ADDIO COSTANTINO JADECOLA, LO STORICO CON LA I LUNGA*

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«Studi Cassinati», anno 2023, nn. 2-3

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di

Alessio Porcu

Con la i lunga e non quella normale: perché a lui le cose ordinarie non piacevano. Gli lasciavano il sapore della banalità, del già visto: della replica che per quanto ben fatta non è mai uguale all’originale. Sarà per questo che Costantino Jadecola ha sempre scelto di vivere sotto la luce dell’inedito. A costo di doverlo scrivere lui.

Sarà per questo che ha scritto migliaia di pagine. Che hanno fatto di lui uno dei pochi esempi di uomo di due epoche: ancorato nel passato e proiettato nel futuro. Perché pochi hanno scavato, scoperto e scritto della storia di Ciociaria in maniera tanto approfondita e completa; nessuno ha saputo farlo scrivendone sulla carta dei quotidiani, su quella dei libri, spiegandola sul tubo catodico delle neonate televisioni locali, sul web dove alla fine era approdato con altrettanto orgoglio aprendo un suo sito.

L’amore per la parola

La passione per le lettere gliela trasmette la mamma. è lei a mantenere uno dei rari diari che raccontano i giorni della Seconda Guerra Mondiale in Ciociaria. Lui la ringrazierà in maniera postuma: scrivendo i libri diventati definitivi sulla storia di quei giorni. E basati sui diari come quello della mamma: cercati con l’ostinazione dell’investigatore del passato, l’amore per la ricostruzione della verità, il metodo del topo di archivio.

Feltrinelli, Ibs, Libreria Universitaria, hanno venduto fino all’ultima copia dei suoi 34 libri. Capolavori come Linea Gustav e Mal’aria. Pagine di guerra con il ritmo della cronaca, il velo appena percettibile della malinconia di chi ha visto distruggere dalle bombe i suoi luoghi d’infanzia.

Il bambino Costantino abitava ad Aquino. Ma dopo il bombardamento della notte fra il 19 ed il 20 luglio 1943 con la famiglia si sposta a Colle San Magno, convinti che sia abbastanza lontano da ferrovia ed aeroporto diventati bersaglio di bombe e spezzoni Alleati. Invece a gennaio del ’44 i tedeschi li rastrellano e li buttarono fuori di casa: quella è retrovia della Linea Gustav. Pochi sanno che gli Jadecola finiscono a Ferentino in un campo di raccolta da dove vengono caricati su un carro bestiame e trasferiti a Roma: destinazione sconosciuta, prospettiva non piacevole.

Le bombe questa volta sono una salvezza. Arrivano inglesi ed americani con i loro bombardieri a spezzonare la periferia della Città Eterna: i tedeschi allentano la sorveglianza, gli italiani sui carri bestiame scappano. Costantino ed i suoi impiegano giorni di marcia a piedi per tornare ad Aquino. Dove trovano solo macerie.

Mai in prima persona

Quei giorni di distruzione vengono raccontati con la passione del giornalista. E con lo stesso rigore. Pure nella scelta delle parole. Mai in prima persona. Ma attraverso i diari. Sono loro a raccontare l’arrivo delle bombe, la paura, la fame. E poi i tedeschi, le truppe coloniali, lo stupro della Ciociaria, i morti di Vallerotonda.

La provincia di Frosinone ha avuto la sua Sant’Anna di Stazzema ma era rimasta nascosta alla storia: a rivelare quella strage sconosciuta dei Martiri Innocenti è Costantino Jadecola. Con le sue ricerche, i frammenti di diari, i ricordi sbiaditi di chi aveva voluto dimenticare. Riesce a trovare i pochi miracolati: i bambini che si salvano dalle raffiche di mitra delle SS perché i corpi degli adulti gli fanno da scudo. E scrive. Articoli, libri, reportage televisivi. Lo sappiamo grazie a lui.

Bulimico di sapere, produce una bibliografia infinita. Le biblioteche nazionali gli distribuiscono Linea Gustav (i diari di un anno di guerra, con la guerra raccontata giorno per giorno). E poi Mal’aria, il racconto del secondo dopoguerra in provincia di Frosinone. Scava senza sosta e se nessuno lo ferma arriva più in fondo possibile: nasce così Il paese dei ‘bracciali’: Aquino tra Settecento e Ottocento secondo i catasti onciario (1752) e murattiano (1812); i bracciali erano quelli che avevano solo braccia da poter offrire a chiunque ne avesse bisogno per fare un lavoro.

Stragi dimenticate

Da quel lavoro scopre ulteriori frammenti che vanno a completare un altro mosaico incompiuto. Lo porta al 1920 ed a scoprire i retroscena dei motivi che portarono a non festeggiare più una delle ricorrenze più sentite ad Aquino: la festa di Santa Lucia. Rivela così i contorni di quanto accadde il 13 dicembre 1920: la folle notte di S. Lucia e dintorni. Quella sera morirono Gaetano Rea (56 anni), Gennaro Gazzellone (35) e Francesco Insardi (18) lasciando feriti Giuseppe Iadecola, Orazio Rea e Luigi Venditti.

E poi Sora con le sue ferite di guerra: le pagine di diario di Wesla Mancini.

Aiuta a capire quanto fossimo diversi, nati per caso: gente di Campagna e Marittima che si trova insieme a quelli della Terra di Lavoro a formare la nuova provincia di Frosinone. Come racconta splendidamente in Al tempo dell’unità tra Regnicoli e Papalini. Ci tornerà anni più tardi nelle pagine di Riflessi della grande guerra tra Ciociaria e alta Terra di Lavoro.

Silenzioso e dirompente come il Bue Muto

Scriveva tanto, parlava poco. Perché era difficile trovare interlocutori che lo stimolassero. Si trovava a suo agio e finiva in interminabili discussioni quando si incontrava con il professor Gioacchino Giammaria o il professor Luigi Gulia: finì che nel 1985 scrissero un libro insieme Guerra, liberazione e dopoguerra in Ciociaria, 1943-45; definitivo ed ormai introvabile.

Altrettanto accadeva con i professori Emilio Pistilli e Giovanni D’Orefice, ai quali fornì alcuni contributi per la mostra Memoria e monito.

Parlava, tanto e tanto bene, in televisione. Fu tra i primi anchorman quando nel 1978 nacque Teleuniverso. Portò sullo schermo le sue trasmissioni Zibaldone e Incontri facendo conoscere a tutti la storia e la cultura locali. Epocale fu La Guerra Giorno per Giorno, striscia quotidiana che seguiva tutte le edizioni dei telegiornali del 1993, in tre minuti raccontava cosa era successo quello stesso giorno cinquant’anni prima nei 91 Comuni di Ciociaria alle prese con il passaggio della guerra. Un successo: dal quale nasce Linea Gustav un ciclo di documentari realizzati con la regia di Roberto Vettese che mostrano la guerra in presa diretta grazie alle memorie dei sopravvissuti, le ricostruzioni, i luoghi. Fino Guerra allo Specchio, gli ultimi ricordi affidati alla telecamera come un testamento spirituale.

Il web, l’ultima frontiera

Negli ultimi tempi aveva scoperto quanto fosse trasversale il web: aveva dato vita a «La Lucertola di Giovenale», sito nel quale raccogliere i suoi appunti di storia. Lo chiamò così in onore di una delle Satire di Decimo Giunio Giovenale, il poeta aquinate che frustò Roma ed i suoi vizi: «Non è cosa da poco, in qualunque luogo, in qualunque angolino del mondo, poter dire d’essere padrone magari d’una sola lucertola!» (D.G. Giovenale, Satire, III, 230-231).

Gli amici lo paragonavano al Bue muto, il nome del suo concittadino Tommaso d’Aquino. In realtà non era così: con chi sapeva gioire del suo sarcasmo spesso corrosivo nascevano serate di autentica simpatia. Sulle quali rimaneva sempre quel velo di malinconia: l’innesco per ogni scrittore.

A farglielo dimenticare e riporre nel cassetto nessuno riusciva più della moglie Maria Teresa, che lo ha lasciato pochi anni fa dopo una malattia. Anticipandolo di poco. Costantino se n’è andato nelle ore scorse: lasciandoci orfani della sua voglia di sapere, della sua capacità di raccontare, della sua graffiante ironia, delle sue parole sussurrate ma pesate. Parole di un libro così ricco e vivo che non leggerà mai la parola fine.

Firmato con il suo unico vezzo: il cognome con la J, la i lunga, perché non amava le cose banali.

MESSAGGI DI CORDOGLIO

Il Centro Documentazione e Studi Cassinati-Aps si stringe affettuosamente alla famiglia Jadecola per la scomparsa del caro socio

Costantino

Persona distinta, garbata, serio, ricercatore competente e scrupoloso, storico che ha riavviato gli studi del territorio provinciale, storicamente bipartito, sulla guerra e oltre. Tanto ha dato alla nostra Associazione e a «Studi Cassinati» e la sua Linea Gustav e poi Mal’aria (ma non solo) sono diventati una pietra miliare per tutti.

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«Addio caro Costantino. Con te se ne va un protagonista della ricerca storica del Basso Lazio. Ci conoscemmo ai tempi del liceo, quando fummo compagni di classe al “G. Carducci”.Preziosa ed esaltante fu per me l’esperienza nel mensile ‘Ciociaria 70’, da te diretto e fondato insieme all’impagabile tipografo Pierino Pontone: un bel giornale che ebbe subito successo in tutta la provincia di Frosinone. Non mancarono piccole polemiche tra noi su questioni editoriali, ma condotte civilmente nel pieno rispetto tra entrambi. E infatti non ebbi alcun tentennamento nell’invitarti a collaborare con il nostro «Cassinati»: e la collaborazione è stata decisamente proficua. Non sto qui ad elencare le tue numerose pubblicazioni (altri certamente lo faranno): l’elenco sarebbe troppo lungo; ma mi basta dire che costituiscono una pietra miliare per la storiografia locale. Una grave perdita per il territorio.Il Signore ti accolga lì dove meriti. Riposa in pace caro amico.Mi piace ricordarti così sorridente quando partecipasti alla presentazione di un mio libro».

                                                                                                              Emilio Pistilli

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Un amico di una vita

La scomparsa di Costantino ha significato la fine di un’amicizia e di una collaborazione che hanno arricchito la nostra storia. Il nostro sodalizio risale agli anni ’60, ai tempi del circolo culturale denominato OASU (Organizzazione Aquinate Studenti Universitari) fondato da un gruppo di studenti universitari di Aquino. Oltre alle iniziative goliardiche, va ricordata la fondazione del «Premio S. Tommaso d’Aquino», la cui prima edizione si tenne nel 1967. Premio che, sotto diverse forme e con promotori diversi, si è protratto fino ad oggi e si spera sia valorizzato in occasione del triennio tomistico. Proprio per la ricorrenza del VII Centenario della morte di San Tommaso (1274-1974) nacque il mensile «La Voce di Aquino» voluto dal compianto don Battista Colafrancesco. Costantino fu nominato direttore responsabile ed io redattore capo ed era l’agosto del 1969. Seguì un periodo di distacco, allorquando per motivi personali Costantino diede vita al mensile «Ciociaria ‘70». Nel 1974, in occasione delle celebrazioni del centenario che culminarono con l’inaugurazione del monumento al santo Aquinate e la visita di papa Paolo VI anche Costantino fu di nuovo dei nostri. Dopo il mio trasferimento a Cassino, allorché con Emilio Pistilli fondammo il mensile «Spazio Aperto» (1989-1975), Costantino fu uno dei collaboratori più attivi. Nell’anno 2000 ancora Emilio diede vita a «Studi Cassinati» e Costantino da subito è stato uno dei collaboratori più fedeli con i suoi numerosi, interessanti e validi articoli di storia del territorio. Ancora in questo numero pubblichiamo un suo contributo su un argomento che ci ha visto entrambi coinvolti in un progetto affascinante: il recupero e ripristino del Lago Maggiore di Aquinum. Un sogno che farebbe la fortuna del nostro territorio e la realizzazione di un suo desiderio.

                                                                                                              Giovanni D’Orefice

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«Quando quella mattina di metà maggio un caro amico mi dette la brutta notizia della morte di Costantino Jadecola, mi crollò il mondo addosso. Faticavo a credere che il mio amico fraterno, che ricordavo da bambino quando veniva a casa a parlare con mio padre e con il quale avevo condiviso nel corso degli anni tante belle esperienze culturali, fosse passato a miglior vita. Però, dopo un momento di stordimento, ho realizzato l’amara realtà: Costantino ci aveva lasciato per andarsi a ricongiungere all’amata consorte della quale tanto sentiva la mancanza. C’eravamo visti appena qualche giorno prima e mi aveva parlato di quello che stava architettando: una raccolta dei suoi studi su Castrocielo, paese al quale era profondamente legato, da pubblicare in un ponderoso volume. Ma il destino, a volte cinico e baro, ha voluto che quest’ultimo suo progetto restasse in sospeso. Anche se, ne sono certo, riusciremo, prima o poi, a colmare questa lacuna. Tantissime sono state le iniziative alle quali il caro Costantino ha dato il suo apporto, sempre originale, pregnante e decisivo. E chissà quante altre ne avremmo potuto realizzare se il buon Dio non lo avesse chiamato improvvisamente a sé, in una malinconica giornata di metà maggio. I suoi tantissimi libri, mai banali, hanno segnato in maniera indelebile il percorso culturale di tanti di noi che si sono cimentati nella ricerca storica, indicando la strada giusta da seguire. Per tutti noi, caro Costantino, sei stato un vero maestro, un punto di riferimento ineludibile, un porto sicuro dove trovare rifugio quando la tempesta dei dubbi e delle incertezze rendeva difficile il nostro cammino di scrittori e di ricercatori alle prime armi. E tu, con quella disponibilità e quella cortesia che ti ha sempre contraddistinto, non negavi mai i tuoi consigli preziosi, il tuo aiuto e persino il tuo conforto, quando il caso lo richiedeva,

Grazie, caro Costantino, per tutto quello che hai fatto per la nostra terra, per quell’alta Terra di Lavoro che tu amavi tanto, e soprattutto grazie (e qui parlo anche a nome degli altri compagni di avventura) per averci concesso la tua sincera amicizia. Cercheremo, per quanto possibile, di seguire il tuo mirabile esempio. Anche se non sarà per niente semplice. Riposa in pace, amico mio carissimo, e da lassù continua a vegliare su di noi con quel tuo sorriso così ironico e beffardo che non ti ha mai abbandonato. Quel sorriso che ci mancherà terribilmente ma che, ne sono certo, risplenderà in eterno nelle immense praterie del cielo. E ora ti saluto caro Jacos, anche perché tu non amavi troppo i pistolotti retorici e le commiserazioni patetiche. Ma uno strappo alla regola voglio farlo, sperando che tu non te la prenda troppo. Potrà anche sembrerà una frase fatta, ma senza di te niente sarà più come prima.                                                                       

                                                                                              Fernando Riccardi

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«Esprimo il dolore di Aquino, che è sgomenta, per l’improvvisa scomparsa dell’amico Costantino Jadecola. Nessuno, su tutto il territorio, avrebbe mai voluto che arrivasse un giorno come questo.

Siamo attoniti e tristi perché va via uno dei più grandi uomini di cultura che è stato, ricoprendo diversi ruoli, anche amministratore della nostra Città. Addio dottore carissimo, ci uniamo al pianto delle tue care figliole Federica e Carla, dei tuoi cari tutti; la tua Città, la tua terra e tutta la tua gente che hai tanto amato non ti dimenticheremo mai».

                                                                                      Libero Mazzaroppi, già sindaco di Aquino

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«Anche a nome dell’Amministrazione comunale di Colfelice rendo un doveroso omaggio alla memoria di Costantino Jadecola, amico carissimo, uomo di profonda cultura, esemplare ricercatore e storico, apprezzatissimo collaboratore dei “Quaderni Coldragonesi”, cittadino sempre corretto e riservato. Alle figlie e ai familiari tutti le più vive e affettuose espressioni di cordoglio».

                                                                              Bernardino Donfrancesco, sindaco di Colfelice

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«Classe 1940, Costantino Jadecola è stato memoria storica della provincia di Frosinone. Aveva presentato il suo ultimo libro Storie Aquinati a gennaio nella sala consiliare del Comune di Aquino.

Ha collaborato con Teleuniverso in tante occasioni: già negli anni ’80 con la trasmissione Incontri e negli anni ’90 con Linea Gustav e La guerra giorno per giorno. Recentemente invece per lo speciale sulla Seconda Guerra Mondiale Popoli contro a Cassino – Una guerra allo specchio».

                                                                                              La famiglia Magnapera e Teleuniverso

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«Con molta tristezza abbiamo appreso oggi della scomparsa dello scrittore di Aquino, Costantino Jadecola, uomo distinto e di grande garbo, giornalista pungente e storico d’indubbio spessore. Le sue innumerevoli pubblicazioni costituiscono la stella polare per chi vuole indagare sulle vicende passate del nostro territorio.

Jadecola, nel suo lungo excursus di studioso, si è interessato più volte, anche di recente, della storia di Castrocielo, paese al quale era profondamente legato, con articoli e saggi di grande rilevanza. La sua improvvisa dipartita lascia un vuoto enorme che non potrà mai essere colmato. Da oggi tutti noi ci sentiamo molto più soli.

L’amministrazione comunale di Castrocielo è vicina alla famiglia Jadecola in questo momento di grande dolore.

Rimane, però, un’unica e sola certezza: il suo ricordo non verrà mai meno. Per lui parleranno, infatti, le sue tante opere nelle quali traspare sempre il grande e incommensurabile amore che lo legava all’alta Terra di Lavoro, una terra che ha portato nel cuore fino all’ultimo dei suoi giorni. Riposa in pace caro Costantino: sei stato un testimone indelebile del tuo tempo. Non sarai dimenticato».

                                                                                Giovanni Fantaccione, sindaco di Castrocielo

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«Come cittadino di Aquino, penso di esprimere oculatamente il dolore di tutta la mia comunità per la scomparsa del caro Costantino, lungimirante amministratore comunale pro-tempore, attivo promotore del decollo di Teleuniverso, testimone autentico di fede cristiana e studioso eccellente dei nostri trascorsi urbani. Le sue pubblicazioni sulla storia delle nostre cattedrali, del nostro cimitero urbano, dei nostri Santi Patroni e delle nostre tradizioni popolari restano a memoria dei posteri patrimonio culturale incancellabile. Il suo transito celeste nel giorno della Vergine apparsa a Fatima sia viatico per il suo ritorno alla Casa del Padre».

                                                                                                              Filippo Carcione

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«È venuto a mancare il Dott. Costantino Jadecola; una grave perdita per tutti noi e per gli affetti più cari. Tra i primi ad occuparsi di reperire notizie sulla nostra Storia locale, con ricerche negli archivi, biblioteche, interviste; una lunghissima opera che ha prodotto innumerevoli libri ed articoli, che costituiscono un tesoro unico ed inestimabile. Le sue doti umane conosciute in chi ha avuto la fortuna di ascoltarlo e stargli vicino: un libro tra tutti Linea Gustav, inesauribile fonte di notizie sul passaggio del Fronte, con una attenzione particolare per la tragedia dei Civili; lo studio e la diffusione delle notizie sulla strage di Collelungo, quella per anni dimenticata. Noi tutti ti dobbiamo moltissimo Caro Costantino, cercheremo di onorare il tuo ricordo continuando nel solco che tu hai tracciato».

                                                                                     Roberto Molle, Associazione Battaglia di Cassino

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«Con profondo dolore gli “Amici del FiuggiStoria” hanno appreso della scomparsa di Costantino Jadecola ricercatore meticoloso e profondo conoscitore dalla storia e delle storie della Ciociaria, che abilmente ha divulgato attraverso le sue preziose e numerose pubblicazioni.

Costantino Jadecola ha ricevuto il FiuggiStoria Lazio Meridionale & Terre di Confine 2022 alla carriera nel corso di una cerimonia tenutasi presso l’Aula Consiliare del Comune di Fiuggi il 1 ottobre dello scorso anno».

Pino Pelloni, presidente Fondazione Levi-Pelloni

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