L’ORDINE DI MALTA A MONTECASSINO

«Studi Cassinati», anno 2024, n. 3

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di

Otello Zambardi*

L’Ordine di Malta, fondato nel lontano 1908 dal Beato Gerardo de Sasso, monaco benedettino cassinese, ha ormai una collocazione storica rilevante nel panorama delle Istituzioni riconosciute per il suo nobile Carisma tuitio fidei et obsequium pauperum, ma soprattutto per i consistenti aiuti assistenziali ed umanitari che distribuisce in tutto il mondo. Basti ricordare, tra gli ultimi avvenimenti, la missione umanitaria, di considerevole spessore, in favore delle popolazioni martoriate di Gaza che soffrono fame e miseria. Infatti l’Ordine di Malta unitamente al cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca cattolico di Gerusalemme, il 16 maggio 2024 ha elargito alle popolazioni palestinesi una eccezionale quantità di generi alimentari e di medicinali per cercare di alleviare le immani sofferenze patite da tanti mesi.

Quindi sabato 23 marzo 2024 la Delegazione di Veroli dell’Ordine di Malta e più specificatamente del gruppo dei volontari di Cassino, ha promosso un importante e sentito incontro svoltosi presso l’Abbazia di Montecassino in occasione della giornata di meditazione alla Santa Pasqua e in concomitanza delle celebrazioni dell’80° anniversario della distruzione del cenobio benedettino e della sottostante città di Cassino, un’occasione significativa per onorare la memoria di coloro che immolarono la propria vita per la libertà.

Alla presenza di S.E. Mariano Hugo Windisch-Graetz – Cancelliere del Gran Priorato di Roma e Principe di Austria -, del marchese Alessandro Bisleti, delegato Gran Priorale di Veroli dell’Ordine di Malta, di mons. Fabrizio Turriziani Colonna, cappellano conventuale ad honorem della Delegazione di Veroli e del direttore delle Poste Magistrali dott. Nicola Burdiat, si è tenuta una importante giornata di riflessione sul ruolo svolto dall’Ordine di Malta nella ricostruzione dell’Abbazia di Montecassino e sull’ammirazione per la bellezza monumentale ed umanistica del cenobio quale esempio di speranza di pace per il mondo intero.

Nello storico cenobio, membri e volontari dell’Ordine sono stati accolti dalla benevolenza dell’abate dom Luca Fallica, che ha loro rivolto un cordiale saluto di accoglienza, cui ha fatto seguito una meditazione condotta dal cappellano della Delegazione, mons. Fabrizio Turriziani Colonna a conclusione della quale vi è stato un momento di riflessione e preghiera sulla tomba di San Benedetto.

Nel corso dell’incontro è stato ricordato l’energico e incisivo impegno per la ricostruzione del sacro cenobio profuso con passione da Frà Ludovico Chigi Albani Della Rovere, principe e 68° Gran Maestro dell’Ordine di Malta, che ha sempre dimostrato un forte legame con l’Abbazia di Montecassino. Infatti allorché nel 1913 furono effettuati dei lavori di completamento della Cripta di San Benedetto giunsero al sacro monastero aiuti economici elargiti da benefattori, tra cui uno di particolare valore storico. Nell’elenco degli oblatori ecclesiastici laici, riportato sotto le volte degli archi (quello di destra, oblatori ecclesiastici) sono raffigurati gli stemmi di pontefici, arcivescovi, vescovi, abati, nobili (principi, duchi, marchesi, conti, baroni d’Italia e d’Europa) che concorsero, con offerte cospicue, all’opera di restauro della Cripta stessa e fra esse quella del principe d. Ludovico Chigi Albani Della Rovere1. Ciò costituisce una prova inconfutabile della grande attenzione e devozione che il principe ha sempre rivolto al sacro monte ed ancor di più lo dimostra l’impegno e la passione con cui si fece portavoce presso molte Cancellerie d’Europa nell’ambito delle quali propugnò decisamente il sostegno all’opera di ricostruzione dell’Abbazia di Montecassino «dov’era e com’era».

Nella rivista illustrata del Sovrano Militare Ordine di Malta (anno XI, N. 4, Ottobre-Dicembre del 1947, edito dalla Tipografia Poliglotta Vaticana, Città del Vaticano), in un articolo fortemente emblematico dal titolo Un progetto di ricostruzione per l’Abbazia di Montecassino, il Gran Maestro Fra’ Ludovico Chigi Albani Della Rovere scriveva:

«Da ogni contrada e da ogni popolo si è guardato all’Abbazia distrutta come al delitto più grave contro la storia, l’arte, la fede e da ogni contrada e da ogni popolo si guarda all’Abbadia non ancora risorta come al simbolo di questa depressione dello spirito che dura ancora troppo a lungo, di una pace che ancora non stende le mani sull’umanità inquieta. Ecco perché la ricostruzione si impone come un tributo che noi dobbiamo alla fede, un voto che dobbiamo a Dio, ma soprattutto come una necessità che dobbiamo a noi stessi se vogliamo ritrovare veramente la pace, se vogliamo convincerci che il flagello è scomparso e ridare luce al nostro sguardo figgendo sereni gli occhi sulle belle mura svettanti al sommo del monte».

Nella sua emozionante ed eloquente conclusione il principe Chigi Albani Della Rovere considerava essenziale ed imprescindibile l’opera di ricostruzione morale e materiale dell’Abbazia di Montecassino come segno straordinario del rapporto tra Dio e uomo. Una ricostruzione che considerava necessaria ed ineludibile per rafforzare quei sentimenti di pace e di amore che costituivano i pilastri essenziali intorno ai quali si stava iniziando una lenta ricostruzione materiale e con essa quella morale dell’intero territorio del Cassinate, brutalmente distrutto dalla violenza di una ingiusta guerra. Una vibrante e appassionata sollecitazione di concreto impegno rivolta ai grandi dell’Europa: «E noi, che crediamo nella fede e nella volontà degli uomini perché crediamo nella infinita misericordia di quel Dio che gli uomini inspira, per quanto questo progetto non sia stato preso in considerazione per la realizzazione di cui alcune opere sono già in atto, pure guardiamo compiaciuti a questi plastici ed a questi disegni, come ad una promessa di pace e come ad una frase d’amore e vorremmo prendere sulle spalle la nostra pietra e salire l’erta per portare il nostro contributo materiale alla ricostruzione di quelle mura che i progettisti pensavano rizzare a maggior gloria di Dio».

Dalle parole cosi appassionate e ricche d’amore nei confronti di Montecassino, il principe Chigi Albani appare come uno dei promotori più importanti e convinti della ricostruzione del sacro cenobio per il quale l’Ordine di Malta era chiamato a dare un fondamentale contributo.

Questo era il Gran Maestro Frà Ludovico Albani Chigi, che trovò la forza e l’orgoglio – animato da una incessante fede in Dio – per dimostrare tangibilmente che nessun impedimento o difficoltà poteva ritardare la ricostruzione dell’Abbazia di Montecassino.

Ecco perché, al fine di ricordare degnamente ed esaltare questi nobili sentimenti del Gran Maestro dell’Ordine di Malta, memore anche che il fondatore dell’Ordine di Malta il Beato Frà Gerardo De Sasso era un monaco benedettino cassinese, in occasione dello straordinario evento dell’80° anniversario della distruzione dell’Abbazia, il Gran Magistero ha realizzato uno speciale annullo postale.

Infatti per la particolare ricorrenza è stato concesso uno speciale annullo filatelico da parte del Gran Magistero dell’Ordine di Malta di Roma.

Il bollo, realizzato da Giancarlo Federico, riproduce un ritratto del Gran Maestro Fra’ Ludovico Chigi Albani della Rovere.

Completano l’annullo le scritte «SOVRANO MILITARE ORDINE DI MALTA» e «POSTE MAGISTRALI», la leggenda «80° ANNIVERSARIO DISTRUZIONE ABBAZIA DI MONTECASSINO», la scritta «GRAN MAESTRO FRA’ LUDOVICO CHIGI ALBANI DELLA ROVERE FAUTORE DELLA RICOSTRUZIONE» e la data «23.III.2024».

* Cav. di Grazia Magistrale Ordine di Malta.

1 Inviarono contributi: i pontefici Leone XIII e Pio X; Guglielmo II, imperatore di Germania; Francesco Giuseppe I, imperatore d’Austria; Vittorio Emanuele III, re d’Italia; Federico Augusto III, re di Sassonia; Carlo I, re di Romania; Margherita di Savoia, regina d’Italia (T. Vizzaccaro, Montecassino e Cassino. Storia, monumenti ed arte).

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