. «Studi Cassinati», anno 2018, n. 2 > Scarica l’intero numero di «Studi Cassinati» in pdf > Scarica l’articolo in pdf . di Costantino Jadecola Come scrive Ottavio Cicchinelli, «l’istruzione pubblica nel Regno Borbonico era affidata ai vescovi, che sceglievano i maestri e ne controllavano l’operato; mentre il Governo si limitava ad impartire direttive di carattere generale e ad assicurare, tramite i comuni (che però non sempre collaboravano), i locali e lo stipendio ai maestri. «Si trattava, in verità, di un servizio scolastico poco efficiente: i locali erano inadeguati, i sussidi didattici molto scarsi, gli insegnanti non sufficientemente preparati. Questi ultimi non avevano una competenza specifica, poiché nella vita svolgevano tutt’altro mestiere: erano sacerdoti (nel migliore di casi), ma soprattutto artigiani (per i maschietti) e casalinghe (per le fanciulle). Le maestre, in alcuni casi, erano anche analfabete; ma non era un problema, questo, poiché le donne in quel tempo, più che…

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