Apollo eresse un Oratorio in onore di S. Martino e dove era l’altare sostituì una cappella che dedicò a S. Giovanni Battista». Ma non finì lì l’opera di cristianizzazione benedettina. Anche i luoghi circostanti alla nuova casa di Benedetto – quella che sarà la “Terra S.cti Benedicti” – pullulava di siti dedicati al culto degli dei. Si rendeva dunque necessario sostituire i riti pagani di quei luoghi con quelli religiosi cristiani. Anzi, fu proprio da lì che ebbe inizio la diffusione del cristianesimo: dove abitualmente la popolazione si radunava per le celebrazioni pagane si preferiva effettuare le predicazioni del nuovo culto. Tutto ciò ebbe come conseguenza la necessità di riconvertire anche i nomi di quei luoghi soppiantandoli con quelli della tradizione cristiana: lì si costruirono edicole, cappelle o addirittura chiese dedicandole ai santi cattolici. Abbiamo una lunga lista di chiese, cappelle e luoghi che recano nomi di santi; eccone un esempio: S. Benedetto innanzitutto, S. Germano Vescovo, S. Antonio di Padova, S. Giovanni Battista, S. Antonino, S. Pietro, S. Bartolomeo, S. Basilio, S. Michele Arcangelo, S. Angelo, S. Maria in tutte le sue accezioni, S. Scolastica, S. Pasquale, S. Nicola, S. Marco, S. Francesco, S. Andrea, S. Leonardo, S. Lazzaro, S. Tommaso, S. Silvestro, S. Mercurio, S. Giacomo, S. Sebastiano, S. Rocco, S. Maria Maddalena, SS.ma Trinità, ecc.
Molti paesi del Cassinate conservano i nomi ricevuti in tale ambito; per esempio: S. Elia, S. Vittore, S. Apollinare, S. Ambrogio, S. Andrea, S. Giorgio, S. Lucia, S. Angelo. La scelta dei santi cui dedicarli era dettata dalla più o meno vicinanza alla cultura benedettina, ma anche – e qui veniamo agli intenti di questo lavoro – dall’opportunità di non stravolgere del tutto i toponimi locali, ben radicati nelle menti della popolazione, scegliendo nomi di santi che avessero assonanza con quei toponimi. È il caso, per esempio, della località “pascarium” dove oggi sorge la cappella di S. Pasquale sull’omonima via. Va aggiunto che le località montane di solito erano dedicate al culto di S. Michele Arcangelo: di qui cappelle o chiese intitolate a S. Michele o a S. Angelo.
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