«Studi Cassinati», anno 2023, nn. 2-3
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In occasione dell’ottantesimo anniversario del primo bombardamento di Cassino, avvenuto il 10 settembre 1943, solo due giorni dopo l’annuncio dell’Armistizio, il Cdsc-Aps ha inteso ricordare, come lodevolmente fa ormai da anni, le oltre cento vittime innocenti di quel primo drammatico evento nonché le altre innumerevoli, civili e militari, dei successivi mesi di guerra, con una Santa Messa di suffragio celebrata nella chiesa di S. Antonio da don Benedetto Minchella. Il 10 settembre 1943 è dunque la data in cui ha avuto inizio il calvario di Cassino e Montecassino e di tutto il territorio circostante. La situazione andò progressivamente e inesorabilmente peggiorando fino all’annientamento totale, con gli eventi che si susseguirono a ritmo incalzante:
09 luglio 1943, sera: bombardamento dell’aeroporto di Aquino
08 settembre 1943 ore 17.30: da Radio Algeri il generale Dwight Eisenhower rende noto l’Armistizio di resa incondizionata dell’Italia sottoscritto il precedente 3 settembre a Cassibile
08 settembre 1943 ore 19.45: il maresciallo Pietro Badoglio conferma la sottoscrizione dell’Armistizio. Nelle città italiane e nei vari fronti di guerra l’Armistizio è scambiato per la fine della guerra
09 settembre 1943: sbarco di Salerno
09 settembre 1943: i tedeschi prendono il controllo di Cassino e dei Comuni del Cassinate istallando in ognuno di essi un Comando militare
09 settembre 1943: l’abate di Montecassino, mons. Gregorio Diamare va a Vallemaio «per consacrare un altare» ma può far ritorno in abbazia solo «dietro presentazione di uno speciale salvacondotto» rilasciato dal Comando tedesco di Cassino
10 settembre 1943, ore 10.50: primo bombardamento alleato di Cassino
10 settembre 1943, pomeriggio: le Suore Stimatine con le orfanelle e le Suore di Carità si trasferiscono a Montecassino
10 settembre 1943, sera: un aeroplano tedesco, volando a bassa quota, trancia le funi della funivia andando poi a precipitare oltre la stazione ferroviaria. Si interrompeva il collegamento via funivia tra Cassino e Montecassino
11 settembre 1943: salgono a Montecassino anche le Suore Benedettine
13 settembre 1943: il priore d. Gaetano Fornari celebra a Montecassino una messa di suffragio per le vittime di Cassino
04 ottobre 1943: bombardamento alleato di Cassino
10 ottobre 1943, ore 21: bombardamento alleato di Cassino
21 ottobre 1943: bombardamento alleato di Cassino
21 novembre 1943-11 gennaio 1944: demolizioni dell’abitato e della stazione di Cassino a scopo difensivo, bombardamenti e cannoneggiamenti quasi quotidiani
12 gennaio-12 febbraio 1944: prima battaglia di Cassino
15-18 febbraio 1944: seconda battaglia di Cassino
15 febbraio 1944: distruzione dell’abbazia di Montecassino
15-24 marzo 1944: terza battaglia di Cassino
15 marzo 1944: distruzione di Cassino
11-18 maggio 1944: quarta battaglia di Cassino
18 maggio 1944: i militari polacchi del II Corpo d’armata del gen. Wladislaw Anders conquistano le macerie di Montecassino evacuate nella notte dai tedeschi. Cassino è liberata.
Il 10 settembre 1943 a Cassino
Nei ricordi dei sopravvissuti la giornata del 10 settembre è rimasta indelebilmente impresa nella loro memoria. Era un tranquillo venerdì di fine estate, ancora caldo e con cielo azzurro. Si sbrigavano le normali faccende quotidiane. Chi dal barbiere, chi in compagnia di amici, a giocare sotto casa prima della ripresa delle attività scolastiche, chi al dopolavoro ferroviario; chi all’ufficio postale, tutti inconsapevoli e incoscienti, preoccupava sì l’aumentata presenza dei miliari tedeschi con il loro andirivieni dalla Sicilia, ma non più di tanto. Nemmeno quando apparvero in cielo le sagome degli aerei fu percepito il pericolo. I più piccoli per gioco con gli occhi all’insù li contavano indicandoli con le dita. Poi alle 10.50 iniziarono a cadere le bombe con il loro carico di morte e di devastazione. Le bombe furono sganciate in periferia, sui poderi e sull’abitato. Furono colpite le aree di Viale Dante, della villa Baccari, dell’ex Campo di concentramento sulla strada per Caira, risultò danneggiato anche l’edificio delle Suore di Carità che era ubicato vicino al palazzo abbaziale e in Curia in quei momenti si trovava il padre abate sceso di primo mattino da Montecassino. La dimostrazione di quanto quel primo attacco aereo abbia inciso fortemente sulla popolazione locale è data dall’immediato allestimento in quella giornata di ben tre posti di medicazione. Inoltre alcuni dei feriti più gravi furono trasportati con ambulanze, anche quella militare tedesca, per essere ricoverati negli ospedali di Pontecorvo e Frosinone. Furono allestiti dei posti di ricovero delle salme. Alcune vennero trasportate nella chiesa di S. Andrea (oggi non più esistente). Nei giorni successivi iniziarono a essere seppelliti i morti ma «numerosi cadaveri» vennero «tumulati senza preventivo riconoscimento». Per di più a causa del rapido svuotamento della città gran parte delle macerie non furono rimosse. Ad esempio, alla data del 27 settembre i corpi delle quattro guardie della Polizia dell’Africa Italiana che erano morte nella struttura dell’ex Campo di Concentramento di Caira si trovavano ancora sotto le macerie e in quella giornata poterono essere recuperate solo due salme. Molti dei detriti dei palazzi non vennero mai rimossi, e molte vittime non vennero mai riesumate. Inoltre il bombardamento della città tolse all’abbazia la luce elettrica e l’acqua potabile cosicché si aggravarono le condizioni di vita di tutta la massa di religiosi, suore, orfanelle e gente comune che chiese ospitalità a Montecassino. L’attacco aereo causò l’immediata sospensione delle attività burocratico-amministrative dei vari uffici pubblici operanti a Cassino, comprese quelle giudiziarie con il Tribunale che fu subito trasferito prima a Pescosolido e poi a Sora. Nei giorni successivi al 10 settembre Gaetano Di Biasio promosse assieme al monaco cassinese don Oderisio Graziosi, una sottoscrizione tra la popolazione a favore dei danneggiati dall’incursione aerea. Il primo sostanzioso contributo fu offerto dall’abate Gregorio Diamare (gdac).
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