. «Studi Cassinati», anno 2020, n. 3-4 > Scarica l’intero numero di «Studi Cassinati» in pdf > Scarica l’articolo in pdf . di Maurizio Zambardi . Non è raro trovare nel borgo medievale di Venafro, rinato sui ruderi dell’antica Venfarum, elementi lapidei relativi ad epigrafi, sculture e blocchi architettonici di epoca romana, riutilizzati negli edifici di epoche successive. È noto, infatti, che la Venafrum romana fu Praefectura in epoca Repubblicana (metà del III sec. a.C.), mentre in età augustea fu una colonia denominata con l’appellativo di Colonia Augusta Iulia Venafrum, probabilmente preceduta da una deduzione in età triumvirale. Non di tutti questi elementi riutilizzati è chiara la loro funzione originaria, o a quali strutture antiche appartenessero. In questo breve articolo si propongono alcune letture archeologica per alcuni di questi elementi. Incastonato nel muro di contenimento di Piazza Vittorio Veneto a Venafro, e precisamente sul lato destro della discesa di Via…

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. «Studi Cassinati», anno 2020, n. 1-2 > Scarica l’intero numero di «Studi Cassinati» in pdf > Scarica l’articolo in pdf . di Maurizio Zambardi . I ruderi della chiesetta di Sant’Eustachio si trovano all’interno del “recinto alto” fortificato di epoca sannitica, costituito da grossi blocchi in pietra calcarea locale, sovrapposti senza l’uso della malta (fig. 1). Il nome della chiesetta ha dato, nel medioevo, il nome allo sperone roccioso che si stacca come una gemma dal versante meridionale di Monte Sambùcaro (fig. 2). Nel 1570 la chiesa rurale di Sant’Eustachio (all’epoca denominata Santo Eustasio) era beneficio del sacerdote Antonio Buttafuoco di San Germano, l’odierna Cassino. Nel 1760, con autorizzazione abbaziale, venne concesso a Francesco C. Nicandro di San Pietro Infine di dimorare come eremita presso Sant’Eustachio, mentre l’anno successivo la chiesa versava in condizioni di abbandono, come risulta dal rendiconto di una visita dell’Abate di Montecassino a San Pietro Infine:…

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. «Studi Cassinati», anno 2019, n. 4 > Scarica l’intero numero di «Studi Cassinati» in pdf > Scarica l’articolo in pdf . di Maurizio Zambardi . Nel 1992 venne rubata a San Pietro Infine una splendida acquasantiera in marmo che si trovava posizionata sulla parete di sinistra della chiesa di Maria SS. dell’Acqua, protettrice del paese. Il furto avvenne poche settimane prima dell’inizio dei lavori di ristrutturazione della chiesa. Da allora niente più si è saputo della pregiata opera d’arte che è risalente all’anno 1618 come da incisione presente nel blocco di base della stessa. Dell’acquasantiera sappiamo che era originariamente posizionata nella vecchia chiesa di San Nicola, sita nel vecchio centro di S. Pietro. Poi l’edificio fu chiuso al culto in seguito al terremoto della Marsica del 13 gennaio del 1915, a causa dei gravi crolli che aveva riportato. Quindi nel 1950 l’acquasantiera venne spostata nella chiesa di Maria SS.…

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. «Studi Cassinati», anno 2019, n. 4 > Scarica l’intero numero di «Studi Cassinati» in pdf > Scarica l’articolo in pdf . di Maurizio Zambardi . Oltre alle aree fortificate di epoca sannitica di Colle Marena Falascosa (San Vittore del Lazio) e di Sant’Eustachio (San Pietro Infine), poste entrambe sul versante occidentale di Monte Sambùcaro, un’altra area fortificata dello stesso monte è individuabile su Serra di Rocca Romana, posta a quota 957 metri circa1. L’area fortificata si trova sul punto più alto della cresta rocciosa della dorsale secondaria di Monte Sambúcaro, proprio a ridosso del passo montano denominato «Forcella del Moscoso». Passo che separa Monte Sambùcaro da Colle San Silvestro, una propaggine occidentale di Monte Corno.   Nella depressione tra i due monti si viene a generare una gola naturale che ha il suo punto più alto a quota 708 m. Sul versante occidentale di questa gola, proprio all’estremità più meridionale…

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. «Studi Cassinati», anno 2018, n. 3 > Scarica l’intero numero di «Studi Cassinati» in pdf > Scarica l’articolo in pdf . di Marizio Zambardi Perché San Pietro Infine (Fig. 1) si chiama così? Per quanto riguarda l’etimologia dell’appellativo «Infine», l’ipotesi più plausibile e anche più accreditata è quella che fa derivare la parola dall’espressione «Ad Flexum», cioè «verso il flesso», ossia «dove flette». Toponimo che troviamo riportato sulla «Tabula Peutingeriana», a otto miglia da «Casinum» e a nove miglia da «Teano Scedicino», lungo la Via Latina (Fig. 2). È probabile quindi che nel luogo di «Ad Flexum», sito nella Valle di San Pietro Infine, l’antica strada romana piegasse il suo asse principale verso sud, così da raggiungere l’importante città di «Casilinum» (attuale Santa Maria Capua Vetere), da cui il toponimo «dove piega la strada», oppure «dove c’è la curva». Nello stesso punto, comunque, vi era un ramo secondario della…

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. Studi Cassinati, anno 2017, n. 4 > Scarica l’intero numero di «Studi Cassinati» in pdf > Scarica l’articolo in pdf . di M. Zambardi . Domenica 17 settembre 2017, in Piazza Risorgimento a San Pietro Infine, durante la consueta processione dell’Addolorata, si è svolta una cerimonia commemorativa con scoprimento di una targa a ricordo del giovane sampietrese Domenico Di Zazzo, morto tragicamente durante i lavori di ricostruzione del dopoguerra. La targa è stata voluta e posizionata, nel 70° della ricorrenza, dall’Amministrazione comunale di San Pietro infine su segnalazione dell’Associazione culturale «Ad Flexum». Durante la cerimonia, presieduta dal sindaco Mariano Fuoco e officiata da Monsignor Lucio Marandola, sono stati ricordati anche tutti coloro che si sono adoperati nel dopoguerra per ricostruire il paese distrutto e martoriato dalla guerra.  .  . Nel mese di settembre del 1947, durante i lavori per la ricostruzione postbellica del nuovo centro di San Pietro Infine…

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. Studi Cassinati, anno 2017, n. 3 > Scarica l’intero numero di «Studi Cassinati» in pdf > Scarica l’articolo in pdf . di Maurizio Zambardi . Il mondo della letteratura e della cultura perde un suo insigne testimone e protagonista. La mattina del 12 luglio 2017 Amerigo Iannacone veniva investito da un’auto, morendo sul colpo e lasciando nello sgomento più profondo familiari, amici e letterati d’Italia e del mondo. Ogni mattina, come sua consuetudine, sospendeva il lavoro nella sua “casa-studio” di Ceppagna per andarsi a prendere un caffè in un bar della vicina Venafro. Qui aveva modo di sfogliare i giornali e di scambiare quattro chiacchiere con conoscenti e amici. A me è capitato più volte di accompagnarlo in questa sua pausa, specie quando ci vedevamo per programmare qualche attività culturale o perché impegnati nella redazione di qualche pubblicazione. Ora mai avrei immaginato di dover scrivere di lui se non…

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Maurizio Zambardi, Cassino 2013. > Locandina di presentazione > Leggi su «Studi Cassinati» . Presentazione Un importante fenomeno sociale che si andò sviluppando prepotentemente nella seconda metà dell’Ottocento fu quello relativo all’istituzione di numerosi sodalizi di stampo mutualistico, come le Società operaie di mutuo soccorso (Soms), il cui scopo principale era quello di erogare sussidi in caso di malattia e agli inabili al lavoro, anche se, parallelamente, perseguivano altri intenti quali quelli propri di istituzioni cooperative (erogando prestiti sull’onore e depositi, distribuendo prodotti attraverso magazzini, rivendendo a prezzi ridotti macchinari e strumenti, costruendo case operaie), o quelli di contribuire all’istruzione dei soci (attivando scuole serali o festive, di disegno, d’arte e mestieri, approntando biblioteche), o quelli di provvedere al tempo libero dei soci (organizzando circoli e luoghi di ricreazione). Le prestazioni diventano un diritto acquisito ed erano erogate come corrispettivo a un pagamento di contributi. Si trattava, insomma, di uno…

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  > Leggi su “Studi Cassinati” > Locandina di presentazione . PREFAZIONE Con vivo piacere il Cdsc-Onlus ha accolto l’idea dell’Associazione Ad Flexum e del suo presidente Maurizio Zambardi di offrire il proprio patrocinio per la stampa di un volume di raccolta dei Calendari pubblicati con cadenza annuale in quest’ultimo quindicennio.             Nel panorama culturale di questo territorio l’Associazione Ad Flexum è una delle più attive e vivaci organizzazioni culturali operanti localmente (e uno schematico sunto delle numerose, varie e significative attività svolte con alacrità, vivacità e fervore intellettuale dalla dirigenza e dai soci in quindici anni è riportato nell’Introduzione del presidente Zambardi).             I rapporti intessuti tra le due associazioni, Cdsc-Onlus e Ad Flexum, sono stati proficui fin dagli esordi e nel corso degli anni si sono fatti sempre più stretti e intensi coinvolgendo anche legami e rapporti di tipo interpersonale e di stima reciproca. Non a caso, ad…

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. Studi Cassinati, anno 2016, n. 4 > Scarica l’intero numero di «Studi Cassinati» in pdf > Scarica l’articolo in pdf . di Maurizio Zambardi   Nella prima metà degli anni ’80 del secolo scorso, mentre perlustravo le macerie del paese di San Pietro Infine, raso al suolo durante la seconda guerra mondiale, mi soffermai a guardare l’ingresso dell’antica chiesetta di San Sebastiano (Fig. 1), che, scampata alla distruzione, perché defilata al tiro dei cannoni, versava in stato di totale abbandono. Tra l’altro, una pianta infestante, nata in una lesione creatasi nello spigolo destro della facciata, aveva reso la chiesetta pericolante. Tra la folta vegetazione intravidi, grazie alla luce solare che arrivava in maniera radiale, delle forme scolpite in bassorilievo su un blocco in pietra dello stipite della porta (Fig. 2). Al momento non riuscii a capire che cosa rappresentassero i bassorilievi, mi limitai, quindi, a scattare alcune foto, facendomi largo…

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. Studi Cassinati, anno 2016, n. 4 > Scarica l’intero numero di «Studi Cassinati» in pdf > Scarica l’articolo in pdf . di Maurizio Zambardi . L’originario impianto architettonico della chiesa di San Sebastiano (Fig. 1) di San Pietro Infine risale all’XI‑XII secolo, quindi in epoca romanica, mentre è degli inizi del XVI secolo, e precisamente del 1501, l’ampliamento, con l’aggiunta del corpo antistante, realizzato in occasione di una pestilenza, come risulta dal registro del commendatario cardinale Giovanni de’ Medici1. La chiesa si trova all’esterno delle mura di quello che era il castrum medioevale di San Pietro Infine, a poche decine di passi dalla porta d’ingresso al paese, chiamata nel dialetto locale «gliu purtone», andata distrutta durante la seconda guerra mondiale, come del resto tutto l’abitato di San Pietro. La porta, probabilmente rifatta in epoca successiva2, nel tempo subì anche il cambiamento  della sua originaria denominazione di «porta Tiridana» che…

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  Studi Cassinati, anno 2015, n. 4 > Scarica l’intero numero di «Studi Cassinati» in pdf > Scarica l’articolo in pdf . di Maurizio Zambardi Aseguito dei lavori di scavo per il passaggio del gasdotto Busso-Paliano, resti murari appartenenti a strutture antiche sono stati rinvenuti a San Pietro Infine, in località Veccere, a una decina di metri a sud della strada comunale che dal paese va ad innestarsi, in corrispondenza del dosso di Colle Apone, alla Casilina. Che l’area fosse interessata da una preesistenza archeologica lo si sapeva già da tempo, infatti, nel mese di settembre del 2002, a seguito di un’abbondante pioggia, l’area subì un profondo dilavamento che portò alla luce strutture murarie e una vasca, impermeabilizzata con intonaco in cocciopesto, risalenti all’epoca romana1. I resti rinvenuti in questi giorni, grazie agli scavi eseguiti da archeologi, sotto la supervisione della Soprintendenza Archeologica delle Province di Napoli e Caserta, consistono…

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  Studi Cassinati, anno 2015, n. 4 > Scarica l’intero numero di «Studi Cassinati» in pdf > Scarica l’articolo in pdf . di Maurizio Zambardi La chiesa di Maria Santissima dell’Acqua2, protettrice di San Pietro Infine, sorse nel XII sec., proprio nel luogo dove, secondo una leggenda, apparve la Madonna ad una pastorella deforme di nome Remigarda. Si tramanda la notizia del rinvenimento, nel luogo stesso, di una statuetta lignea raffigurante la Madonna che allatta il Bambino3. L’area era certamente interessata da strutture di età romana4. Sul margine orientale della strada comunale che porta alla Fonte Maria SS. dell’Acqua, incastonato nel muro che sostiene il pianerottolo d’accesso alla chiesa, si trova un cippo funerario in pietra calcarea locale (figg. 1 e 2). Il cippo, rinvenuto spezzato in due parti, fu ricomposto male. Il pezzo inferiore è infatti ruotato di 90° antiorario rispetto a quello superiore, che, sovrapposto con lieve inclinazione…

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  Studi Cassinati, anno 2016, n. 2 > Scarica l’intero numero di «Studi Cassinati» in pdf > Scarica l’articolo in pdf . di Maurizio Zambardi Il 5 dicembre del 1866, esattamente 150 anni fa, moriva su Monte Coppa, un’altura del Massiccio di Monte Cèsima, nel territorio di Presenzano, il giovane capitano Gustavo Pollone. A ricordare il triste evento è una colonnina funeraria in marmo, tutt’ora esistente, nel Cimitero civile di Mignano, posta proprio in fondo al viale principale, entrando dal vecchio ingresso. L’epigrafe recita:  ADDI’ 5 DICEMBRE 1866 GUSTAVO POLLONE GIOVANE CAPITANO NEL 72° FANTERIA CON POCHI SOLDATI SUL MONTE COPPA SOTTO IL FUOCO DI NUMEROSI BRIGANTI CADDE E SI UCCISE A GLORIOSO RICORDO DI LUI A CONFORTO DEI PARENTI LONTANI CHE PIANGONO A PIE’ DELLE ALPI QUESTA FUNEREA PIETRA GLI UFFICIALI DEL REGGIMENTO CONSACRANO Al momento non si hanno notizie più specifiche sul capitano Pollone, però, se leggiamo con…

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