LA METEOROLOGIA, IERI E OGGI: BERNARDO PAOLONI E IL CENTENARIO DELL’AERONAUTICA MILITARE

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«Studi Cassinati», anno 2023, n. 4

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Domenico Tortolano*

Nel corso della mattinata di martedì 5 dicembre 2023 presso il Teatro Manzoni di Cassino si è tenuto un importante convegno su La meteorologia, ieri e oggi. Bernardo Paoloni e il Centenario dell’Aeronautica Militare alla presenza di rappresentanti delle istituzioni civili e militari, di associazioni d’arma e culturali e soprattutto di numerosi studenti provenienti da vari istituti scolastici superiori che hanno seguito tutti attentamente e con interesse i lavori. Dopo i saluti del sindaco di Cassino Enzo Salera e del col. Luca Graniero (Stato Maggiore Aeronautica Militare), sono intervenuti dom Luca Fallica, abate ordinario di Montecassino, con una relazione su Fede e scienza: quale sfida per il monachesimo benedettino?, Gaetano de Angelis-Curtis (presidente del Cdsc-Aps) su L’osservatorio meteorologico di Montecassino e la figura di don Bernardo Paoloni, monaco scienziato, il gen. Paolo Pagano (già Servizio Meteorologico Aeronautica Militare) su La meteorologia aeronautica e le osservazioni aerologiche ai tempi di don Bernardo Paoloni, il ten. col. Daniele Mocio (Stato Maggiore Aeronautica Militare) su Analisi e falsi miti nella meteorologia dei giorni nostri: come avrebbe comunicato oggi don Bernardo Paoloni?. Ha svolto il ruolo di moderatore Enzo Pagano. è stata l’occasione per ricordare differenti e importanti ricorrenze quale il centenario dell’Aviazione e, a breve, l’80° anniversario della distruzione di Montecassino nonché la figura del monaco-scienziato cassinese Bernardo Paoloni.

Il ricordo

È stata ricordata la vita di Bernardo Paoloni a 80 anni dalla sua morte (Cascia, 23 luglio 1881–Perugia, 8 gennaio 1944). Fattosi monaco il 28 maggio 1905, presso il monastero di Montecassino, fu posto a capo dell’Osservatorio Meteorologico nel 1908 e nel 1920 fondò la rivista «La Meteorologia pratica». Nel 1928 fondò il Servizio Radioatmosferico Italiano e un anno dopo Guglielmo Marconi lo nominò Membro del Comitato Nazionale delle Ricerche. Nel 1931 si trasferì a Perugia dove fondò l’Osservatorio sismologico «Andrea Bina».

Anche il sindaco Salera nel suo intervento ha fatto riferimento a quell’osservatorio meteorologico. «Mi auguro – ha detto – che in qualche modo un riferimento a tale testimonianza qual è stato l’osservatorio possa tornare ad esserci. Il valore storico va sicuramente conservato». E l’abate Fallica ha ricordato l’impegno dei monaci nello sviluppo delle scienze in ogni campo per il benessere della collettività.

La stazione radio era stata impiantata all’interno della torretta e con l’antenna svettante al cielo dal monaco-scienziato dom Bernardo Paoloni, appassionato di meteo e amico di Guglielmo Marconi. Con il permesso del governo Paoloni aveva fatto funzionare da Montecassino il telegrafo senza fili, una stazione radio ed una stazione meteo. Era il 1913 quando Paoloni dall’interno delle fredde celle del convento riusciva a sentire l’audio dalla sua stazione ricevente. Riceveva segnali dalla radio di Marconi installata a Centocelle, quartiere di Roma, ed anche dalla Tour Eiffel a Parigi. Nei secoli diversi monaci si distinsero nei campi della meteorologia moderna, sismologia, aerologia e radiotelegrafia. Un monaco inventò il primo sismografo e impiantò il primo osservatorio sismico. Altri furono precursori degli studi aeronautici. Avevano rapporti con Galileo Galilei, con Leonardo Da Vinci ed altri scienziati. Nel 1875 venne realizzato l’osservatorio meteorico, aerologico, e geodinamico. E salirono sul monte a visitare gli impianti papi, cardinali e nobili come il duca d’Aosta Emanuele Filiberto e Pio XI. Nel 1922 salì anche lo scrittore inglese D. H. Lawrence di cui Paoloni era amico.

La rivelazione

Aveva notato un’antenna radio all’interno del monastero di Montecassino e il via vai di alcuni militari. Lo riferì ai comandi militari alleati il comandante in capo delle forze aeree alleate il generale americano Ira Clarence Eaker dopo un volo di ricognizione a bassa quota sull’antico monastero benedettino. Era il 14 febbraio 1944. Gli alleati erano convinti della presenza delle truppe tedesche nascoste all’interno e all’esterno del monumentale edificio. E il giorno dopo bombardarono e distrussero il monastero con danni al patrimonio monumentale e artistico-culturale del cenobio fondato da san Benedetto nel 529. Lo ha riferito il professor Gaetano De Angelis-Curtis, presidente del Centro Documentazione e Studi Cassinati, studioso e ricercatore, nel suo intervento. Era invece l’antenna dell’Osservatorio meteorologico scambiata per un’antenna militare tedesca dal generale Eaker morto nel 1987 a 91 anni in una base aerea americana.

I soldati

E i soldati erano due militari dell’Aeronautica militare italiana di supporto alla stazione radio. Quell’equivoco, clamoroso, insieme ad altri elementi della strategia militare, sarebbe stato determinante, secondo il ricercatore e i monaci benedettini, nella decisione degli alleati di distruggere il monastero.

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