L’istruzione a Sant’Elia Fiumerapido
. Giovanni Petrucci, Cassino 2021 . . Presentazione Ancora un prezioso lavoro editoriale del Prof. Giovanni Petrucci, Presidente onorario del CDSC. Per la collana del CDSC-APS esce questa volta il libro: L’istruzione a Sant’Elia Fiumerapido – con accenni ad altri paesi di Terra di lavoro e trascrizione delle più importanti leggi da Giuseppe Napoleone alla Repubblica. Come preannuncia il titolo la ricerca copre un arco di due secoli con dovizia di documentazione, sia di archivio che fotografica. So che da anni l’amico Giovanni era intento alla raccolta di notizie e documenti sull’argomento della scuola del suo amato paese, Sant’Elia Fiumerapido. Tanto tempo, ma ne valeva la pena, perché grazie a lui ora conosciamo molti aspetti della storia culturale e sociale di Sant’Elia e non solo: il tutto inquadrato nell’ambito della normativa in continua evoluzione con le inevitabili ricadute su una popolazione di estrazione rurale ed artigianale nel contesto del Regno…
Malattie infettive a Sant’Elia Fiumerapido
. «Studi Cassinati», anno 2020, n. 1-2 > Scarica l’intero numero di «Studi Cassinati» in pdf > Scarica l’articolo in pdf . di Giovanni Petrucci . Santo Helya viveva fin dal suo sorgere in uno stato continuo di insicurezza. Molto spesso la precarietà della vita dipendeva dalle carestie, dai terremoti e dalle epidemie che improvvisamente si propagavano. In verità tutte queste calamità interessavano non solo il nostro abitato, ma tutta la Terra di S. Benedetto. Il diffondersi delle malattie in Sant’Elia era dipendente da problemi di carattere igienico-sanitario che avevano origini ataviche. In tutto il castrum, fino agli anni 1930, mancava la rete fognante e gli scarichi venivano riversati ad una certa ora, di buon mattino, all’esterno delle case, lungo le strette. C’era chi ricordava l’abitudine di vuotare i pitali dalle finestre1, quando ancora era buio. Questa situazione era comune a tante popolazioni vicine di questa nostra Terra. In molti…
Porta San Biagio di S. Elia Fiumerapido
. «Studi Cassinati», anno 2018, n. 4 > Scarica l’intero numero di «Studi Cassinati» in pdf > Scarica l’articolo in pdf . di Giovanni Petrucci Porta Napoli accrebbe la sua importanza con la costruzione della nuova strada che univa il castrum Sancto Helia a Casinum in quanto lo metteva in comunicazione con la capitale dei secoli passati. Si apriva a sud, sotto una casa tra il Palazzo Carinola e la Chiesa di S. Biagio a navata unica. Alla sua sinistra, dopo il campanile e la prima torre, si iniziava la via che porta appunto il nome di Via delle Torri. Era La Porta1 per antonomasia che dava su Piazza Mercato; in qualche documento era chiamata Porta Grande, o Porta Napoli; originariamente Porta S. Biasio, perché attaccata alla Chiesa omonima2. Dopo il 1916 la piazza fu intitolata al pittore, sindaco e consigliere provinciale, Enrico Risi, ma tutti continuano a chiamarla Fuori la…
Strage di civili nel 1944 al vallone dell’Inferno a Sant’Elia. Si salvarono in quattro.
. «Studi Cassinati», anno 2018, n. 3 > Scarica l’intero numero di «Studi Cassinati» in pdf > Scarica l’articolo in pdf . di Giovanni Petrucci Ci corre l’obbligo di tornare sulla rievocazione del gravissimo disastro accaduto durante la notte dello sfollamento del 1944: ricerca pubblicata su «Studi Cassinati», a. VI, n. 2, aprile-giugno 2006, pp. 109-113. . Agli inizi del mese di febbraio 1944 i francesi, stanziati in vari punti del territorio di S. Elia Fiumerapido, avevano ben compreso che la battaglia si sarebbe protratta lungamente; per questo motivo cominciarono a far capire a tutti che avrebbero dovuto lasciare le loro case e la loro terra. L’invito si trasformò in ordine perentorio dopo la distruzione dell’abbazia del 15 febbraio ed i santeliani dovettero eseguirlo sotto la minaccia delle armi. Dai vari rifugi erano costretti a riunirsi in un centro di smistamento ubicato nel Palazzo Lanni. A volte arrivavano pure abitanti di…
Spigolature per la storia di Sant’Elia
. «Studi Cassinati», anno 2018, n. 2 > Scarica l’intero numero di «Studi Cassinati» in pdf > Scarica l’articolo in pdf . di Giovanni Petrucci Riporto la trascrizione di due documenti conservati presso l’Archivio di Stato di Caserta riguardanti il primo l’uccisione di una lupa nelle campagne di Sant’Elia, avvenuta il 6 marzo 1870 e l’altro, più interessante, sull’apertura dell’Ufficio del Telegrafo, risalente agli anni intorno al 1875. A seguire il rinvenimento di un pezzo di cornicione e alcune considerazioni sulla questione delle mura ciclopiche a Sant’Elia Fiumerapido. Uccisione di una lupa «Sora, 29 marzo 1870 Sotto-Prefettura del Circondario di Sora Oggetto: Uccisione di una lupa in S. Elia Ill.mo Sig. Prefetto della Provincia di Caserta Ai sensi della Circolare del Ministero delle Finanze del 24 febbraio 1843 fo tenere a V. S. Ill.ma il verbale sull’uccisione di una lupa in S. Elia con l’orecchio che il Sindaco assicura di…
Tonino. L’inverno 1943-44 a Valleluce (S. Elia Fiumerapido).
. Studi Cassinati, anno 2017, n. 3 > Scarica l’intero numero di «Studi Cassinati» in pdf > Scarica l’articolo in pdf . di Giovanni Patrucci* . Sabato, 11 dicembre Sono circa le sei. La frazione di Valleluce è immersa in un silenzio di tomba nel sonno delle ultime ore della notte. Un gallo saluta e disubbidiente dà la sveglia dal campo, un altro gli fa eco dal pollaio di Ciccopeppe. Sono canti isolati, restii agli ordini, ai tentativi di ammaestramento e vengono subito ingoiati dalle tenebre ovattate dei vicoli. Se avvicini l’orecchio con tutta la cautela di questo mondo alla porta di una stalla, non riesci a sentire il respiro di un animale. Il pericolo ha aguzzato l’ingegno di cui i valligiani hanno in abbondanza. Le cioce ai piedi e la mente acuta. Quando le papere vogliono starnazzare, come sono solite, Errico le sa zittire con chicchi di granoturco nella…
Le case più antiche di Sancto Helia
. Studi Cassinati, anno 2017, n. 1 > Scarica l’intero numero di «Studi Cassinati» in pdf > Scarica l’articolo in pdf . di Giovanni Petrucci . Esistono ancora, nei pressi dell’unica Torre rimasta, ruderi di case costruite al sorgere del castrum nel 990 con l’Abate Mansone1, trasferito sull’altura con l’abbandono di S. Elia Vecchio. I muri sono innalzati con pietre di fiume, nei pavimenti si riconoscono acciottolati e le aperture di porte di entrata, di misure ridotte, mostrano archi a tutto sesto o a sesto ribassato con al centro la chiave ingentilita da un disegnino. Dovrebbero essere esplorate attentamente e catalogate, perché dimostrano la loro origine del Basso Medioevo. In questa ricerca ne descriviamo solo alcune più significative per una eventuale ricostruzione ideale del castrum che possono contribuire a dare prova anche della loro importanza nei secoli passati. Di esse restano testimonianze visibili ed incontrovertibili: quella del Vescovo di Carinola, il…