. «Studi Cassinati», anno 2021, n. 1-2 > Scarica l’intero numero di «Studi Cassinati» in pdf > Scarica l’articolo in pdf   di Gino Salveti Montecassino Questo Natale di guerra Che ha la neve rossa E i pastori feriti e le culle infrante, che le pecore dai loro chiusi cacciate ha disperso, per noi che a vent’anni abbiamo fame e sete e desiderio di padre e madre e d’amore e di lacrime di gioia sul ciglio … questo Natale vestito da tedesco non fa nascere Dio questa notte. Soli e vecchi nella felicità deserta che la memoria s’inventa, invano attendiamo che questo brontolio di morte diventi suono di campana … che questo odore di pagliaio odore d’incenso diventi … e quest’appestata aria sapore di mandarino! Montecassino, questo ventiquattro dicembre di questa santa notte del Quarantatré, per noi che abbiamo fame e sete e desiderio di freddo da riscaldare non fa…

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. «Studi Cassinati», anno 2019, n. 1 > Scarica l’intero numero di «Studi Cassinati» in pdf > Scarica l’articolo in pdf . di Emilio Pistilli Sono 74 anni che si celebrano commemorazioni della distruzione di Montecassino e Cassino. Ogni volta si sono presentati quegli eventi come ineluttabili, dolorosi ma necessari. Ma siamo certi che sia andata proprio così? Mettiamo da parte le discutibili motivazioni, ma quale vantaggio hanno tratto gli Alleati dal bombardamento del monastero? Pare che il vantaggio sia stato tutto dei tedeschi. Cosa ottennero gli Alleati nel radere al suolo una città occupata solo da uno sparuto presidio di nemici? Solo un limitato numero di tedeschi uccisi; mentre le macerie e i crateri delle loro bombe impedirono ai loro carri armati di avanzare rapidamente contro le postazioni nemiche. Solo dopo altri due mesi di inferno poterono lasciarsi alle spalle la città di Cassino, il monastero e i paesi…

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. «Studi Cassinati», anno 2018, n. 2 > Scarica l’intero numero di «Studi Cassinati» in pdf > Scarica l’articolo in pdf . De Rosa Fernando, L’ora tragica di Montecassino, Editrice Sigraf, Pescara 2011, pagg. 179, illustr. b./n.; f.to cm. 14,5×21; ISBN 978-88-955-6635-1; € 18,00, 2ª edizione [con l’aggiunta di un inserto fotografico; 1ª edizione del dicembre 2003, Edizioni Tracce, Pescara] Per una sessantina di anni l’autore aveva conservato una sorta di diario scritto nel secondo semestre del 1943 e nel primo del 1944 quando la sua vita e quella della sua famiglia era stata sconvolta e travolta dal passaggio del fronte di guerra a Cassino. Una vita trascorsa fin lì in una più o meno tranquilla e laboriosa Cassino dei primi anni di guerra ancora non soggetta a bombardamenti fino al 10 settembre 1943. Poi per sfuggire agli attacchi aerei sempre più distruttivi, i De Rosa sfollarono nelle zone circostanti…

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. «Studi Cassinati», anno 2018, n. 2 > Scarica l’intero numero di «Studi Cassinati» in pdf > Scarica l’articolo in pdf . di Carlo Luigi Torelli . Montecassino nella storia e nell’arte. Affetti e ricordi Presso Giuseppe Guidetti, Reggio d’Emilia 1916, pp. 279-280   MONTE CASSINO NEL MARE   Bianca, greca sul pian nebbia si stende: Eccolo il monte fra spumoso mare! Qua e là una vetta, come scoglio, appare; Ed alto nel sereno, il sol risplende. Ma a poco a poco il bianco mar si fende, Ed a gonfiar comincia ed ondeggiare: La casa, il bosco, il piano verde traspare: Lieve la nebbia in fiocchi sparsi pende. E s’alza e sfuma ne l’azzurro immenso, Tal sovra tutta la creata polve Brilla l’onniveggente occhio di Dio: E tal la gloria degli umani e il denso Fumo da le superbe età dissolve, E sta, sul tempo sull’eterno, Dio.   Il fenomeno…

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. «Studi Cassinati», anno 2018, n. 2 > Scarica l’intero numero di «Studi Cassinati» in pdf > Scarica l’articolo in pdf . di Fernando De Rosa Il 18 maggio 1944, alle ore 10,50, la bandiera polacca della «divisione Carpazi» si alzava sulle rovine dell’Abbazia. Nello stesso istante duemila bocche da fuoco, che da otto mesi vomitavano tonnellate e tonnellate di esplosivi, cessavano il loro fragore assordante. Su tutta la linea Gustav gravò il silenzio della desolazione estrema: la battaglia di Cassino era finita. Dopo i Longobardi, i Saraceni e il terremoto, la quarta distruzione di Montecassino era un fatto compiuto. Oggi, a dieci anni dall’evento, il Monastero è tornato ad essere quello che fu sempre: un grande centro di cultura e fervore spirituale. Ma più non sono tornati i sepolti vivi, la gran parte dei profughi che sotto il tetto di S. Benedetto sperarono di salvarsi. Trecento ne perirono: uomini,…

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. «Studi Cassinati», anno 2018, n. 2 > Scarica l’intero numero di «Studi Cassinati» in pdf > Scarica l’articolo in pdf . di Fernando De Rosa* Pubblichiamo due articoli apparsi su quotidiani romani, scritti da uno dei sopravvissuti alla distruzione del cenobio cassinese nonché, a corredo, una lettera autografa dell’abate Ildefonso Rea. . Sono passati sei anni da quel 20 maggio 1944 quando l’ultimo colpo di cannone pose fine agli eventi di cui teatro la città di Cassino. Il tempo ha già cancellato dalla mente e dal cuore degli italiani una data, purtroppo mai rievocata che il luogo per lunghi mesi duramente conteso dagli eserciti stranieri. E con esso cadeva «liberata» la storica Abbazia che esattamente 95 giorni prima squadriglie di fortezze volanti ad ondate successive alternantisi con fitti cannoneggiamenti distrussero, lasciando sepolta viva la gran parte dei profughi accorsi nel sacro luogo invano sperando di vivere ancora, pregando e…

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. «Studi Cassinati», anno 2018, n. 2 > Scarica l’intero numero di «Studi Cassinati» in pdf > Scarica l’articolo in pdf . di Stefano Di Palma Dauferio, conosciuto come l’abate Desiderio di Montecassino (1027-1087), è una figura di straordinaria importanza dello sviluppo storico e artistico del Meridione italiano; figlio dei duchi longobardi di Benevento, egli diventò monaco presso il monastero di Santa Sofia dove mutò il suo nome in quello di Desiderio. Nel 1058 fu chiamato alla guida del cenobio di Montecassino; nel 1059 divenne cardinale presbitero di Santa Cecilia in Trastevere e vicario papale nel sud della penisola, finché nel 1086 ascese al soglio pontificio – se pur brevemente per morte sopraggiunta – con il nome di Vittore III. In particolare due caratteristiche evidenziano l’attività di questo ecclesiastico: le capacità diplomatiche (egli è ricordato come mediatore nelle contese prima tra il papato e i Normanni e poi tra papa Gregorio…

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. Studi Cassinati, anno 2017, n. 4 > Scarica l’intero numero di «Studi Cassinati» in pdf > Scarica l’articolo in pdf . di E. Pistilli . Non sono mai mancati artisti tra i monaci di Montecassino. I prestigiosi codici miniati ne sono solo un lontano  esempio. Per giungere ai tempi odierni basti ricordare il celebre D. Francesco Vignanelli (Civitavecchia 1888 – Montecassino 1979), pittore e scultore, o, un bel po’ prima – ma solo perché ce ne siamo già occupati –, il monaco Vincenzo Bove o Bovio (Bitonto, 1808? – Montecassino,1889), nipote dell’abate Luigi III Bovio da Bitonto (ab. 26 nov. 1821 – magg. 1828)1. È tempo, ora, di parlare di un altro valente e rinomato artista monaco cassinese, mai salito agli onori della élite storica ed artistica di Montecassino. Parliamo di Giovanni Andrea Ricci, monaco benedettino spagnolo, che chiuse la sua esaltante missione tra le mura della badia cassinese:…

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. Studi Cassinati, anno 2017, n. 4 > Scarica l’intero numero di «Studi Cassinati» in pdf > Scarica l’articolo in pdf . di C. Jadecola . Era quasi il finire degli anni Sessanta del secolo scorso quando mi capitò di leggere L’amante di Lady Chatterley di David Herbert Lawrence, fino a qualche anno prima al bando in tutta Europa per via degli espliciti riferimenti a situazioni di natura sessuale, in cui si racconta la storia di una nobildonna, Lady Chatterley, consorte di un uomo di pari rango reduce della Prima Guerra mondiale, nel corso della quale era rimasto paralizzato, che aveva una relazione con un certo Mellors, un guardiacaccia, il tutto ambientato in un distretto industriale dell’Inghilterra del nord. E fu proprio questa localizzazione che mi tornò alla mente quando, tempo dopo, agli inizi degli anni Settanta, dovevo scrivere un articolo per il mensile «Ciociaria settanta»1 nel contesto di un’inchiesta…

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. Studi Cassinati, anno 2017, n. 3 > Scarica l’intero numero di «Studi Cassinati» in pdf > Scarica l’articolo in pdf . di Anna Maria Arciero . Don Gregorio De Francesco, il monaco bibliotecario di Montecassino, “è tornato alla Casa del Padre”, ma il suo spirito aleggerà sempre tra gli scaffali della monumentale libreria cassinese. Quegli inconfondibili passettini, così ravvicinati, un po’ strascicati ma solerti, che risuonavano al suo approssimarsi, parevano esprimere l’ansia di sapere chi lo cercava e che cosa poteva dare della sua ineguagliabile cultura. E che gioia poi in quegli occhi quando gli esponevi la curiosità che ti aveva spinto a interpellarlo! Subito si illuminavano di piacere. Piacere di saper rispondere, piacere di conoscere quali libri consultare e a quale scaffale rivolgersi – nella sua mente era come se si aprissero le finestre del computer. Ma il piacere più grande era quello del Maestro che vede nell’allievo…

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. Studi Cassinati, anno 2017, n. 3 > Scarica l’intero numero di «Studi Cassinati» in pdf > Scarica l’articolo in pdf . di Emilio Pistilli . In ricordo di don Gregorio, si ripropone, l’articolo pubblicato su «Presenza Cristiana», a. XI, n. 6-7 agosto-settembre 2001. Il 5 agosto scorso [2001, ndr] don Gregorio De Francesco, al secolo Francesco, bibliotecario di Montecassino, ha celebrato 50 anni di sacerdozio. La cerimonia solenne è stata officiata alla presenza del p. Abate nella basilica cattedrale. Nato a Messercola, frazione di Cervino, CE, l’1 gennaio 1927, entrò in monastero il 13 ottobre 1939, all’età di 12 anni. Frequentò il 1° liceo a Roma, il 2° e 3° liceo ad Assisi, il Noviziato e Teologia nella badia di Cava De’ Tirreni. Restò in abbazia a Montecassino fino a guerra inoltrata; fu trasferito a Roma con altri confratelli alla fine del 1943, quando anche la biblioteca monumentale veniva…

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. Studi Cassinati, anno 2017, n. 3 > Scarica l’intero numero di «Studi Cassinati» in pdf > Scarica l’articolo in pdf . Montecassino, 7 agosto 2017 Il nostro D. Gregorio ha reso la sua anima a Dio nel giorno in cui la Chiesa universale celebrava la Trasfigurazione del Signore, la cosiddetta Pasqua dell’estate, una festa particolarmente cara al mondo monastico proprio perché rappresenta un anticipo della luce della Risurrezione, di cui la vita del monaco vuol essere un’umile trasparenza. Quale cornice migliore, dunque, per la morte di un monaco? In quella luce trasfigurante D. Gregorio è ora completamente immerso e può finalmente contemplare da vicino il volto splendente del Cristo, quel volto che ha cercato ininterrottamente per tutta la vita. Ma veniamo alle letture di questa celebrazione esequiale. Nella lettera inviata a Timoteo, di cui abbiamo ascoltato uno stralcio nella prima lettura, san Paolo scrive al suo collaboratore: «Se moriamo…

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. Studi Cassinati, anno 2017, n. 3 > Scarica l’intero numero di «Studi Cassinati» in pdf > Scarica l’articolo in pdf . . Il Centro Documentazione e Studi Cassinati-Onlus porge sentite condoglianze per d. Gregorio tornato alla casa del Signore ed esprime vicinanza all’intera comunità cassinese. . Don Gregorio De Francesco, uomo mite e generoso, bibliotecario di Montecassino per quasi un quarantennio a partire dal 1971, è scomparso domenica 6 agosto 2017 alle ore 12, dopo lunga malattia. L’accoglienza, l’attenzione al prossimo e l’amore per la conoscenza lo rendevano unico e insostituibile nella cura che aveva verso chiunque si rivolgesse a lui non soltanto per una ricerca in biblioteca. Nessuno doveva andar via senza aver trovato una parola di conforto o l’informazione che cercava, insieme a tanto altro materiale in più. Per tutti un sorriso, a volte il broncio ma tenuto per pochissimo tempo, uno scherzo, una parola affettuosa mascherata…

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. Il Centro Documentazione e Studi Cassinati porge sentite e sincere condoglianze per don Gregorio, tornato alla Casa del Signore ed esprime vicinanza all’intera comunità cassinense. Gaetano de Angelis-Curtis presidente . In ricordo di don Gregorio, pubblichiamo, di seguito, un articolo di Emilio Pistilli del 2001, tratto da «Presenza Cristiana, a. XI, n. 6-7 agosto-settembre 2001» dal titolo “I 50 anni di sacerdozio di don Gregorio De Francesco” e una breve nota biografica tratta dal sito www.abbaziamontecassino.org . I 50 anni di sacerdozio di don Gregorio De Francesco. Il 5 agosto scorso don Gregorio De Francesco, al secolo Francesco, bibliotecario di Montecassino, ha celebrato 50 anni di sacerdozio. La cerimonia solenne è stata officiata alla presenza del p. Abate nella basilica cattedrale. Nato a Messercola, frazione di Cervino, CE, l’1 gennaio 1927, entrò in monastero il 13 ottobre 1939, all’età di 12 anni. Frequentò il 1° liceo a Roma, il…

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  Il CDSC-Onlus ha il piacere di segnalare la conferenza organizzata dalla Comunità Polacca di Torino dal titolo: . “Il 2° Corpo Polacco nella Battaglia di Montecassino e il prezzo della libertà” a cura di Alberto Turinetti di Priero . L’evento si terrà sabato 29 aprile 2017 alle ore 16.00 presso la sede della “Comunità Polacca di Torino-Ognisko Polskie w Thrynie” in via Giuseppe Giusti n. 8, Torino. . Sarà presente Giuseppe Cimini,  volontario del 2° Corpo Polacco, decorato con medaglia al Valore Militare dal Gen. Anders. . Saluto di benvenuto da parte del Presidente di Ognisko Polskie w Turynie -Comunità Polacca di  Torino, Elzbieta Grzyb-Faragli. . “Per la nostra e la vostra libertà noi soldati polacchi demmo l’anima a Dio, i corpi alla terra d’Italia, alla Polonia i cuori.” (Poeta soldato Boleslaw Kopczynski) Articoli in argomento cura del CDSC Onlus: “254 Bielorussi sepolti a Montecassino Militavano nell’esercito polacco nel 1944” di Domenico Tortolano, Studi Cassinati,…

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. Emilio Pistilli, Cassino 2016. . > Scarica il file pdf del libro > Leggi su “Studi Cassinati” > Locandina di presentazione . Presentazione La ricerca condotta dal Prof. Emilio Pistilli, Presidente emerito del Centro Documentazione e Studi Cassinati, sul monastero di “S. Maria dell’Albaneta” – un’antica prepositura dell’Abbazia di Montecassino situata a circa due chilometri da quest’ultima – riporta alla luce una storia sconosciuta ai più. Ripercorrendo le tappe che lungo i secoli hanno contrassegnato questo insediamento monastico, dai suoi esordi ai nostri giorni, l’Autore ci offre una sintesi storico-cronologica di un sito che deve la sua importanza non solamente o primariamente agli aspri e sanguinosi combattimenti avvenuti nella zona dell’Albaneta, durante la cosiddetta “Battaglia di Montecassino”, consumatasi tra il gennaio e il maggio del 1944. Poiché sono a noi più vicine nel tempo, le vicende belliche relative all’ultimo conflitto mondiale si sono senza dubbio imposte alla nostra memoria,…

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  Sabato 10 dicembre 2016 presso la Sala «S. Benedetto» a Montecassino, a partire dalle ore 17, si svolgerà una importante manifestazione in memoria di don Faustino Avagliano, indimenticato archivista di Montecassino, con la presentazione del volume in due tomi: «Sodalitas» Miscellanea di Studi in onore di d. Faustino Avagliano, a cura di Mariano Dell’Omo, Federico Marazzi, Fabio Simonelli, Cesare Crova. Di seguito l’elenco degli autori, dei contributi e i relativi titoli. >Visualizza l’invito   INDICE GENERALE  Donato Ogliari, Abate e Ordinario di Montecassino Presentazione XIII IN MEMORIAM Cosimo Damiano Fonseca Per don Faustino Avagliano: una testimonianza XVII Marco Palma Personalità capace di favorire il flusso di studiosi da tutto il mondo XVIII Mariano Dell’Omo Monachus utilis XX BIO-BIBLIOGRAFIA DI DON FAUSTINO (ANIELLO) AVAGLIANO a cura di Mariano Dell’Omo XXIII Giancarlo Andenna La filigrana con il biscione. Un precetto del 1455 di Bianca Maria Visconti per la stampa di carta filigranata 1 Martin Bertram…

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  Studi Cassinati, anno 2005, n. 2 di Sergio Saragosa  Dagli inizi del mese di febbraio del 1944, sulle colline che circondano la millenaria Abbazia di Montecassino, si erano susseguiti, da parte alleata, sanguinosi attacchi nel tentativo di aprire un varco nella poderosa Linea Gustav, ma senza alcun esito. Nel mese di marzo era in pieno svolgimento la terza battaglia di Cassino (15-24 marzo 1944), denominata in codice “Operazione Dickens”. Considerata la vanità degli attacchi e visto l’elevato numero delle vittime che restavano ammucchiate sulle rocce, preda di famelici ratti, il Generale neozelandese Freyberg, che al momento aveva il comando delle operazioni alleate nella zona di Cassino, e il suo ingegnere capo, Brigadiere Hanson, decisero di tentare un attacco con una colonna di carri armati sfruttando il tracciato di una antica mulattiera che dalla contrada Fonnone, nella zona ad ovest del villaggio di Caira, si arrampicava attraverso un percorso accidentato…

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  Studi Cassinati, anno 2005, n. 2 di Domenico Tortolano  «La conquista di Montecassino nel 1944 si deve anche ai soldati bielorussi che combatterono insieme ai polacchi per sconfiggere le truppe tedesche». Lo ha detto l’ambasciatore in Italia della Bielorussia, Aleksei Skripko, in visita il 6 maggio a Cassino e a Montecassino dove sono sepolti anche 254 suoi connazionali. Nel cimitero militare polacco riposano 1.052 soldati, ma finora nessuno sapeva che tra le vittime delle truppe polacche comandate dal generale Anders ci fossero anche dei bielorussi. Di questo particolare infatti non ci sono citazioni neppure nelle più recenti pubblicazioni. L’ambasciatore, ricevuto in municipio dal sindaco di Cassino Bruno Scittarelli, ha spiegato che lo scorso anno la Bielorussia ha celebrato il 60° anniversario della liberazione dal nazismo. «Forse non tutti sanno che nell’esercito polacco che ha conquistato Montecassino il 18 maggio 1944, durante la seconda guerra mondiale, hanno combattuto anche soldati…

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Studi Cassinati, anno 2012, n. 1 > Scarica l’intero numero di «Studi Cassinati» in pdf > Scarica l’articolo in pdf . di Domenico Tortolano . C’era anche un orso di due anni, nato sui monti della Persia, alto quasi due metri e del peso di 250 chilogrammi, a Montecassino quando il 18 maggio 1944 i soldati polacchi del gen. Anders issarono le bandiere sulle rovine del monastero benedettino distrutto dalle truppe alleate il 15 febbraio 1944 per stanare le truppe tedesche. L’orso, morto nello zoo di Edimburgo nel 1963, si chiamava Wojtek e figurava arruolato come soldato con tanto di targhetta. Fu considerato di grande aiuto in quei terribili frangenti della battaglia finale di Montecassino per il trasporto delle casse di munizioni dai camion alle batterie di mitragliatrici. Lo aveva in cura il soldato di origine ucraina Mieczyslaw Kaluzynski che racconta: ”Era socievole e gli piaceva la birra”. Wojtek ha…

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  Studi Cassinati, anno 2013, n. 1/2 > Scarica l’intero numero di «Studi Cassinati» in pdf > Scarica l’articolo in pdf . di Gaetano de Angelis-Curtis . La battaglia lungo il dedalo di linee difensive allestite prima e dopo Cassino era iniziata nel dicembre 1943 e solamente all’inizio di giugno dell’anno successivo la strada verso Roma riuscì a essere aperta. Sei mesi di cruenti battaglie da prima linea cui si aggiungevano tre mesi precedenti comunque caratterizzati da bombardamenti aerei incessanti su tutti i paesi disposti a cavallo della «linea Gustav». In sostanza un stillicidio continuo di una guerra che proprio con il secondo conflitto mondiale si era andata trasformando, con l’avvento preponderante dell’aviazione, in guerra totale. Per nove lunghi mesi le popolazioni dell’odierno Lazio meridionale, dell’alta Campania, del medio Molise e del sud dell’Abruzzo sono state coinvolte, loro malgrado, in un vortice crescente di patimenti, sofferenze e morte che ha…

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  Studi Cassinati, anno 2013, n. 3 > Scarica l’intero numero di «Studi Cassinati» in pdf > Scarica l’articolo in pdf . di Valentino Mattei . Può sembrare strano quanto numeri e vicende possano legare una persona o una famiglia ad un luogo. Questo è ciò che si evince dal racconto della storia della mia famiglia oramai legata a Cassino in modo indissolubile. Tale vincolo è iniziato negli anni Venti, poco dopo la fine della prima guerra mondiale quando il mio bisnonno, Vincenzo De Iorio (1881-1967), nativo di Rocca D’Evandro, rientrò dall’Albania unitamente ai suoi cinque fratelli impegnati su altri fronti e si trasferì a Cassino. Acquistò un podere nella zona di San Silvestro e lì si stabilì con la sua famiglia composta dalla moglie Ida Belmonte (1880-1966), originaria di Mignano, e i suo tre figli: Clara (1915-2010), Lea (1916-2004) e Giovanbattista (1919-1986). La vita familiare scorreva regolare, scandita dai…

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  Studi Cassinati, anno 2014, n. 1 > Scarica l’intero numero di «Studi Cassinati» in pdf > Scarica l’articolo in pdf . A Gibilterra, nella Punta Europa, l’estremità più meridionale della penisola, si trova il «Sikorski Memorial», un monumento dedicato al generale polacco Wladyslaw Sikorski. L’opera, che sostituisce quelle erette nel 1945 e nel 2003,  è stata inaugurata il 4 luglio 2013 in occasione del settantesimo anniversario della scomparsa del generale polacco. Dal settembre 1939 Wladyslaw Sikorski era a capo del governo polacco in esilio nonché comandante delle forze armate polacche. Nel luglio del 1943 si era recato da Londra in Medio Oriente per visitare i contingenti militari polacchi lì schierati. Al ritorno aveva fatto tappa a Gibilterra per verificare lo stato delle fortificazioni della rocca. Il 4 luglio 1943 il suo aereo, un B-24 Liberator della RAF, ripartì da Gibilterra diretto verso l’Inghilterra  ma immediatamente dopo il decollo si…

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Studi Cassinati, anno 2014, n. 1 > Scarica l’intero numero di «Studi Cassinati» in pdf > Scarica l’articolo in pdf . . di Andreina Poggi, Francesco Poggi, Giovanni Petrucci Nel Diario1 di Giuseppe Poggi2, L’avventura di Cassino, del luglio 1954, scritto per la partecipazione ad un concorso indetto dal Comune nel decennale della distruzione, abbiamo riletto alcuni passi che riteniamo di notevole interesse, per contribuire a fare chiarezza sul fatto che all’interno delle mura del Monastero, prima del bombardamento del 15 febbraio 1944, non si erano mai insediati soldati tedeschi. Il Poggi scriveva: «Amavo scendere a valle delle macerie del Capitolo, che nascondevano il segreto di tante morti di civili che vi si erano rifugiati; in un punto ero solito fermarmi, lì dove un monaco converso batteva con un ferro su un bossolo di ottone per cannone di grosso calibro, privo del proiettile, per suonare le ore canoniche» (p. 73).…

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  Studi Cassinati, anno 2014, n. 2 > Scarica l’intero numero di «Studi Cassinati» in pdf > Scarica l’articolo in pdf . di Adriana Letta Una cerimonia sentita, partecipata, toccante come poche è stata quella organizzata a  cura dei Veterani polacchi  della «Polish Army Veterans Association of America» – District No. 2, Inc., sabato 17 maggio nello slargo antistante il Museo dell’Historiale di Cassino che da quel giorno ha preso il nome di «Largo Generale Anders». L’occasione è stata l’ntitolazione, appunto, della piazza e l’inaugurazione di una statua in onore del gen. Wladyslaw Anders offerta dai Veterani polacchi residenti in U.S.A. Molte e importanti le autorità governative polacche e  italiane, ma spiccava fra tutte la Sig.ra Anna Maria Anders, figlia del grande generale, che alla sua morte, nel 1970, volle essere sepolto nel Cimitero militare polacco di Montecassino, accanto ai suoi 1052 soldati del 2° Corpo d’Armata polacco (così come…

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  Studi Cassinati, anno 2014, n. 2 > Scarica l’intero numero di «Studi Cassinati» in pdf > Scarica l’articolo in pdf . di Anna Maria Arciero Il motto coniato dall’abate Rea, «Ubi erat uti erat», «Dov’era com’era», è stato il motivo ispiratore, geniale nella sua semplicità, di tutta l’opera di ricostruzione dell’abbazia di Montecassino, dopo essere stata sbriciolata dal terribile bombardamento del 15 febbraio 1944 che la ridusse a uno spaventoso cumulo di macerie. Morirono sotto quei crolli centinaia di civili innocenti, che si erano illusi della inattaccabilità dell’abbazia pregna di storia millenaria; andarono irrimediabilmente persi autentici tesori d’arte, testimonianze della cultura e della creatività umana di tutti i tempi. Eppure una delle bombe da 250 kg, ad alto potere esplosivo1, che s’abbatterono sulle sacre mura, alle 9.45 di quell’infausto 15 febbraio ’44, un merito – e sembra assurdo e fuori luogo chiamarlo così – ce l’ha! Cadendo sul lato…

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  Studi Cassinati, anno 2014, n. 3 > Scarica l’intero numero di «Studi Cassinati» in pdf > Scarica l’articolo in pdf . di Emilio Pistilli   Due leoni di pietra da sempre sono stati il simbolo del dominio cassinese: si trovavano agli ingressi dei monasteri, dei palazzi abbaziali e ai confini delle proprietà, specialmente in prossimità di castelli o importanti centri abitati. Ce ne dà notizia, per la prima volta, nel sec. IX, l’Anonimo Cassinese, autore di una “Cronaca dì S. Benedetto’’. Prima dell’ultima guerra si vedevano ancora ai lati dell’ingresso principale del monastero di Montecassino e del palazzo abbaziale di Cassino, dove sono stati ricollocati il 28 dicembre 1987 dopo un problematico restauro. Altri erano a S. Giorgio a Liri, davanti al palazzo del principe Morra, già di proprietà di Montecassino1, a Piumarola, a Piedimonte S. Germano, ad Atina, ad Ausonia. In quest’ultimo luogo, secondo la cronaca di Leone…

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  Studi Cassinati, anno 2015, n. 2 > Scarica l’intero numero di «Studi Cassinati» in pdf > Scarica l’articolo in pdf . di Adriana Letta* Dopo 70 anni dalla distruzione dell’abbazia ancora una restituzione a Montecassino: un frammento marmoreo, non un’opera d’arte intera. Eppure un frammento con un valore enorme, non solo dal punto di vista artistico e culturale ma soprattutto spirituale e affettivo. Quel frammento, infatti, che il Museo e la Citt̀à di Aquino hanno deciso di riportare “a casa”, apparteneva ad una lastra di marmo policromo intarsiato e traforato che era posizionata sulla tomba dei Santi Benedetto e Scolastica, dietro l’altare maggiore della Basilica Cattedrale, nel luogo più̀ importante ed emblematico e perciò il più caro per tutto il mondo benedettino. La guerra lo fratturò̀ e durante la ricostruzione Don Angelo Pantoni, monaco benedettino, studioso di storia e di archeologia, riuscì a recuperare sette elementi di quel marmo,…

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  Studi Cassinati, anno 2015, n. 3 > Scarica l’intero numero di «Studi Cassinati» in pdf > Scarica l’articolo in pdf . Per la storia dell’Abbazia territoriale di Montecassino di Mariano Dell’Omo Ospitiamo con vero piacere e vivo compiacimento l’articolo di don Mariano Dell’Omo (OSB), archivista di Montecassino, già apprezzatissimo studioso e  ricercatore di caratura internazionale, auspicando una proficua collaborazione sicuri del suo significativo apporto per l’arricchimento storico-culturale del territorio cassinese. L’ABATE CELESIA E IL NUOVO INDIRIZZO RIFORMATORE A MONTECASSINO Michelangelo (Pietro Geremia) Celesia1 nato a Palermo il 13 gennaio 1814, aveva abbracciato lo stato monastico con la professione religiosa il 15 gennaio 1835 nell’abbazia di S. Martino delle Scale compresa nella stessa arcidiocesi palermitana, ed era stato ordinato sacerdote il 25 luglio dell’anno successivo. Quindici anni dopo da S. Benedetto di Militello (Militello in Val di Catania, diocesi di Caltagirone) dov’era priore dal 18472, per decisione della S. Congregazione…

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  Studi Cassinati, anno 2015, n. 4 > Scarica l’intero numero di «Studi Cassinati» in pdf > Scarica l’articolo in pdf . Nel VI centenario di Pirro Tomacelli abate di Montecassino (1414/1415) di Mariano Dell’Omo L’approfondito e dettagliatissimo saggio è frutto di una meticolosa ricerca svolta dall’archivista di Montecassino, d. Mariano Dell’Omo (OSB), relativa a un periodo tormentato in cui si evidenzia la strategica posizione di Rocca d’Evandro, punto nevralgico di passaggio tra S. Germano e Napoli. 1. Pirro Tomacelli abate (1414/1415-1437): l’adesione al partito aragonese, il rifiuto della politica pontificia filo-angioina Quanto complessa sia stata la posizione di Pirro Tomacelli, abate di Montecassino dal 1414/1415 fino al 14371, anno in cui venne definitivamente sospeso e di fatto deposto dalla carica ad opera di papa Eugenio IV, appare evidente dal fatto che se nell’ottobre del 1415 egli prendeva possesso dell’Abbazia per volontà di papa Martino V che ad essa l’aveva…

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