Chiare, fresche, dolci (ed amare) acque…
. Studi Cassinati, anno 2017, n. 3 > Scarica l’intero numero di «Studi Cassinati» in pdf > Scarica l’articolo in pdf . di Francesco Di Giorgio . Con la pubblicazione della sentenza del Consiglio di Stato del 29 maggio 2017 cessa di vivere l’acquedotto comunale di Cassino che si alimentava delle sorgenti della città le cui acque, in uno studio del 1890, venivano così definite dal punto di vista delle condizioni fisiche: «le acque di queste sorgenti sono tutte incolore, chiare, limpide e cristalline, sia in piccole che in grandi masse, sia per luce incidente che per luce riflessa. Il loro aspetto è così puro e trasparente che attraverso enormi masse si scorgono le più piccole accidentalità del letto dei corsi in cui scorrono, assumendo esse il colore del suolo che attraversano. Allettato forse da tanta copia e purezza di acque Varrone volle avere una villa dove queste più abbondano,…
La bachicoltura a Cassino e nel Cassinate.
. Studi Cassinati, anno 2016, n. 3 > Scarica l’intero numero di «Studi Cassinati» in pdf > Scarica l’articolo in pdf . di Francesco Di Giorgio . La bachicoltura a Cassino e nel cassinate si afferma tra la fine del 1700 e i primi anni del 1800. Nella provincia di Terra di Lavoro questo tipo di attività era già presente fin dai tempi antichi con punte molto alte nel sec. XVIII per poi ridursi tra le due guerre mondiali e scomparire del tutto negli anni cinquanta. Particolare spinta a questo tipo di attività produttiva, fu data dal re Ferdinando IV di Borbone con l’istituzione a San Leucio (1789) di una vera e propria multinazionale della seta inserita in un contesto urbano, sociale e previdenziale che rendeva questo luogo particolarmente avveniristico per quel tempo. Fu qui che le donne, per la prima volta furono protagoniste del processo produttivo con pari dignità,…
Pignataro Interamna – Pleistocene: l’era dei mammut nella valle del Liri
Studi Cassinati, anno 2015, n. 4 > Scarica l’intero numero di «Studi Cassinati» in pdf > Scarica l’articolo in pdf . di Francesco di Giorgio «Studi Cassinati» intende celebrare i novant’anni dal ritrovamento del fossile di Elephas antiquus rinvenuto a Pignataro Interamna nel maggio 1926, ricostruendo gli aspetti salienti della vicenda, con il vasto eco mediatico prodotto dalla «scoperta del secolo» e il forte impatto che ebbe il «mastodonte» sulla gente comune, sulla comunità accademica e scientifica, sulle istituzioni. La conclusione, purtroppo per il territorio, portò al trasferimento a New York del fossile acquisito dall’American Museum of Natural History. Opportunamente si è colta l’occasione per una ricognizione dei vari ritrovamenti di fossili rinvenuti, precedentemente e successivamente, sempre a Pignataro e di quelli scoperti nell’odierno Lazio meridionale che dimostrano come tutta questa area, oltre a essere stata sempre ricca di un bene prezioso come l’acqua, sia stata popolata di uomini…
Il duello di Cassino del 1926
Studi Cassinati, anno 2016, n. 2 > Scarica l’intero numero di «Studi Cassinati» in pdf > Scarica l’articolo in pdf . di Francesco Di Giorgio Novanta anni fa, a Cassino, all’alba della domenica del 15 agosto 1926 giorno della festa dell’Assunzione di Maria Vergine, si consumò uno degli ultimi duelli in Italia. I protagonisti furono i giornalisti pubblicisti Luigi Filosa, corrispondente del «Mattino» di Napoli, e Umberto Lazzotti corrispondente dell’«Impero», periodico fascista nato a Roma tre anni prima ad opera di Mario Carli. La singolare sfida, atta a regolare problemi d’onore insorti a seguito di gravi divergenze e valutazioni di ordine professionale e politico, si svolse in una villa nei pressi del centro della città. Come si conviene a procedure consolidate nel tempo, la tenzone fu celebrata secondo le regole che normalmente accompagnavano i duelli fin da epoca medievale. Rappresentanti del Filosa furono l’ing. Spartaco Orazio e l’avv. Vito…