. Studi Cassinati, anno 2016, n. 4 > Scarica l’intero numero di «Studi Cassinati» in pdf > Scarica l’articolo in pdf . di Maurizio Zambardi   Nella prima metà degli anni ’80 del secolo scorso, mentre perlustravo le macerie del paese di San Pietro Infine, raso al suolo durante la seconda guerra mondiale, mi soffermai a guardare l’ingresso dell’antica chiesetta di San Sebastiano (Fig. 1), che, scampata alla distruzione, perché defilata al tiro dei cannoni, versava in stato di totale abbandono. Tra l’altro, una pianta infestante, nata in una lesione creatasi nello spigolo destro della facciata, aveva reso la chiesetta pericolante. Tra la folta vegetazione intravidi, grazie alla luce solare che arrivava in maniera radiale, delle forme scolpite in bassorilievo su un blocco in pietra dello stipite della porta (Fig. 2). Al momento non riuscii a capire che cosa rappresentassero i bassorilievi, mi limitai, quindi, a scattare alcune foto, facendomi largo…

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. Studi Cassinati, anno 2016, n. 4 > Scarica l’intero numero di «Studi Cassinati» in pdf > Scarica l’articolo in pdf . di Maurizio Zambardi . L’originario impianto architettonico della chiesa di San Sebastiano (Fig. 1) di San Pietro Infine risale all’XI‑XII secolo, quindi in epoca romanica, mentre è degli inizi del XVI secolo, e precisamente del 1501, l’ampliamento, con l’aggiunta del corpo antistante, realizzato in occasione di una pestilenza, come risulta dal registro del commendatario cardinale Giovanni de’ Medici1. La chiesa si trova all’esterno delle mura di quello che era il castrum medioevale di San Pietro Infine, a poche decine di passi dalla porta d’ingresso al paese, chiamata nel dialetto locale «gliu purtone», andata distrutta durante la seconda guerra mondiale, come del resto tutto l’abitato di San Pietro. La porta, probabilmente rifatta in epoca successiva2, nel tempo subì anche il cambiamento  della sua originaria denominazione di «porta Tiridana» che…

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